Percorso:

208ª Seduta Pubblica – Comunicazioni del Presidente sul calendario dei lavori

Resoconto stenografico

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AIROLA (M5S). Signor Presidente, domando di parlare sull’ordine dei lavori.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, l’ordine dei lavori prevede l’intervento di Fratelli d’Italia in questo momento (Applausi dai Gruppi FdI, FIBP-UDC e L-SP-PSd’Az) perché, come è stato anticipato dai colleghi che mi hanno preceduto, nella Conferenza dei Capigruppo abbiamo chiesto insieme, con la medesima determinazione, che il Presidente del Consiglio venisse in Aula per tenere delle comunicazioni e non un’informativa. Questa differenza forse sfugge fuori dall’Aula, ma non sfugge qui la differenza sostanziale tra comunicazione e informativa.

Le comunicazioni avrebbero portato in quest’Aula confronto, dibattito, tempi adeguati all’importanza del tema e la possibilità di esprimere un voto e una valutazione. Tutto questo viene impedito con il meccanismo dell’informativa. Penso inoltre che il meccanismo delle comunicazioni, con il dibattito e con il voto, avrebbe rafforzato il ruolo del presidente Conte in Europa, perché avrebbe rappresentato o meno una sorta di mandato. (Applausi dai Gruppi FdI e FIBP-UDC).

Si sta abdicando a questo per tenersi le mani libere? Quando si trattano gli interessi nazionali non si hanno mai le mani libere. Il Parlamento non è un luogo di esternazioni, non è un set. Mi richiamo ai principi fondamentali della democrazia, del confronto e del dibattito parlamentare, che purtroppo in questi ultimi mesi sono stati troppo spesso contraddetti. Non voglio aprire altre polemiche, come il ricorso al voto di fiducia su un atto importante; voglio limitarmi a questo elemento recente. La scelta di un’informativa significa sottrarsi al confronto parlamentare, significa in realtà – scusatemi, colleghi – riproporci la formula, che piace usare al Presidente del Consiglio, del renderci edotti ogni quindici giorni, perché l’informativa rientra in quella logica che il Presidente ha espresso di renderci edotti ogni quindici giorni. Quando poi, tra l’altro, non ci anticipa tutto già su Facebook, come è accaduto oggi e in altre circostanze, per cui addirittura siamo già edotti prima ancora di arrivare in Aula. (Applausi dai Gruppi FdI, FIBP-UDC e L-SP-PSd’Az).

E allora dico che non devo ricordare io al Presidente il ruolo delle Camere, dico che non si può svuotare l’istituzione, dico che la democrazia non solo ha le sue regole, ma ha anche i suoi crismi e che anche i crismi si rispettano. Io vedo in questo un mancato riconoscimento delle regole del sistema democratico e dei suoi crismi. Inoltre, vedete, la scusante di un consiglio informale purtroppo non regge non solo nel metodo, ma neanche nel merito, perché tutti sappiamo benissimo che si è svolto un Eurogruppo, che questo è arrivato a delle conclusioni e che queste saranno discusse e saranno centrali; esse riguardano il destino dell’Italia, il destino economico del nostro Paese. Non è questione né marginale, né superflua, né di piccolo spessore, ma di grande importanza, di visione e di scelta politica. Bisognava fare qui chiarezza sulle condizionalità, leggere o pesanti, esistenti o inesistenti, su tanto di quanto è contenuto in quell’importantissimo accordo raggiunto nella riunione dell’Eurogruppo. Allora, cari colleghi, qui non è più questione di posizionamento politico; qui è questione di orgoglio delle istituzioni e della loro funzionalità. Sfuggire al confronto parlamentare fa male al ruolo di qualsiasi Presidente e fa male al Paese. (Applausi dai Gruppi FdI e FIBP-UDC).

[Fonte: www.senato.it]

Resoconto stenografico 208ª Seduta Pubblica
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