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Vanityfair.it – Via il bikini e la Minetti cattiva. Ma l’immaginario di Miss Italia non cambia

Quest’anno Miss Italia cerca di cambiare volto. Ed è tutto un profluvio di dichiarazioni politicamente corrette, chiarimenti e puntualizzazioni. «Di Minetti abbiamo invitato l’altra, quella vincitrice alle Paralimpiadi. Non avevamo nessuna ragione di invitare Nicole». Così Patrizia Mirigliani a proposito della voce di un possibile invito della Minetti di Berlusconi e Formigoni nella giuria di Miss Italia. Dove saranno presenti, invece, Federica Pellegrini e Beppe Fiorello.

Anche la Rai si è affrettata a precisare che la nuova edizione dovrà essere un piacevole spettacolo per le famiglie, svolto nel rispetto della dignità della donna e senza offese per nessuno. A partire dall’abolizione del bikini: torna il costume intero anni ’60. Di più: Miss Italia tenta di prendere anche un volto “social”, con la presentazione di due libri sul cancro scritti da Maria Rosaria De Luca e Michele Cucuzza. «Le miss, come ambasciatrici della bellezza, possono contribuire alla sensibilizzazione ull’importanza della diagnosi precoce», ha commentato Isabella Rauti. «Il Concorso dimostra di non essere solo una vetrina per la bellezza femminile, ma un contenitore di messaggi e valori sociali forti e importanti come ‘la guerra al cancro».

Nella prima edizione post-berlusconiana, Miss Italia tenta di cambiare volto: via il bikini e la scandalosa Minetti, sì a dignità delle donne e alle Miss ambasciatrici pro-cancro. Miss cerca il passo coi tempi

E tanto per dare un altro tocco di correttezza politica, è stata assegnata a Giulia Gammanossi la fascia di Miss Fair Play, per il modo in cui ha contribuito «a sciogliere le tensioni tra le ragazze, il suo spirito leale e generoso». Non poteva dunque che condurre questa serata Fabrizio Frizzi, da sempre identificato come il conduttore buono, il fratellone simpatico e innocuo. Tutt’altra figura dal “cattivo” Carlo Conti che aveva condotto edizioni più spietate, quelle con l’eliminazione stile Grande Fratello («Flavia, per te l’avventura di Miss Italia finisce qui!»). Tutta questa attenzione a non calpestare i valori ha scatenato le ire del filosofo Stefano Zecchi, il quale – a proposito di abolizione delle misure e sforzi per premiare anche altri aspetto oltre la bellezza – ha sottolineato che mischiare bellezza e qualità morali non vanno mischiate, pena una gran confusione sotto il cielo estetico-etico.

In tutti questi anni, Miss Italia ha provato varie formule, finendo in infinite polemiche. Via le misure, la rivoluzione di Maurizio Costanzo nel 1990, dentro anche le mamme (dopo l’esclusione polemica di Mirca Viola nel 1987), sì alla prima Miss Italia di colore, Denny Mendez nel 1996, per arrivare all’ammissione, quest’anno, delle italiane straniere nate e vissute in Italia, ma ancora senza cittadinanza. C’è insomma il tentativo di stare al passo coi tempi, prendere atto dei cambiamenti sociali. E tanto la politica è indietro (vedi cittadinanza ai ragazzi che di straniero non hanno più nulla), tanto queste misure sembrano, nell’immobilismo italiano, quasi rivoluzionarie. Di più: questi ultimi anni di governo Berlusconi, l’elezione delle ragazze, messa sullo sfondo delle piccanti notizie di cronaca su bunga buna e spettacolini lap dance, è apparsa sempre di più come uno spettacolo innocente, tanto naif quanto innocuo, quasi un cartoon, una favola per famiglie.

Rispetto alla cronache dei bunga bunga, Miss Italia appariva un cartoon da famiglie. Ma pure con ritocchini morali, l’immaginario resta lo stesso. Come il messaggio alle ragazze nel paese delle disoccupate: «La vostra vera chance è qui»

Ma la sostanza non cambia. Si possono fare ritocchini morali (non quelli estetici, ancora un po’ incomprensibilmente vietati in nome di una naturalezza che non esiste più, né esternamente né internamente), ci si può affrettare a coprire le ragazze, fare dichiarazioni in nome della dignità, rendere le miss testimonial anti-cancro.

Ma lo spettacolo è ancora quella quello: centinaia di ragazze giovanissime, selezionate da decine e decine di agenti in tutta Italia, portate in pullman ieri a Salsomaggiore oggi a Montecatini per essere preparate, addestrate in vista di serate televisive dove la performance è sempre restata, più o meno, mettersi davanti alla telecamera in costume, ammiccando, per farsi bene scrutare. Mentre l’occupazione femminile continua a scendere, ultimi in Europa dopo Malta, Miss Italia continua a flirtare con l’immaginario del successo attraverso tv e cinema, lo stesso del berlusconismo, certe volgarità a parte. E lancia alle ragazze lo stesso messaggio, volente o nolente: la vostra vera chance è qui. E allora forse, pensiamo, il servizio pubblico non dovrebbe renderlo più politicamente corretto o dignitoso: semplicemente non dovrebbe trasmetterlo.

Nel video: Caterina Guzzanti Miss Italia intervistata da Lillo e Greg

[Fonte: www.vanityfair.it]

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