Percorso:

Interrogazione a risposta orale – Atto n. 3-03062 – Al Ministro della transizione ecologica

Atto n. 3-03062 (in Commissione)

Pubblicato il 8 febbraio 2022, nella seduta n. 400

LA PIETRA , BALBONI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , PETRENGA , RAUTI , RUSPANDINI , TOTARO – Al Ministro della transizione ecologica. -Premesso che:

“LIFE” è uno dei programmi “storici” della Commissione europea essendo operativo dal 1992 ed è il principale strumento finanziario dell’Unione europea dedicato alla tutela dell’ambiente, alla conservazione della natura e all’azione per il clima. LIFE ha cofinanziato più di 5.500 progetti in tutta la UE mobilitando oltre 9 miliardi di euro di investimenti e contribuendo con oltre 4 miliardi di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento. In Italia il programma ha riscosso un notevole successo che si è tradotto in oltre 900 progetti finanziati, determinando un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro, di cui circa 700 milioni stanziati a titolo di cofinanziamento dalla Commissione europea;

il programma svolge un ruolo essenziale poiché si prefigge di sostenere lo sviluppo, l’attuazione e l’aggiornamento della politica e della legislazione ambientale ed in materia di clima dell’Unione, attraverso il finanziamento di progetti di varie dimensioni diretti a garantire la conservazione e la protezione della biodiversità;

sono molteplici i progetti LIFE interessati da interventi di eradicazione delle specie aliene invasive in numerosi ambienti del Mediterraneo, in particolare quelli che interessano l’eradicazione del ratto nero, Rattus rattus (L., 1758), e specifici vegetali, ad esempio Ailanthus altissima e Carpobrotus, sulle isole italiane;

nello specifico, la Nemo S.r.l. ha progettato tutte le eradicazioni di ratto svolte ad oggi su isole italiane: Montecristo, isolotti minori della Toscana (1999-2001), Giannutri (2005-2006), Zannone (2006), e Molara (2008) e isolotti circostanti (2009-2010). A Molara è stata per la prima volta (in Europa) effettuata la distribuzione aerea delle esche rodenticide, metodologia successivamente utilizzata a Montecristo e a Tavolara (2017) e isolotti adiacenti. Anche se non sempre si è raggiunta la certezza di avere soddisfatto gli obiettivi dichiarati con la rimozione totale del roditore dai distinti ambienti insulari;

altri studiosi fanno presente che, a partire dall’anno 1999 (Capizzi et al., 2016), interventi prevalentemente orientati all’eradicazione del ratto nero sono stati condotti anche su altre numerose isole italiane che comprendono l’isolotto di Porto Ercole, l’isola dei Topi, Peraiola, Palmaiola, Gemini alta, Gemini bassa, La Scola, Giannutri, Zannone, Molara, Proratora, Isola Piana, Isola dei Cavalli e Montecristo, cui hanno preso parte il Corpo forestale dello Stato, vari parchi territoriali fra cui il parco nazionale dell’Arcipelago toscano, alcuni istituti universitari, l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e, spesso, alcune società private tra cui ricorre sempre la ditta Nemo S.r.l. di Firenze;

più di recente programmi analoghi sono stati realizzati anche all’Asinara e a Tavolara. Nel 2018 è stato effettuato l’intervento anche a salvaguardia delle locali popolazioni di uccelli marini, fra cui la berta minore, Puffinus yelkouan (Acerbi, 1827), la berta maggiore, Calonectris diomedea (Scopoli, 1769), il gabbiano corso, Ichthyaetus audouini (Payraudeau, 1826), l’uccello delle tempeste, Hydrobates pelagicus (L., 1758), ed il marangone dal ciuffo, Phalacrocorax aristotelis (L., 1761);

