Percorso:

La Provincia – Quotidiano di Cremona – Rauti (FdI) «M5s? Dopo i ‘no’ ora vediamo cosa sanno fare»

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«Vedo criticità nel governo. Voteremo i provvedimenti aderenti al nostro programma»
Oggi e domani in piazza Roma raccolta firme per l’elezione diretta del Capo dello Stato

La senatrice Isabella Rauti è da ieri tra Cremona e il Mantovano. Visiterà i Comuni dove il 10 giugno si voterà e avrà una serie di impegni istituzionali legati alla festa della Repubblica più altri incontri. Fratelli d’Italia ha lanciato una raccolta di firme a sostegno dell’iniziativa ‘Lo scelgo io’ per l’elezione diretta del presidente della Repubblica.
Sarà allestito un gazebo in piazza Roma, lato via Solferino oggi e domani dalle 9,30 alle 12,30.
Perché rilanciate questa proposta?
«Perché gli ultimi 85 giorni di crisi istituzionale hanno evidenziato deficit di democrazia rappresentativa e di partecipazione» .
Qual è lo stato di salute di Fratelli di Italia?
«Siamo presenti sul territorio e abbiamo ottimi rapporti di coalizione nel centrodestra con cui affrontiamo la tornata delle amministrative.
Insieme governiamo in Lombardia, Molise, Friuli, Liguria e Sicilia. In provincia di Cremona col 5 per cento conquistato il 4 marzo abbiamo raddoppiato il risultato delle politiche del 2013».
Come giudica la fase successiva alle ultime elezioni?
«Abbiamo vissuto in diretta una crisi istituzionale senza precedenti, nata da una legge elettorale irresponsabile che FdI non ha votato. Da una crisi politica si è innescata una crisi istituzionale dalla quale Mattarella non usciva. All’origine c’è non avere affidato un incarico pieno a Salvini come leader della coalizione vincente con oltre il 37 per cento dei voti. Era la via più ragionevole.
Il governo di larghe intese del 2013 fu affidato a Letta a fronte di un risultato inferiore al 30 per cento. Da questa anomalia sono scaturite situazioni di impasse e paralisi».
Come valuta il governo giallo-verde?
«Sul primo tentativo non abbiamo risparmiato critiche. Rispetto all’ipotesi di un esecutivo tecnico abbiamo dichiarato totale avversione e abbiamo criticato la decisione del Presidente di forzare il perimetro istituzionale bocciando un intero governo per bocciare un ministro. Si era creato un pasticciaccio istituzionale inestricabile e allora siamo tornati a invocare un governo politico al quale abbiamo proposto di rafforzarlo».
E i vostri elettori sono d’accordo?
«Siamo fuori e sul voto di fiducia ci asterremo. Valuteremo ogni singolo provvedimento. Se saranno vicini al programma di centrodestra e utili al Paese li voteremo. E’ una posizione netta e responsabile. Noi dicevamo che non si poteva votare sotto la tempesta dei mercati. E non si poteva votare tra fine luglio e inizio agosto. Era necessario dare al Paese un governo politico» .
Come valuta la rosa dei ministri?
«Eravamo disposti a sostenere la scelta del professor Savona. A torto è stato demonizzato come l’uomo nero anti euro. Le sue posizioni sono state strumentalizzate nell’ambito di un’operazione che ci è sembrata ispirata da Berlino e Bruxelles, non rispettosa della volontà popolare, visto che M5s e Lega raggiungono quasi il 50 per cento dei voti» .
E lo spostamento di Savona a un altro dicastero?
«E’ un escamotage. Lo preferivamo dove era stato indicato. Per il resto questa squadra deve dimostrare tutto. Sono persone che saranno giudicate dai fatti».
Quali provvedimenti appoggerete?
«La flat tax, politiche serie e politiche correttive sull’immigrazione clandestina. Ci aspettiamo che su aspetti dirimenti come l’adozione di coppie gay si assuma una posizione contraria e netta. Chiediamo lo spostamento di risorse dal fondo accoglienza al fondo dei rimpatri».
E la legittima difesa?
«Non da oggi pensiamo che sia necessario rivedere le ipotesi in essere. Quelle messe in campo alla fine della diciassettesima legislatura erano distorsive. La difesa è sempre legittima».
E la legge Fornero?
«E’ più un problema in seno ai partner di governo che nostro. Noi chiediamo una correzione, non l’abolizione che vuole la Lega» .
E il reddito di cittadinanza?
« E’ inattuabile economicamente e disegna un modello di welfare assistenzialistico che non ci appartiene. Vorremmo vedere misure di sostegno alle imprese e a chi ancora soffre per la crisi economica. Terremo gli occhi aperti perché nel contratto non ci sono misure contro la disoccupazione. E quella giovanile è al 33 per cento. Non c’è un capitolo dedicato al lavoro femminile e nemmeno sulle infrastrutture del Mezzogiorno, sul popolo delle partite Iva, sui commercianti e il lavoro autonomo» .
Come vede il futuro del Paese?
«Questa agonia istituzionale è stata corrosiva e pericolosissima. Il Paese è rimasto bloccato mentre deve essere rilanciato. Abbiamo perso del tempo prezioso» .
Il suo giudizio sul Movimento 5 Stelle?
«Vedo criticità. Penso ai vaffa day e a un comico che inaugura una democrazia virtuale attraverso una piattaforma gestita (forse) da Casaleggio. Di metamorfosi in in metamorfosi è arrivato a gestire alcune amministrazioni con esiti fallimentari, vedi Torino e Roma, ed è dilaniato da due anime, quella diplomatica di Di Maio e quella estremista del presidente Fico, a suo tempo molto legato ai centri sociali e che nella giornata della legalità, di fronte all’inno d’Italia resta con le mani in tasca e con l’aria scocciata. Per non parlare della terza anima rappresentata da Di Battista. Sono un po’ un’orda giacobina che ha vissuto sin qui sull’antipolitica che è una domanda legittima. Ma in un sistema democratico, quella grillina rappresenta una risposta sbagliata e malpancista» .
E adesso?
«Ora che il M5s è arrivato al governo sulla base di un contratto di natura privatistica, deve dimostrare che non si può dire sempre no ed essere distruttivi e corrosivi. Bisogna essere capaci di fare una politica del sì, di fare cose, di rispondere ai bisogni e difendere il Paese».
Anche la Lega ha un’anima rivoluzionaria.
«Abbiamo sottoscritto 10 punti programmatici con loro, non un contratto ma un programma di salvezza nazionale. Dove amministriamo insieme diamo prova di buon governo. La Lega ha superato la dimensione localistica e secessionista ed è diventata un partito nazionale anche se non ha modificato alcuni articoli del suo statuto. Una modifica necessaria quando si diventa forza nazionale».
Chi è il leader del centrodestra?
«Sono un esponente dei FdI che si è sempre contraddistinto nella richiesta delle primarie per la leadership. La presidente Meloni si è sempre impegnata per tenere unito il centrodestra. La riproposizione di un governo politico per uscire dalla crisi è partita martedì sera da lei quando si è saputo che Cottarelli non avrebbe avuto nemmeno i voti del Pd. Saranno gli elettori del centrodestra a indicare il leader della coalizione. Il 5 marzo sulla base dei risultati non abbiamo avuto difficoltà a chiedere che Matteo Salvini venisse incaricato».

Questa voce è stata pubblicata in Rassegna stampa.