Percorso:

51ª Seduta Pubblica – Principio generale della legittima difesa

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“Fratelli d’Italia difende il principio generale della legittima difesa, che è causa di giustificazione dal punto di vista normativo, ma soprattutto sottolinea che la legittima difesa non è soltanto un principio generale, ma è un diritto, ed è un diritto naturale. Lo è soprattutto quando vi si deve ricorrere nei casi in cui viene violato il proprio domicilio e la vita propria o della propria famiglia viene messa a rischio.”

RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI).

Signor Presidente, voglio partire subito da una rivendicazione di primogenitura: la legittima difesa è una battaglia storica di Fratelli d’Italia – come è stato già ricordato – che voglio ribadire perché è stata oggetto di una proposta di legge presentata già nella scorsa legislatura e ripresentata all’inizio di questa legislatura.

Il problema non è la primogenitura. Il problema è rispondere a un’esigenza percepita nel Paese. Fratelli d’Italia, anche rispetto al decreto-legge su sicurezza e immigrazione, che discuteremo prossimamente, ha presentato degli emendamenti, perché ritiene che all’interno di quel pacchetto vi sia un diritto di cittadinanza anche per la difesa legittima.

Il quadro normativo – come è stato ricordato – stabilisce chiaramente quale sia il perimetro in cui si deve inserire ogni considerazione sulla legittima difesa. L’istituto della legittima difesa si colloca tra le cause di giustificazione del reato e trova il suo fondamento in quella necessità di autotutela della persona, in assenza, evidentemente, dell’ordinaria tutela. La relativa disciplina, quindi, è contenuta nell’articolo 52 del codice penale e stabilisce l’esistenza di un diritto tutelare, proprio e altrui, la necessità della difesa, l’attualità del pericolo, l’ingiustizia dell’offesa, il rapporto di proporzione tra difesa e offesa.

Il succitato articolo prevede, poi, nei commi seguenti, anche la cosiddetta legittima difesa domiciliare, sulla quale tornerò nello specifico, definita anche legittima difesa allargata, legata alla violazione di domicilio, e quindi a quel diritto – ritorna il termine del diritto – all’autotutela in un domicilio privato.

Al di là del quadro normativo – e potremmo proseguire – vorrei sottolineare un aspetto che non è normativo, ma non è meno importante, ovvero quello della percezione della sicurezza nella vita quotidiana dei cittadini. Il legislatore deve rispondere a esigenze concrete, ma anche all’avvertito bisogno di sicurezza. Quella di cui noi parliamo oggi è un’urgenza della pubblica opinione. Guardando quest’Assemblea non si direbbe, ma invece lo è. Ringrazio chi è presente e mi dispiace per chi non c’è, ma immaginavo una partecipazione massiccia, un dibattito sentito, perché stiamo parlando di qualcosa che, al di fuori di qui, è sentito sulla pelle delle persone e delle loro famiglie. (Applausi dal Gruppo FdI).

Torniamo, quindi, alla percezione di sicurezza, sulla quale non si deve speculare. Non ce n’è bisogno, perché i dati raccontano tutto con evidenza plastica e non sono i dati che forniamo noi; lo ha fatto l’ISTAT, in una ricerca presentata nel 2018, relativa al biennio 2015-2016, dedicata alla percezione della sicurezza. Citerò solo due degli indicatori, che riguardano la preoccupazione di subire reati e la percezione di degrado nelle zone in cui si vive.

Bene, anzi male: il 60,2 per cento dei cittadini è molto o abbastanza preoccupato dei furti nelle abitazioni e il 33,9 per cento ritiene di vivere in una zona a rischio di criminalità e lo ritiene molto o abbastanza. Questo dato è decisamente in aumento rispetto alla precedente rilevazione fatta dall’ISTAT, con un’impennata di più 11,9 di punti di percentuale Allora, forse, il legislatore a questo deve guardare quando si mette al lavoro.

Nel contratto di Governo c’è – ed è per questo che ne discutiamo – la partita della legittima difesa e – come è stato già annunciato – noi daremo un voto favorevole, ma il nostro voto favorevole nasce anche dall’aver seguito i lavori in Commissione; nasce soprattutto da uno sforzo di emendare il testo uscito dalla Commissione giustizia. Noi lo vorremmo rafforzare con i nostri emendamenti, e farò anche qualche esempio.

