Percorso:

7ª Seduta Pubblica – Discussione: Conversione in legge del decreto – legge 27 aprile 2018, n. 38, recante misure urgenti per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia S.p.A. – Relatore TURCO (Relazione orale)

Ordine del giorno della 7a seduta pubblica
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SENATO DELLA REPUBBLICA
—— XVIII LEGISLATURA ——

7a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDÌ 29 MAGGIO 2018

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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI,

indi del vice presidente CALDEROLI

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PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,33).

Si dia lettura del processo verbale.

CASTALDI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 2 maggio.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L’elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all’Assemblea saranno pubblicati nell’allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sulla situazione politica italiana

RAUTI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, noi siamo tutti qui in base all’articolo 1 della Costituzione, che prevede che la sovranità appartiene al popolo. Ed è proprio il concetto di sovranità che viene sacrificato oggi e lo è stato nei giorni scorsi, dall’inizio di questa legislatura così zoppicante, che ha visto sostanzialmente ottantacinque giorni di impasse e di stallo.

Perché dico che il concetto di sovranità viene anche oggi sacrificato? Lo è, con tutta evidenza, come non può sfuggire a nessuno, né qui né fuori da quest’Assemblea, quando si sente il commissario europeo al bilancio Günther Oettinger dire – cito testualmente – che «i mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta». La maniera giusta, si dice; ma come si fa a insegnare a qualsiasi popolo quale sia il voto giusto? Troviamo in queste parole una minaccia alla sovranità nazionale, un attacco alle fondamenta della democrazia, e non ho visto alcun rappresentante delle istituzioni italiane inalberarsi e chiedere conto di queste parole. Allo stesso modo, al di là dell’intervento di Tusk, non abbiamo visto il presidente Juncker chiedere una rettifica né intervenire. Tutto questo rappresenta una minaccia per tutti, per la democrazia e per la sovranità.

Non sfuggirà a nessuno, né qui né fuori da questa Assemblea, che dal 4 marzo ci troviamo in uno stato, come dicevo, di impasse in quella che era inizialmente una crisi politica, una crisi del sistema elettorale, perché abbiamo votato con una legge che Fratelli d’Italia non ha condiviso e che ha gettato il Paese nel caos; dalla crisi politica e del sistema elettorale siamo passati a una crisi istituzionale. Si chiama crisi istituzionale quella che neanche l’intervento del Capo dello Stato riesce a risolvere, e così è avvenuto. Non si è trovata una soluzione con i due mandati esplorativi asimmetrici, e noi sottolineiamo e continuiamo a ripetere che si sarebbe dovuto dare un incarico alla coalizione di centrodestra, nella figura di Matteo Salvini, che aveva comunque ottenuto un consenso popolare che superava il 37 per cento. (Applausi dai Gruppi FdI, FI-BP e L-SP). A distanza di ottantacinque giorni, siamo ancora a ripetere la stessa domanda: perché non è stata esperita questa strada quantomeno ragionevole? (Applausi del senatore Pisani Pietro). Si disse che non avevamo la maggioranza. Perché, forse il Governo tecnico l’avrà? A me non sembra. Quale Governo tecnico fin qui ha i numeri per ottenere la fiducia? Lo vedremo.

La domanda che continuiamo a fare è perché non è stata esperita e presa in considerazione questa ragionevole via. E perché dico ragionevole? Perché nel 2013 alla coalizione di centrosinistra, che aveva raggiunto una percentuale inferiore che non arrivava al 30 per cento, è stato conferito un incarico per andare a cercare con larghissime intese una maggioranza di Governo. Tanto irragionevole, questa ipotesi, allora non doveva essere. Pertanto la domanda è: cosa è intervenuto, quali “niet”, quali divieti per perseguire questa strada? La domanda resta e continueremo a riproporla.

Voglio però entrare più nello specifico. Presidente, stia tranquilla, non intendo toccare i nervi più scoperti di questo Paese, però c’è qualcosa che voglio e debbo dire e che vogliamo sottolineare.

