Percorso:

106ª Seduta Pubblica – Discussione di mozioni sulle riserve auree della Banca d’Italia

RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, come abbiamo ascoltato, la questione della proprietà delle riserve auree viene da lontano, e da ciò che abbiamo ascoltato si evince che si trascina da tempo, irrisolta. Per dirla in breve, essa passa attraverso la privatizzazione del sistema bancario negli anni Novanta, l’ingresso nell’euro, i quesiti posti durante il Governo Berlusconi, la proposta del Governo Prodi, nel 2007, di vendere una parte delle riserve auree per ripagare il debito, nonché attraverso il contesto, ricordato dal mio collega Zaffini, del 2014, con quel decreto IMU-Bankitalia al quale Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni si opposero. In sintesi, oggi affrontiamo una vexata quaestio, che non trova soluzioni e non trova risposte chiare, tranne quelle della Banca centrale europea.

Questa vexata quaestio arriva qui, oggi, ora, a noi con una domanda semplice e complessa, ma di fondo: di chi è la proprietà dell’oro custodito dalla Banca Italia? Voglio sottolineare che essa arriva oggi in discussione perché Fratelli d’Italia, per prima ha sollecitato – direi scatenato – questo dibattito. Lo ha fatto, ci tengo a ricordarlo, con una mozione, la 1-00077, presentata già il 6 febbraio scorso. Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto la sua battaglia sulla proprietà da parte dello Stato, e non delle banche che lo custodiscono, dell’oro italiano. Abbiamo presentato questa mozione il 6 febbraio scorso nella convinzione, profonda e irremovibile, che da sempre le proprietà e le riserve auree svolgono una funzione di garanzia, di indipendenza e di sovranità di un popolo.

Lo stesso concetto abbiamo ricordato in un question time del 21 febbraio, con l’interrogazione 3-00622 che illustrai personalmente al Presidente del Consiglio, chiedendo fermamente un’esplicita specificazione sulla proprietà dell’oro, vista la natura ibrida assunta dalla Banca d’Italia nel corso del tempo, in conseguenza di numerosi interventi legislativi che si erano stratificati e che, alla fine, hanno creato uno stato di confusione.

Fratelli d’Italia chiede quindi da tempo, e continua a chiedere, un pronunciamento chiaro e definitivo sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia. Ritiene anche Fratelli d’Italia che le riserve auree non possano essere utilizzate per coprire esigenze di bilancio, ma che debbano rimanere quale riserva a garanzia della solidità del patrimonio nazionale. Sottolineiamo, infatti, che esse appartengono al popolo e allo Stato italiano e non alla Banca d’Italia.

Nel corso di quel question time, la risposta del presidente Conte alla mia interrogazione fu preoccupante. Essa è stata già citata dal mio collega Zaffini e non la ripeterò testualmente ma, in sintesi, da quella risposta si poteva dedurre, indirettamente, che l’oro è della Banca, perché le riserve sono sempre state riportate all’attivo della situazione patrimoniale. Ciò posto, prima, durante e dopo le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che ci ha detto che l’oro appartiene alla Banca, una parte della Lega si muoveva in senso inverso. Qui arriviamo ad un paradosso e lo dico con il rispetto più profondo che ho per l’Assemblea. C’è un paradosso in questo dibattito, perché c’è una mozione della Lega e del MoVimento 5 stelle, quindi della maggioranza, che chiede al Governo di intervenire sulle riserve. Ma voglio chiarire dov’è il paradosso.

Il paradosso è che ci sono due binari: nelle piazze e sui media una parte della maggioranza vuole comunicare che l’oro è dello Stato, non della Banca, e chiede un intervento al Governo, ma poi nella mozione, in realtà, questo intervento non viene chiesto in modo esplicito. Non mi azzarderò a dire che si faccia melina, ma sicuramente attendismo sì, perché nella mozione si impegna il Governo ad: «adottare le opportune iniziative al fine di definire l’assetto della proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia nel rispetto della normativa europea». Come dire: è inequivocabile.

Rispetto a questa schizofrenia strumentale, noi vorremmo invece chiarezza. E la chiarezza è contenuta in modo cristallino nella mozione di Fratelli d’Italia, perché noi, nella consapevolezza che lo Stato non è il Governo (lo sappiamo, e ho molto apprezzato l’intervento del collega Bagnai), chiediamo al Governo che ci dica se l’oro è dello Stato (come ha detto Bagnai) o della Banca d’Italia (come ha detto nel question time il Presidente del Consiglio). Non è questione e differenza di poco conto. Noi questo chiediamo. Chi voterà – e invito gli amici della Lega a farlo – la mozione di Fratelli d’Italia darà una risposta chiara a questa domanda di fondo ineludibile. (Applausi dal Gruppo FdI). Ci dovete dire di chi è la titolarità e la proprietà delle riserve.

Schizofrenia strumentale a parte (contenuta nella mozione e nelle dichiarazioni), serve allora un’interpretazione giuridica autentica sulla proprietà e l’uso. Bisogna, a nostro avviso, tradurre in termini di legge il principio secondo cui l’oro è degli italiani, non dei banchieri, non dei poteri forti, non della grande finanza.

Concludo, cari colleghi. Scusate se mi appassiono a questa materia, ma, quando si deve fare chiarezza e si chiede chiarezza, ci si aspetta una risposta altrettanto chiara, senza attendismi e rinvii. Voglio dire e precisare che, nel richiedere chiarimenti circa l’aspetto giuridico della proprietà legale dell’oro, noi non vogliamo far passare con questo il principio che l’oro può essere usato per altri fini (ad esempio, per tappare i buchi della finanza pubblica, per evitare manovre correttive o per pagare qualche promessa elettorale). Noi chiediamo invece, con la nostra mozione sulla proprietà delle riserve auree, di ribadire e di dire una volta per tutte che queste riserve appartengono allo Stato e non a Bankitalia. Il resto – scusatemi l’espressione – è fuffa. La domanda di fondo è questa; a questo bisogna rispondere e chiediamo di rispondere. Altrimenti, tutto il resto è retorica sovranista che viene fatta fuori, quando qui non ci si assume la responsabilità di chiedere all’Esecutivo in modo diretto, inequivocabile e chiaro di chi è questa proprietà. Noi lo sappiamo e l’abbiamo chiarito nella nostra mozione. (Applausi dal Gruppo FdI).

Resoconto stenografico della seduta n 106
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