Nel testo ci sono elementi di debolezza. In particolare, i nostri emendamenti si riferiscono a quel margine di discrezionalità riservato al giudicante, che rischia di vanificare la modifica normativa stessa. La difesa è un diritto, ed è per questo che la riteniamo sempre legittima, ma vorrei dire qualcosa di più: è un principio, è un diritto ed è anche un dovere.

Fratelli d’Italia chiaramente difende il principio generale della legittima difesa, che è una causa di giustificazione – come abbiamo detto – dal punto di vista normativo, ma soprattutto sottolinea che la legittima difesa non è soltanto un principio generale, ma è un diritto, ed è un diritto naturale. E lo è soprattutto quando vi si deve ricorrere nei casi in cui viene violato il proprio domicilio e la vita propria o della propria famiglia viene messa a rischio. (Applausi dal Gruppo FdI).

Non bisogna dare l’onere a chi è vittima di soppesare, in una causa straordinaria e particolarissima, le circostanze e le modalità in cui si verifica la minaccia. Questo è assurdo e offensivo nei confronti della vittima. Ancora e oltre: lo riteniamo un diritto – ma anche un dovere – perché, se io sono a casa mia ed entrano delle persone, in quel momento sento su di me il dovere di difendere chi sta a casa mia, mio figlio, un mio convivente; sento di dover difendere chiunque da una minaccia senza avere bisogno di soppesarla.

Colleghi, la debolezza c’è in questo testo, sia pure complessivamente positivo. Abbiamo detto che c’è una debolezza nel margine eccessivo di discrezionalità al giudicante. C’è ancora un eccesso, sempre rispetto alla discrezionalità, quando si specifica la proporzionalità della difesa: vi è quando non vi è desistenza e c’è pericolo di aggressione. Ebbene, per noi è proprio il contrario. Vogliamo ribaltare questo concetto, e lo facciamo attraverso un emendamento. Vogliamo ribaltare il concetto perché vogliamo non valutare la desistenza, ma puntare sul fatto oggettivo e indiscutibile che c’è un pericolo di aggressione, che non dobbiamo stare con il bilancino a sapere quanto e come mi aggrediranno. Mi aggrediscono e basta. Questo è il punto dal quale partire per un’ulteriore riflessione.

Cari colleghi, il testo della Commissione ha anche un altro elemento di debolezza: non considera come luogo dove ci si possa legittimamente difendere la vicinanza del domicilio o la sede lavorativa; quindi, sostanzialmente, ci si può difendere solo in casa propria. Anche questo è un elemento fragile: per noi la difesa – come ho cercato di spiegare – è sempre legittima quando, ovviamente, è in atto un intento minaccioso.

Oggetto di un nostro emendamento, che ci auguriamo venga accolto – e non è banale, attenzione! – è che non è necessario un «grave turbamento», come propone il testo. Basta un turbamento. Chi stabilisce la gravità del turbamento se entrano in casa mia e minacciano me e la mia famiglia? Attenzione, allora, perché il senso di gravità del turbamento diventa troppo sindacabile e a eccessiva discrezione del giudicante.

Per farla breve, il riconoscimento della legittima difesa non può diventare un rebus, ma deve esserci un parametro chiaro e definito; e i parametri chiari e definiti sono mancati. Purtroppo, si va a ledere il principio di assolutezza della legittima difesa che noi sosteniamo: principio, diritto e dovere.

La difesa da parte del cittadino è sempre legittima, anche per mettere fine a quei calvari giudiziari che le vittime hanno dovuto subire, persone che sono passate da vittime a carnefici, persone – vittime – che sono andate a processo. I casi purtroppo sono molti: è stato ricordato quello di Mario Cattaneo, ma ci sono altri casi, come quello di Graziano Stacchio, quello di Rodolfo Corazza e di Francesco Sicignano. Voglio anche dire che nella maggior parte dei casi, ove le imputazioni riguardavano un eccesso di legittima difesa, dopo un calvario i processi si sono risolti con un’archiviazione. Questo forse vuol dire qualcosa.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice Rauti.

RAUTI (FdI). Ha ragione, Presidente, e mi scuso. Concludo subito.

Perché sottoporre una vittima a un calvario giudiziario per poi riconoscerne l’innocenza? Nessuno avrà mai rimborsato i danni morali e materiali a quella persona e alla sua famiglia. Anche in virtù di questo dobbiamo prevenire e dobbiamo riconoscere alla difesa legittima il principio assoluto: la difesa è sempre legittima. (Applausi dal Gruppo FdI. Congratulazioni).

Resoconto stenografico della 51ª seduta pubblica del 24 ottobre 2018
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