Percorso:

Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00489 – Corte penale internazionale

Atto n. 1-00489

Pubblicato il 25 maggio 2022, nella seduta n. 437

FEDE, FEDELI Valeria, BONINO Emma, BINETTI Paola, MAIORINO Alessandra, VANIN Orietta, RUSSO Loredana, CIRINNÀ Monica, CASOLATI Marzia, MONTEVECCHI Michela, D’ANGELO Grazia, EVANGELISTA Elvira Lucia, FATTORI Elena, GIAMMANCO Gabriella, GUIDOLIN Barbara, IORI Vanna, IWOBI, MASINI Barbara, NATURALE Gisella, PIANASSO, RAMPI, RAUTI Isabella, ROSSI Mariarosaria, UNTERBERGER JuliaIl Senato,

premesso che:

la Corte penale internazionale, prima giurisdizione internazionale permanente competente a giudicare individui responsabili dei più gravi crimini di diritto internazionale, è stata istituita con lo statuto di Roma approvato il 17 luglio 1998, nell’ambito della Conferenza internazionale prevista dalla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 51/207 del 17 dicembre 1996;

lo statuto è potuto entrare in vigore il 1° luglio 2002, dopo la ratifica, ai sensi dell’articolo 126, da parte di 60 Paesi firmatari, mentre attualmente sono 123 gli Stati che hanno ratificato lo statuto di Roma;

l’Italia, che da sempre ha dato pieno sostegno alla Corte e allo statuto di Roma, è stata tra i primi Paesi a procedere alla ratifica di tale strumento con la legge 12 luglio 1999, n. 232;

accertare i crimini internazionali e assicurare i colpevoli alla giustizia costituisce un impegno di civiltà e, allo stesso tempo, uno strumento di deterrenza e di prevenzione affinché non si ripetano le atrocità e gli orrori commessi nel corso di conflitti, anche in tempi recenti;

ricordato che:

la legge 20 dicembre 2012, n. 237, ha introdotto nell’ordinamento italiano norme relative all’adeguamento alle disposizioni dello strumento istitutivo della Corte penale internazionale;

il 22 marzo 2022 il Ministro della giustizia, con proprio decreto, ha specificamente nominato una commissione per elaborare un progetto di codice dei crimini internazionali e dare così compiuto adempimento agli obblighi internazionali assunti con la ratifica dello statuto di Roma, in particolare mediante l’adattamento nel diritto interno della materia dei crimini internazionali;

sottolineato che:

in base allo statuto di Roma la Corte penale internazionale ha competenza su genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione;

lo statuto cita espressamente lo stupro come atto che può ricadere nelle categorie di crimine contro l’umanità e crimine di guerra, insieme a prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata, o qualsiasi altra forma di violenza sessuale di analoga gravità commessa nel quadro di un attacco diffuso o sistematico diretto contro una popolazione civile (art. 7) o in grave violazione delle Convenzioni di Ginevra (art. 8);

il 31 ottobre 2000 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la risoluzione n. 1325 “Donne, pace e sicurezza”, che menziona esplicitamente l’impatto dei conflitti armati sulle donne, cui sono seguite diverse risoluzioni in materia di contrasto ai crimini sessuali, di protezione e riabilitazione di donne e bambine vittime di violenze sessuali e di valorizzazione della partecipazione delle donne alle attività di prevenzione e risoluzione dei conflitti;

nel giugno 2008, in particolare, il Consiglio di sicurezza ha approvato la risoluzione n. 1820 con la quale, stabilito l’utilizzo della violenza sessuale come tattica di guerra, afferma tra l’altro che lo stupro e le altre forme di violenza sessuale possono rappresentare crimini di guerra, crimini contro l’umanità e anche atti costitutivi di genocidio;

il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) e il Tribunale penale internazionale per il Ruanda (ICTR) hanno riconosciuto il nesso tra violenza sessuale e intenti genocidari e la stessa Corte penale internazionale, nell’incriminazione per genocidio nei confronti dell’ex presidente sudanese Omar al-Bashir, fa riferimento ad atti di tortura, stupro, violenza sessuale e altri trattamenti inumani e degradanti;

il 13 giugno 2019 la Commissione diritti umani ha ascoltato in audizione Nadia Murad, attivista yazida per i diritti umani, che nel 2018 ha ricevuto il premio Nobel per la pace per l’impegno contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra insieme a Denis Mukwege, medico che cura le vittime di violenze sessuali nella Repubblica democratica del Congo, teatro per anni dei crimini più atroci, come rivelato nel 2010 dal rapporto “Mapping” dell’alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani;

rilevato che:

sono attualmente 17 le indagini in corso da parte dell’ufficio del procuratore della Corte penale internazionale, con l’obiettivo di raccogliere ed esaminare le prove di eventuali gravi crimini internazionali commessi;

tra le indagini più recenti da parte della Corte, vi è la procedura per indagare condotte qualificabili come crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio occorse nel territorio dell’Ucraina, aperta il 2 marzo 2022 anche sulla base di una richiesta di deferimento presentata all’ufficio del procuratore da parte di 43 Stati, tra cui l’Italia, ai sensi degli articoli 13 (par. (a)) e 14 (1) dello statuto;

constatato che:

l’operatività e l’efficacia della Corte penale internazionale sono strettamente legate alle dotazioni finanziarie e di personale;

il 7 marzo 2022, il procuratore Khan ha presentato agli Stati parte una richiesta di sostegno straordinario in termini finanziari e di personale per accrescere la capacità e l’efficacia dell’azione del suo ufficio rispetto non a un caso specifico, ma a tutte le indagini avviate, nel rispetto dei fondamentali principi di indipendenza e imparzialità della Corte, sanciti dallo statuto di Roma,

impegna il Governo:

1) a favorire il pieno adeguamento dell’ordinamento italiano alle norme dello statuto della Corte penale internazionale, adoperandosi affinché la commissione attualmente impegnata nell’elaborazione di un progetto di codice dei crimini internazionali possa concludere i propri lavori nei tempi programmati e venga dato seguito a tale progetto a livello normativo;

2) a operare, anche d’intesa con gli Stati membri dell’Unione europea, per assicurare alla Corte penale internazionale risorse adeguate, in termini finanziari e di personale, in particolare in vista dell’adozione del bilancio della Corte per il 2023;

3) a valutare la possibilità di un nuovo contributo volontario al fondo fiduciario per le vittime della Corte penale internazionale, a supporto delle vittime sopravvissute a violenze sessuali nel corso di conflitti;

4) a continuare l’impegno internazionale per la piena attuazione dell’agenda “Donne, pace e sicurezza” e ad adoperarsi affinché lo stupro possa essere riconosciuto come atto di natura genocidaria.

[Fonte: www.senato.it]

 

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