Percorso:

Interrogazione a risposta scritta – Atto n. 4-03207 – Al Presidente del Consiglio dei ministri

Atto n. 4-03207

Pubblicato il 21 aprile 2020, nella seduta n. 208

URSO , CIRIANI , BALBONI , BERTACCO , CALANDRINI , DE BERTOLDI , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , IANNONE , LA PIETRA , LA RUSSA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RAUTI , RUSPANDINI , TOTARO , ZAFFINI – Al Presidente del Consiglio dei ministri. –

Premesso che, a giudizio degli interroganti:

il nostro Paese sta attraversando in questi mesi una grave emergenza sanitaria, che sta mettendo a dura prova l’intero sistema sanitario-assistenziale e sta compromettendo seriamente l’assetto sociale ed economico nazionale, con conseguenze devastanti per effetto anche della forte recessione globale che si profila per il futuro;

al di là degli interventi straordinari di contenimento del fenomeno epidemiologico, di prevenzione e di controllo sul territorio, nonché delle misure di sostegno economico che si stanno mettendo in campo nelle ultime settimane (in maniera convulsa, assolutamente disorganica e, per molti aspetti, discordante oltre che con effetti inadeguati, insufficienti e contraddittori), è del tutto evidente il ritardo e la lentezza con cui il nostro Governo sta gestendo l’emergenza;

numerose sono le omissioni, le sottovalutazioni, le incertezze e le contraddizioni che hanno accompagnato questi mesi, soprattutto nella fase iniziale quando, invece, una risposta tempestiva e competente sarebbe stata assolutamente necessaria e avrebbe certamente arginato il rischio sanitario, minimizzandone in qualche modo gli effetti;

il nostro Paese già da tempo era a conoscenza di possibili rischi epidemici e nelle condizioni, dunque, di agire tempestivamente, per cui, se si fosse attrezzato strutturalmente e in maniera omogenea e coordinata su tutto il territorio nazionale, secondo le indicazioni e le linee guida diffuse anche dalla comunità scientifica, sarebbe stato pronto per affrontare, in modo preparato e consapevole, l’evento eccezionale;

parimenti, l’Organizzazione mondiale della sanità ha tenuto in questi mesi un atteggiamento piuttosto ondivago e incomprensibile, con ingiustificati ritardi e omissioni nelle procedure di attivazione dello stato di allerta e nelle valutazioni delle misure efficaci e dei protocolli da mettere in campo tempestivamente da parte dei singoli Paesi;

considerato che:

già in data 5 gennaio 2020, il Ministero della salute ha emanato un’apposita circolare (avente ad oggetto, testualmente: «Polmonite da eziologia sconosciuta – Cina nuovo coronavirus – Cina»), in cui veniva esplicitato il rischio di una possibile epidemia connessa a casi di polmonite di eziologia sconosciuta nella città di Wuhan, provincia di Hubei, in Cina, allertando su possibili connessioni polmoniti virali e il Paese asiatico;

in data 12 gennaio, il medesimo Ministero ha emanato una nuova circolare avente ad oggetto, testualmente: «Nuovo coronavirus – Cina»), in cui sottolineava ancora la connessione tra virus ed epidemia (specificando, peraltro, che “le evidenze suggeriscono fortemente che l’epidemia sia associata all’esposizione in un mercato ittico di Wuhan”), pur evidenziando, in modo del tutto paradossale, che l’OMS, sulla base delle notizie ricevute dalla Cina, fosse ormai “rassicurato dalla qualità delle indagini in corso [in Cina] e dalle misure di risposta implementate a Wuhan”;

il 31 gennaio, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, senza però l’indicazione di un apposito piano operativo e lasciando quindi, di fatto, tutte le amministrazioni competenti e le strutture, pubbliche e private, nella difficoltà di attivare procedure e protocolli di prevenzione, sorveglianza e gestione appropriati;

il Governo disponeva di un piano nazionale per la prevenzione (2014-2018) e soprattutto di un piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (pubblicato nel 2007 e aggiornato nel 2016), dai quali emerge chiaramente la consapevolezza che, da anni (ovvero dalla fine del 2003, da quando cioè i focolai di influenza aviaria da virus A/H5N1 sono divenuti endemici nei volatili nell’area estremo oriente, ed il virus ha causato infezioni gravi anche negli uomini), il rischio di una pandemia influenzale è diventato più concreto e persistente;

tali piani non sono stati tempestivamente attivati, nonostante già nel corso dei mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020 fossero stati registrati focolai di polmonite atipica virale in numerose aree della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia-Romagna (addirittura uno studio dell’università di Milano ha collocato nel periodo tra ottobre e novembre l’esordio dell’epidemia in Italia);

a ciò si aggiunge che, come emerso da recenti notizie di stampa, già a gennaio il Ministero disponeva di un apposito “piano nazionale di emergenza” per contrastare il coronavirus che sarebbe stato secretato in quanto contenente “tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini”;

il fatto, se confermato, sarebbe di un’assoluta e inaudita gravità in quanto, tanto più in una situazione delicata e complessa che presenta scenari drammatici, è fondamentale una sana consapevolezza da parte di tutti e un’assunzione seria di responsabilità; in campo sanitario il tempo è un fattore essenziale e strategico e, dunque, la strada della “gradualità”, soprattutto in condizioni emergenziali come quella che stiamo vivendo, non sempre si rivela efficace e risolutiva,

si chiede di sapere:

quali elementi si ritenga di dover fornire in merito alle criticità evidenziate, soprattutto con riferimento ai ritardi e alle omissioni del Governo, che pur disponeva dall’inizio del mese di gennaio di elementi e dati certi e ufficiali;

per quali motivazioni il Governo non abbia ritenuto di avvalersi tempestivamente dei piani nazionali citati, peraltro attivati poi solo in modo parziale e, in ogni caso, se non si ritenga opportuno informare il Parlamento sul contenuto del presunto piano secretato e sulle effettive motivazioni che avrebbero spinto il Governo a non informare al riguardo, correttamente e con completezza fin dall’inizio, tutte le autorità e gli enti competenti;

se, analogamente a quanto stanno facendo in questi giorni gli altri Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti), non si ritenga necessario che il Governo italiano si attivi formalmente per richiedere alle autorità cinesi maggiori informazioni e una completa trasparenza sulle cause e sulla gestione del diffondersi del virus.

Fonte: [www.senato.it]

 

Questa voce è stata pubblicata in Interrogazioni.