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Mondo Padano – Sì alla coalizione, ma niente “inciuci”

Fratelli d’Italia Senatrice Rauti: ecco i punti non negoziabili
Primarie possibili per scegliere candidati forti e unitari

Vada per la coalizione, ma niente “inciuci”. La senatrice Isabella Rauti riassume con parole semplici e chiare la posizione di Fratelli d’Italia, attualmente unica forza politica all’opposizione del governo di larghe intese presieduto dal premier Mario Draghi. Che sia lui o meno il prossimo presidente della Repubblica, l’importante è che subito dopo il passaggio di testimone si torni alle urne, con elezioni anticipate. L’unità d’intenti e d’azione del centrodestra non sembra in discussione, ma per Fratelli d’Italia l’identità non è un valore negoziabile. Figlia di Pino Rauti, ex segretario del Movimento Sociale Italiano, la senatrice è erede di un cognome di peso nel panorama politico di destra, oggi in cerca di un equilibrio condiviso

Quando si dice “centrodestra”, si pensa ad una coalizione. E’ una prospettiva ancora valida per Fratelli d’Italia?
«Non solo è una prospettiva ancora valida, ma rappresenta una realtà politica che ci caratterizza politicamente fin dall’anno della nostra fondazione. Ed anche nelle ultime elezioni politiche del 2018 ci siamo presentati come coalizione di centrodestra. Purtroppo, con questo sistema elettorale, il risultato non ha consentito che il centrodestra potesse governare; e non è stato assegnato a Matteo Salvini l’incarico di formare il governo. Il resto è storia: questa legislatura ha dimostrato che le maggioranze “arcobaleno”, eterogenee e contradditorie, non funzionano. Non hanno funzionato con Conte e neppure ora con il Governo Draghi».

Fratelli d’Italia ha ribadito più volte la propria linea di coerenza.
«Abbiamo sempre ripetuto e continuiamo a sostenere che non andremo mai al governo né con il Partito Democratico né con il Movimento 5 Stelle; questo per noi è un principio inderogabile ed un punto di coerenza, ed è nel rispetto della volontà degli elettori che ci hanno votato, anche sulla base di questo principio che dall’inizio della legislatura siamo all’opposizione.
La nostra posizione non è cambiata né con i Governi Conte I e Conte bis, né con il Governo Draghi. Giorgia Meloni si è sempre molto impegnata per tenere unito il centrodestra e ci siamo riusciti stando tutti insieme all’opposizione, fino all’ultimo cambio di governo.
Tuttavia nelle competizioni elettorali di carattere amministrativo che si sono svolte nel frattempo, il centrodestra si è sempre presentato unito e compatto, individuando candidati comuni, e con questo metodo intendiamo proseguire perché per noi l’unità della coalizione era e resta un valore politico».

Certamente oggi la situazione è complessa…
«Sì, perché ora siamo l’unica forza all’opposizione, mentre gli altri partiti della coalizione sono entrati nella maggioranza di governo. Ma anche in questa fase critica non sono mancate le forme di coordinamento politico su questioni importanti e non è mancata la compattezza su diversi temi, per esempio quelli etici.
Continuiamo a lavorare in vista delle prossime elezioni politiche con l’idea di presentarci come coalizione di centrodestra unita attorno ad un programma condiviso; insomma, la coalizione si candida per vincere e governare la Nazione».

Quali sono i punti per voi imprescindibili e i compromessi che non siete disposti a fare?
«Mi pare evidente, perché lo abbiamo dimostrato, che non siamo disposti a fare nessun compromesso! Resta imprescindibile la volontà politica di governare esclusivamente con i partner di coalizione, bocciando ‐ come abbiamo sempre fatto ‐ qualsiasi soluzione di “inciucio politico”.
Noi vogliamo vincere con il nostro programma e con la nostra coalizione, se a questa formula gli elettori daranno il consenso per governare. In ogni coalizione, quindi anche nella nostra, esistono su alcuni temi sfumature diverse, altrimenti non sarebbe un’alleanza, ma sarebbe un partito unico; l’elettore può scegliere nell’ambito della coalizione il cui programma lo convince la forza politica dalla quale si sente più rappresentato.
Un esempio di posizione diversa è rappresentato dal ruolo che dovrebbe avere l’Unione Europea: in sede di Parlamento Europeo apparteniamo a formazioni diverse, ma questo non ci impedisce una visione politica omogenea nell’ambito nazionale ed un programma per governare il Paese».

La prima scadenza sarà il cambio di vertice al Colle: se non Mario Draghi, chi succederà a Mattarella?
«Non ho la sfera di cristallo ed a questa domanda oggi nessuno è in grado di risponderle. Tra le candidature delle quali si parla c’è quella, per noi di riferimento, di Silvio Berlusconi; noi auspichiamo che anche sull’elezione del Presidente della Repubblica il centrodestra si mantenga compatto, ed in questa fase, infatti, la coalizione si sta incontrando in modo regolare, e confidiamo che tale compattezza resterà tale nella scelta del candidato al Colle e su quello che succederà in seguito. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, Fratelli d’Italia ritiene prioritario andare ad elezioni anticipate; per noi è inconcepibile anche solo pensare di mantenere congelato lo status quo e trascinarsi così fino al 2023».

A questo proposito: per Fratelli d’Italia le primarie di centrodestra sono uno scenario possibile?
«Tradizionalmente il centrodestra non ha scelto la via delle primarie, il premier veniva espresso dal partito della coalizione che otteneva un maggior numero di consensi. Non siamo tuttavia contrari al meccanismo delle primarie ed infatti lo abbiamo proposto anche per scegliere i candidati della prossima tornata elettorale delle amministrative. Si voterà in molti Comuni importanti, come Palermo, ma anche a Lucca, Como… e altri. L’obiettivo da raggiungere è quello di individuare candidature forti ed unitarie del centrodestra».

Il nome che metterete in campo sarà sempre e comunque Giorgia Meloni?
«Assolutamente! È Giorgia Meloni il nostro candidato Premier, presidente di Fratelli d’Italia, ma anche, ci tengo a sottolinearlo, presidente del Gruppo dei Conservatori Riformisti Europei (ECR)».

Mondo Padano – Intervista alla senatrice Isabella Rauti
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