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Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00503 – Importanza della protezione delle api

Atto n. 1-00503

Pubblicato il 5 luglio 2022, nella seduta n. 448
Esame concluso in data 05/07/2022 nella seduta n. 448 dell’Assemblea

DE CARLO, LA PIETRA, CIRIANI, RAUTI Isabella, BALBONI, BARBARO, CALANDRINI, DE BERTOLDI, DRAGO Tiziana Carmela Rosaria, FAZZOLARI, GARNERO SANTANCHÈ Daniela, IANNONE, LA RUSSA, MAFFONI, MALAN, NASTRI, PETRENGA Giovanna, RUSPANDINI, TOTARO, URSO, ZAFFINI

Il Senato,

premesso che:

nel 2017 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la celebrazione della terza giornata mondiale delle api, individuando il 20 maggio (data di nascita di Anton Janša (1734-1773), che nel XVIII secolo fu un pioniere delle tecniche di apicoltura moderne) come il giorno per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sul ruolo fondamentale di questi insetti per l’equilibrio degli ecosistemi, la tutela dei territori e la sicurezza alimentare;

fra gli scopi ispiratori vi sono:

attirare l’attenzione della popolazione mondiale e dei politici sull’importanza della protezione delle api;

ricordare che l’umanità dipende dalle api e da altri impollinatori;

proteggere le api ed altri impollinatori per contribuire in modo significativo alla soluzione dei problemi legati all’approvvigionamento alimentare globale e per eliminare la fame nei Paesi sottosviluppati;

fermare la perdita di biodiversità ed il degrado degli ecosistemi in modo da contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

più del 40 per cento delle specie di invertebrati, in particolare api e farfalle, che garantiscono l’impollinazione, rischiano di scomparire; in particolare in Europa il 9,2 per cento delle specie di api europee sono attualmente minacciate di estinzione (IUCN, 2015). Senza di esse molte specie di piante si estinguerebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero essere mantenuti solamente ad altissimi costi attraverso l’impollinazione artificiale. Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70 per cento dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35 per cento della produzione globale di cibo;

negli ultimi 50 anni la produzione agricola ha avuto un incremento di circa il 30 per cento grazie al contributo diretto degli insetti impollinatori;

a scala globale, più del 90 per cento dei principali tipi di colture sono visitati dagli Apoidei e circa il 30 per cento dai ditteri (tra cui le mosche), mentre ciascuno degli altri gruppi tassonomici visita meno del 6 per cento delle colture. Alcune specie di api, come l’ape occidentale (Apis mellifera) e l’ape orientale del miele (Apis cerana), alcuni calabroni, alcune api senza pungiglione e alcune api solitarie sono allevate (domesticate); tuttavia, la stragrande maggioranza delle 20.077 specie di apoidei conosciute al mondo sono selvatiche;

gli impollinatori svolgono in natura un ruolo vitale come servizio di regolazione dell’ecosistema. Si stima che l’87,5 per cento (circa 308.000 specie) delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione sessuale, e questo varia dal 94 per cento nelle comunità vegetali tropicali al 78 per cento in quelle delle zone temperate (IPBES, 2017). È stato dimostrato che il 70 per cento delle 115 colture agrarie di rilevanza mondiale beneficiano dell’impollinazione animale (Klein et al., 2007); inoltre l’incremento del valore monetario annuo mondiale delle produzioni agricole ammonta a circa 260 miliardi di euro (Lautenbach, 2012). In Europa la produzione di circa l’80 per cento delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori (EFSA, 2009);

la protezione degli insetti impollinatori, in particolare apoidei e farfalle è quindi di fondamentale rilevanza, poiché essi svolgono un importante ruolo nell’impollinazione di una vasta gamma di colture e piante selvatiche;

le api forniscono inoltre preziosi prodotti dell’alveare quali: miele, polline, pappa reale, cera, propoli, veleno, da sempre utilizzati ed apprezzati dall’uomo;

la maggior parte delle piante di interesse agricolo necessita degli insetti pronubi per l’impollinazione. A causa di alcune scelte della moderna agricoltura come la monocultura, l’eliminazione delle siepi e l’impiego dei fitofarmaci, nonché l’alterazione e la frammentazione delle aree naturali, l’ambiente è divenuto inospitale per la maggior parte degli insetti pronubi;

il declino della presenza dei pronubi selvatici ha fatto sì che l’importanza dell’Apis mellifera sia diventata fondamentale per alcune colture;

in Europa, quasi metà delle specie di insetti è in grave declino e un terzo è in pericolo di estinzione. Il cambiamento dell’habitat e l’inquinamento ambientale sono tra le principali cause di questo declino. In particolare, l’intensificazione dell’agricoltura negli ultimi sei decenni e l’uso diffuso e inarrestabile dei pesticidi sintetici rappresenta uno dei principali fattori di decremento delle popolazioni e di perdita di biodiversità degli insetti pronubi negli ultimi tempi;

