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Secolo d’Italia.it – Primavalle, un fiore per Stefano e Virgilio Mattei a 47 anni dal loro assassinio

mattei

Dopo 47 anni dal loro brutale assassinio, la memoria di Stefano e Virgilio Mattei è più viva che mai. In molti, moltissimi in queste ore li stanno ricordando. E non solo sui social. Nonostante i divieti imposti dal coronavirus, diversi mazzi di fiori sono stati posati sul luogo del loro martirio: il palazzo popolare di via Bernardo da Bibbiena, a Primavalle. Stefano e Virgilio morirono nell’incendio appiccato alla loro casa da Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo, tre militanti di Potere operaio che ritennero lecito versare benzina sotto la porta dei Mattei. Il padre, Mario, era il segretario della sezione locale del Msi. Era un fascista. E uccidere i fascisti – o i loro figli – “non era reato”.

A Primavalle un delitto atroce e infame
Virgilio
aveva 22 anni, era un militante politico come il padre e come la madre Anna. Stefano di anni ne aveva solo 10. Morì con il conforto del fratello, che avrebbe potuto salvarsi, ma scelse di non abbandonarlo nella stanzetta che condividevano e che quella notte si trasformò, letteralmente, in un inferno di fiamme. Quello dei Mattei fu un assassinio atroce. E atroce fu il tentativo di isolare socialmente questa famiglia di estrazione popolare messo in atto da gente ricca e piena di strumenti. A partire dalla coppia Dario Fo e Franca Rame, che insieme a molti altri fece di tutto – riuscendovi – per garantire fuga e impunità agli assassini.

Vittime senza giustizia
Quasi mezzo secolo dopo, a fronte di una giustizia che ha condannato Stefano e Virgilio a essere vittime impunite (gli assassini non hanno mai scontato i pur ridicoli 18 anni cui furono condannati per omicidio colposo), il sacrificio dei ragazzi Mattei ha ancora, di nuovo il suo riscatto. Il riscatto della memoria, del rispetto e – perché no? – dell’affetto di chi in questi lunghi anni, ostinatamente, orgogliosamente, lottando contro la cattiva coscienza di quanti li avrebbero voluti dimenticare, non ha mai permesso che i loro nomi venissero cancellati dalla memoria collettiva.

I tantissimi messaggi di ricordo
I primi messaggi alla sorella Antonella Mattei sono iniziati ad arrivare stanotte. Gli altri si sono susseguiti per tutta la giornata. A mandarli sono stati giovani; coetanei di Antonella, che all’epoca aveva 9 anni; coetanei di Virgilio, che oggi sono signori sui 70; militanti; amici; persone del quartiere; politici; Giuliana de Medici a nome della famiglia Almirante e così tanti altri che non si possono elencare tutti. E poi i social, dove ugualmente in tantissimi hanno rivolto un pensiero a Stefano e Virgilio, hanno postato le foto dei loro volti da ragazzini e con i sorrisi accennati o quelle della targa apposta sulla loro casa appena qualche mese fa, grazie all’impegno del consigliere municipale Stefano Oddo. “La quarantena ci ha uniti ancora di più. Mi stanno arrivando messaggi da tantissime persone e da tutti i gruppi. Tutti, davvero tutti stanno ricordando Stefano e Virgilio. E questo – spiega Antonella Matteimi fa veramente piacere“.

I fiori a Primavalle, a dispetto dei divieti
Ma se questo, in qualche modo, può non stupire, meno scontati sono i fiori che sono stati portati a Primavalle. Sfidando i divieti, riconoscendo che un fiore per Stefano e Virgilio era certamente motivo valido. Così, a dispetto della burocrazia, ma rispettando la prescrizione di girare da soli, uno per uno, alla spicciolata, in momenti diversi, Nicola del gruppo Magnitudo Italia ha portato i fiori a nome di Antonella e Silvia Mattei; il Coordinamento dei Presenti ha portato quelli a nome delle comunità militanti romane; la senatrice di FdI Isabella Rauti quelli di una “comunità” che non dimentica. C’erano poi diverse piante senza intestazione, con ogni probabilità portate da persone del quartiere. Soprattutto, però, c’era la corona inviata dalla Regione Lazio. Un riconoscimento molto importante, tanto più in questo momento in cui molti pensieri sono altrove, perché dice che davvero la battaglia per la memoria di Stefano e Virgilio ha colto nel segno. Un solo rammarico resta in questa giornata: l’assenza di un pensiero da parte del Campidoglio. Ma è una giornata di cui ricordare ciò che veramente conta e rimane, non ciò che è irrilevante e destinato – questo sì – a un rapido oblio.

[Fonte: www.secoloditalia.it]

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