Percorso:

SecoloTrentino.com – UNAR. La ministra Boschi usa come capro espiatorio Isabella Rauti

«Non mi risulta che esistessero moduli o format di procedure ma solo prassi – preesistenti alla mia nomina di Capo Dipartimento – di lettere di sensibilizzazione e richiami elaborati sulla base di segnalazioni pervenute alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali o sulla base di dichiarazioni di pubblica evidenza. Non potrebbero esistere format perché le suddette lettere di “richiamo” andavano sempre riferite ad analisi specifiche di eventuali atti, condotte o dichiarazioni suscettibili di portata discriminatoria, né è evidentemente possibile o legittimo censurare le opinioni. Per tutti gli altri casi di atti e condotte discriminatorie non era compito dell’Ufficio fare lettere, ma eventualmente segnalare alle Autorità competenti eventuali violazioni della legge Mancino».

È quanto precisa Isabella Rauti, già Capo Dipartimento Pari Opportunità dal 2008 al 2010, in riferimento alle dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro Boschi durante il question time alla Camera dei deputati sul caso della lettera di censura inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali al presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Il ministro delle Riforme e per i Rapporti con il Parlamento ha dichiarato in Aula che “il dirigente preposto responsabile che ha ideato quella lettera di schema tipo era allora la dottoressa Rauti” e che l’attuale direttore dell’UNAR avrebbe “fatto fede a quanto voluto dal Governo Berlusconi e dalla dottoressa Rauti”.

Si precisa, inoltre, che l’istituzione dell’UNAR risale al 2003 e che lo stesso Ufficio è stato già diretto dal 2004 al 2008 dal consigliere Marco De Giorgi.

[Fonte: secolo-trentino.com]

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