Anche noi abbiamo sostenuto che si fosse andati oltre il perimetro costituzionale nell’esercizio dei poteri del Presidente della Repubblica nel non accettare un Governo per non aver accettato un Ministro indicato. Eppure, sono andata a leggere con molta attenzione e curiosità non già le tesi di chi, come noi, sosteneva questo, ma di chi respingeva al mittente quanto detto. Ho letto con molta attenzione le tesi di fini costituzionalisti. Non faccio nomi, ma cito testualmente quanto afferma un costituzionalista: «Ribalterei questa accusa» – quella di aver attentato alla Costituzione – «esattamente nella posizione inversa. Mattarella ha difeso la sovranità nazionale» – il concetto dal quale siamo partiti in quest’Aula all’inizio dell’intervento – «quando ha fermato un’azione…

PRESIDENTE. Mi scusi, senatrice, quando uno vuole parlare delle prerogative del Capo dello Stato non lo può fare in questa sede; ci sono le sedi opportune per farlo. Qui non si vuole togliere la parola a nessuno. (Proteste dal Gruppo FdI).

RAUTI (FdI). Presidente, non abbiamo…

PRESIDENTE. Mi scusi lei, senatrice. Questo dibattito, che avrei anche potuto non ammettere, nasce proprio per la gravità della situazione politica.

Quando, però, si parla di Presidente della Repubblica, se si critica l’operato del Presidente della Repubblica, lei sa benissimo che c’è un iter particolare per poterlo fare, che non è sicuramente un intervento in questa Assemblea. Lei lo conosce meglio di me – siamo tutti giuristi qui – e non lo si può fare in questa sede. Lo potete fare nelle sedi opportune. La pregherei di attenersi alle regole e null’altro.

RAUTI (FdI). E infatti le regole prevedono che vi siano degli organismi che non sono stati nominati, lo so bene: quindi, anche volendo, non se ne potrebbe parlare. Io sto citando il pensiero di un costituzionalista tratto da un articolo di giornale: questo lo potrò dire in quest’Aula, se l’articolo è stato pubblicato!

Il costituzionalista ci parla di sovranità nazionale difesa, quando si è fermata «un’azione politica» – voglio semplicemente finire di leggere – «che puntava a rompere gli impegni europei, che l’Italia ha assunto da cinquant’anni e che è tenuta a rispettare in base all’articolo 11 della Costituzione» – Benissimo! – «La nomina del professor Savona, persona sicuramente competente ma favorevole»…

PRESIDENTE. Allora le tolgo la parola! D’accordo? Se lei non la smette io sono costretta a toglierle la parola!

Non stiamo qui rifacendo tutto l’iter della formazione di un Governo che purtroppo non c’è stato! D’accordo?

SANTANGELO (M5S). E falla parlare!

GIARRUSSO (M5S). No, non siamo d’accordo!

PRESIDENTE. Se lei continua, le tolgo la parola.

RAUTI (FdI). Allora posso chiudere, con la parola tolta, semplicemente con una frase? Posso?

PRESIDENTE. Ma lei sa quello che può e quello che non può, non me lo deve chiedere. Lei è una parlamentare e lo sa.

RAUTI (FdI). Lo so, infatti penso di poter leggere…

PRESIDENTE. Per favore, continui stando nei perimetri della Costituzione, dentro i perimetri della Costituzione.

RAUTI (FdI). Bene, allora concludo dicendo soltanto questo, che mi sarà sicuramente consentito: Fratelli d’Italia, per la fine di questa settimana, lancerà una raccolta di firme, una petizione online e un appello in difesa della democrazia attraverso un concetto a caro a noi e alla nostra storia, che è l’elezione diretta del Capo dello Stato. Questa è la nostra iniziativa.

Concludo dicendo che la prova della democrazia non è se un popolo vota, ma se un popolo governa: questo, dal 4 marzo non è stato possibile realizzarlo! (Applausi dai Gruppi FdI e FI-BP).

Resoconto stenografico della 7ª seduta pubblica del 29 maggio 2018
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[Fonte: www.senato.it]

 

 

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