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La voce del patriota.it – Conferenza programmatica FdI, il futuro militare dell’Europa e il ruolo dell’Italia

“Bisogna rafforzare gli sforzi e programmare il raggiungimento dell’obiettivo di investire il 2% del Pil in difesa, un impegno assunto da tutti i paesi della Nato che vedono attualmente una media europea dell’1,5%” così la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, intervenendo alla conferenza programmatica di FdI a Pescara, nello specifico al dibattito ‘Forte, libera e sovrana’ ringraziando tutti i partecipanti in una sala affollata.

“Mi auguro” ha proseguito “che all’indomani del voto europeo avremo una maggioranza diversa da quella che c’è adesso e che di conseguenza, si potrà dare una nuova fisionomia ai vincoli del patto di stabilità.

Riteniamo necessario arrivare ad una difesa della libertà europea che sia complementare dal punto di vista militare. Si tratta di mettere insieme economie comuni per la spesa militare, adottare una politica di difesa estera ben definita, chiara e paritaria rispetto all’Alleanza non solo perché l’Europa deve recuperare una sua identità in difesa esteta perché tutto si gioca nel Mediterraneo.

Concludo ricordando il bilancio positivo della presenza internazionale delle nostre forze armate nel Mediterraneo allargato, il nostro impegno risponde a nuove esigenze sotterranee in cui è difficile individuare il soggetto avverso. L’impiego dell’Italia è enorme, il nostro Paese è presente in 41 tra missioni e partenariato bilaterale.

Il modello italiano è unico ed il nostro approccio nelle missioni è massiccio” ha concluso Rauti.
L’ex Ministro Giulio Tremonti ha aggiunto “In questo momento siamo di fronte ad una guerra contro la blasfema società occidentale. L’Europa in questi anni ha tentato di sviluppare l’allargamento verso Est ma se la guerra dovesse finire, non inizierà la pace. Dentro i confini dell’Unione e della Nato non possiamo considerare la fine di ogni contrasto. Dobbiamo rivoluzionare i termini, cambiare le maggioranze di governo e adottare scelte politiche fatte in queste termini. Difficile ma non vedo alternative. Dopo venti anni di questioni affrontate con iniziative tecniche-finanziarie siamo ancora senza soluzione”.

A seguire ha preso la parola il Ministro della Difesa, Guido Crosetto che ha dichiarato “Quando si parla di difesa comune europea si intende avere una “sola” forza armata, un unico reclutamento europeo che si può raggiungere forse in trent’anni ma noi non abbiamo tutto questo tempo. Abbiamo bisogno di velocità e del modello Nato, ovvero creare un unico centro di comando e mettendo insieme 27 nazioni diverse.

Il tema è politico perché il problema risiede nelle diversità politiche dell’Europa, perché non esiste una politica estera univoca.

Il tema drammatico delle democrazie sarà il superamento di liturgie lente e nocive.
La guerra non è un’equazione sentimentale ma un’operazione matematica da cui scaturisce un risultato evidente” ha proseguito. “Ora ci troviamo a vivere in un mondo differente da quello di due anni fa, non torneremo più a quell’equilibrio fatto di regole di convivenza internazionali saltate. Nelle democrazie” ha concluso Crosetto “abbiamo imparato che le rivoluzioni si possono fare con il voto popolare e per questo è fondamentale il prossimo passaggio elettorale perché occorre fare le cose che servono veramente in Europa, gli altri partiti in Europa non hanno la nostra stessa identità”.

[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]

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