fra le finalità di questi programmi ci sono state anche la protezione e la salvaguardia di alcune delle più minacciate specie di uccelli marini. Considerato che i progetti presi in carico dalla Nemo S.r.l. hanno visto l’utilizzo del veleno “Brodifacoum” tramite distribuzione con elicottero di esche velenose, utilizzando pellet contenente tale medicinale; la scheda di sicurezza del Brodifacoum indica i pericoli connessi al suo utilizzo: rischi per la salute in quanto il principio attivo è un potente anticoagulante e rischi per l’ambiente in quanto esso è altamente tossico per gli organismi acquatici e può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico; inoltre, nelle informazioni ecologiche della scheda, il prodotto viene classificato come “persistente”; il metodo scelto, quello dell’avvelenamento aereo, ha portato successivamente alla scomparsa o alla decimazione di altre specie protette presenti sulle isole,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo fosse a conoscenza dell’utilizzo della suddetta modalità che, lungi dall’essere mirata e selettiva, rappresenta un serio pericolo, oltre che per gli altri animali presenti sulle isole, anche per l’ambiente particolarmente protetto, andando ad inquinare le falde acquifere, il mare e a contaminare tutta la catena alimentare, sebbene sia condivisibile l’intenzione di eradicare alcune delle specie dannose, come il ratto nero, dalle isole;

considerato che in nessuna delle isole mediterranee esistono ancora delle biocenosi originarie (perché perdute ormai da millenni a causa dell’interferenza antropica), se abbia un senso procedere a sedicenti programmi di “riqualificazione ambientale” (mediante i progetti LIFE+) che prevedono essenzialmente la massiva eradicazione (anche violenta) di molte delle piante e degli animali ormai presenti da tempo, ma originariamente alloctone, che sono riuscite ad integrarsi nel nuovo ambiente interagendo con esso fino a diventarne parte ormai integrante;

se fosse a conoscenza del fatto che, in nome della “purezza razziale”, si sia proceduto in molte delle isole alla completa rimozione forzata di specie animali, come il riccio, Erinaceus europaeus L., 1758, la pernice rossa, Alectoris rufa (L., 1758), la coturnice orientale, Alectoris chukar J.E.Grasy, 1830, ed il fagiano, Phasianus colchicus L., 1758, da Pianosa (Arcipelago toscano), il coniglio selvatico, Oryctolagus cuniculus (L., 1758), e parte della popolazione di capra selvatica, Capra aegagrus Erxleben, 1777, da Montecristo, mentre al Giglio l’estirpazione degli ultimi individui di muflone, Ovis orientalis Gmelin, 1774, è ancora in corso. E se non fosse invece il caso di contenerne la diffusione;

se fosse a conoscenza del fatto che, nella maggior parte dei casi, queste eradicazioni non sono state supportate da alcuno studio scientifico preliminare condotto localmente, ma solo arbitrariamente giustificate con riferimento a studi svolti in realtà geografiche ed ambientali molto lontane dal Mediterraneo, come nel caso dei mufloni delle Hawaii o delle Canarie;

se fosse a conoscenza del fatto che dietro ai numerosi progetti LIFE+ (LetsGo Giglio, Montecristo 2010, Life Puffinus Tavolara, Resto con Life, Life PonDerat, Life Diomedee), cui partecipano enti pubblici come l’ex Corpo forestale dello Stato, l’ISPRA, il PNAT ed altri ancora, appaia ricorrere il coinvolgimento di alcune ditte private (come la fiorentina NEMO srl, presente in ogni progetto) che redigono le relazioni tecniche per i piani di gestione, stilano le proposte progettuali presentate sui bandi, e vengono coinvolte come beneficiari associati o come sub-contractor in attività di progettazione esecutiva e supporto nello svolgimento dei lavori, nel monitoraggio scientifico e nella gestione generale del progetto finanziato. E che non sia mai stato chiesto al alcun gruppo di ricercatori indipendenti dai progetti LIFE+ di assistere alla loro realizzazione e di verificarne i risultati;

se intenda verificare, inoltre, visto che gli interventi risultano già effettuati, il rispetto della condizione di cui alla lettera c) dell’articolo 1 dell’ordinanza del Ministero della salute del 14 gennaio 2010;

se ritenga opportuno procedere ad una verifica delle motivazioni e giustificazioni sottostanti agli interventi finanziati, in quanto una volta alterato un ecosistema, soprattutto se insulare, è praticamente impossibile tornare indietro, ed è imbarazzante che questo possa avvenire grazie al sostegno dei fondi europei e dell’intera comunità.

[Fonte: www.senato.it]

Questa voce è stata pubblicata in Interrogazioni.