Percorso:

ilgiornaleditalia.it – Dl Ucraina, voto di fiducia in Senato: 214 sì e 35 no. In Aula: “No soldi per armi”

Fratelli d’Italia e Misto contrari. Lega, Italia Viva, Forza Italia, M5s e Pd favorevoli. Intanto Italexit e Alternativa hanno protestato contro l’aumento delle spese militari

Il Senato ha votato la fiducia al governo Draghi sul dl Ucraina. 214 i voti favorevoli, 35 i contrari. Nessun astenuto. In Aula erano presenti 249 senatori. Ora saranno previste quindi misure non solo per accogliere i profughi in fuga dal Paese di Zelensky, ma anche per l’invio di equipaggiamenti militari a Kiev. In Aula durante la votazione sono apparsi cartelli bianchi con la scritta nera “No soldi per le armi”. L’iniziativa della protesta è arrivata da Italexit e Alternativa, ai quali si è aggiunto anche il Gruppo Misto. La presidente Paola Taverna ha richiamato due volte i senatori e ha chiesto l’intervento dei commessi per rimuovere i cartelli.

Dl Ucraina: FdI e Misto contrari
“Purtroppo, con l’approvazione di questo decreto verrà certificato l’ordine del giorno approvato a Camera che dà il via all’aumento delle spese militari per il 2% del Pil. È arrivato il momento di fare una riflessione molto seria su questo governo”. Lo afferma la senatrice del Gruppo Misto Barbara Lezzi durante la discussione generale sul dl Ucraina in Aula. “Il governo potrà prendere atto di quell’ordine del giorno nella scrittura del Def”, osserva la politica, secondo la quale, a fronte delle spese militari, “già nei documenti di bilancio sono stati indicati maggiori entrate per 12 miliardi all’anno prendendole dalle Pmi con la compliance”.

Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Difesa, annuncia il voto contrario del partito: “Avremmo votato a favore, come alla Camera, anche al Senato il decreto se avesse avuto un normale percorso con emendamenti, ordini del giorno, miglioramenti, confronto, invece il ricorso al voto di fiducia su una materia così sensibile sconfessa il Governo”, afferma.

Lega, Iv, FI e Pd favorevoli
Sul dl Ucraina “si è voluto montare un set cinematografico per far vedere un film lontano dalla realtà”, afferma invece Davide Faraone, presidente di Italia Viva, il quale si si dice “convintamente favorevole” alla fiducia. Vota sì anche la Lega perchè “favorevole a questo provvedimento”. “L’Ucraina – dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo – ha il diritto di difendersi e il governo italiano ha il dovere di prestare tutto l’aiuto al popolo ucraino, aiuti militari compresi. Rispettando anche il patto atlantico”.

“Votando la fiducia facciamo una scelta convinta, al di là di questo decreto, siamo di fronte a questioni essenziali, non più eludibili: questioni umanitarie e militari, ma anche rispetto degli impegni internazionali. Il centrodestra, seppur con sfumature diverse, ha mostrato visione comune, invece il campo largo è un campo minato”. Lo afferma il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Il senatore del Pd Alessandro Alfieri afferma: “Il disimpegno Usa in Afghanistan ha fatto credere che l’Europa fosse più debole e che la Russia potesse fare la voce grossa e occupare l’Ucraina senza sforzi. Invece l’Europa e la Nato sono, dopo l’invasione russa, più forti e unite. Abbiamo aiutato l’Ucraina e con le sanzioni stiamo indebolendo il gigante russo. Certo abbiamo inviato armi, armi che stanno aiutando l’Ucraina a resistere. Ma questo decreto che approviamo si preoccupa di aiutare quel paese in termini economici, di sostegno alla loro resistenza, anche con armi da difesa, e soprattutto aiutiamo il popolo ucraino, in particolare donne e bambini, a fuggire da una guerra”.

Sì anche dal M5s
Voto favorevole anche da parte del M5s, nonostante la querelle degli ultimi giorni tra grillini e governo riguardo l’aumento delle spese militari. In Aula, la capogruppo Mariolina Castellone ha infatti dichiarato: “Oggi votiamo convintamente la fiducia a questo provvedimento, non abbiamo mai messo in discussione la nostra fiducia al governo o la certezza che l’Europa e la Nato vadano sempre difese e rafforzate”. Proprio sugli stanziamenti per la difesa, la senatrice ha in seguito aggiunto: “Ci sono interi settori in ginocchio, il 15% delle famiglie italiane non riuscirà a pagare le bollette, eppure per tutte altre forze politiche al centro dell’agenda sembra esserci il tema dell’aumento delle spese militari, e allora anche il dibattito su questo provvedimento è stato inquinato da chi provava a confondere i piani”.

[Fonte: www.ilgiornaleditalia.it]

Questa voce è stata pubblicata in Commissione Difesa - Rassegna stampa, Rassegna stampa.