considerato che i cambiamenti climatici che si manifestano con eventi atmosferici sempre più estremi, sommati all’utilizzo dei pesticidi e all’accrescimento dell’inquinamento, rappresentano per l’apicoltura e per la sopravvivenza della specie un serio pericolo e un ingente fattore di rischio cui è necessario intervenire, poiché le ripercussioni che ciò avrà per gli ecosistemi del pianeta nei prossimi anni potrebbero essere molto gravi, in virtù del fatto che gli insetti sono la base strutturale e funzionale della maggior parte degli ecosistemi del Pianeta;

il ripristino degli habitat naturali, insieme ad una drastica riduzione degli input agro-chimici e alla “riprogettazione” agricola, è probabilmente il modo più efficace per evitare ulteriori diminuzioni o scomparse degli insetti impollinatori, in particolare nelle aree ad agricoltura intensiva. Ad esempio, filari, siepi e prati impiantate ai margini del campo aumentano l’abbondanza di impollinatori selvatici, come pure la rotazione delle colture con trifoglio o altre leguminose può incrementare l’abbondanza e la diversità dei bombi, che a loro volta migliorano la resa delle colture e la redditività dell’azienda. Queste pratiche di “ingegneria ecologica” non solo favoriscono gli impollinatori, ma conservano anche i nemici naturali degli insetti che sono essenziali per contenere le specie di parassiti erbivori che attaccano numerose ed importanti colture. Tuttavia, affinché queste misure siano efficaci, è fondamentale che gli attuali modelli di utilizzo dei pesticidi, principalmente insetticidi e fungicidi, siano ridotti al minimo per consentire il recupero delle popolazioni di insetti e dei relativi servizi di “controllo biologico” dei patogeni;

in molti dei sistemi agricoli presenti nel mondo, il controllo biologico costituisce un mezzo sottoutilizzato, ma economicamente efficace e a basso impatto ambientale per risolvere i problemi dei parassiti delle colture, in grado di preservare la biodiversità sia all’interno che al di fuori delle aziende agricole,

impegna il Governo:

1) a favorire e a sostenere lo sviluppo delle attività apistiche in maniera diffusa sul territorio nazionale, come opportunità di reddito e inclusione sociale e come bioindicatore dello stato di salute dell’ambiente;

2) a trasferire l’IVA imponibile sull’attrezzatura da apicoltura dal 22 al 10 per cento;

3) a prevedere l’indennizzo e il sostegno al reddito nel caso di conclamati danni alla produzione causati dai cambiamenti climatici con produzioni anche prossime allo zero (es. 2019 e 2021) o dall’utilizzo improprio di biocidi o prodotti fitosanitari che determinano anche la morte di massa degli apiari;

4) a favorire la presa di coscienza sul ruolo delle api e dell’apicoltura per la salvaguardia della biodiversità e della sicurezza alimentare, e come opportunità di sviluppo economico sostenibile del territorio;

5) ad includere e ad incrementare nella pianificazione del verde pubblico la coltivazione di specie vegetali gradite alle api anche attraverso la realizzazione di aree dedicate rilanciando la coltivazione di piante locali mellifere e a selezionare i “miscugli apistici” per la semina dei prati destinati a verde pubblico fra cui scuole, ospedali, giardini;

6) a porre grande attenzione ai trattamenti sulle alberate delle città, da evitare in fioritura e in presenza di melata;

7) a ridurre progressivamente, fino ad eliminarlo, l’uso di erbicidi nella manutenzione dei cigli stradali e negli spazi verdi pubblici;

8) a promuovere una riflessione nelle comunità coinvolgendo i cittadini e i principali portatori di interesse sul rapporto tra l’agricoltura e le api e sulle possibili strategie di valorizzazione e salvaguardia del territorio che passino attraverso il recupero e l’adozione di buone pratiche agricole incentrate sulla sostenibilità, fra cui il finanziamento di corsi di formazione gratuiti per i piccoli imprenditori agricoli o i contadini “fai da te” per aiutarli a fare un utilizzo consapevole dei prodotti chimici;

9) a promuovere e a sostenere iniziative a sostegno dell’apicoltura (eventi, mostre, convegni, premi) anche in collaborazione con altri Comuni, ivi incluso la realizzazione di azioni concrete e simboliche nella propria città al fine di sensibilizzare la cittadinanza, quali ad esempio la realizzazione di un “Giardino delle api” (con piante nettarifere o aromatiche, e eventuali arnie dimostrative), l’ideazione di percorsi didattico-informativi, l’utilizzo delle api come tema artistico-decorativo nei progetti di riqualificazione urbana e di decoro della città (sul modello street art);

10) a sollecitare l’impegno delle istituzioni a tutti i livelli, locali, nazionali ed internazionali, nella difesa e salvaguardia delle api e dell’apicoltura;

11) a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione sul valore di bene comune dell’apicoltura, coinvolgendo in particolare le scuole di ogni ordine e grado del proprio territorio.

[Fonte: www.senato.it]

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