Percorso:

Interrogazioni a risposta scritta – Atto n° 4-04924 – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dello sviluppo economico e per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale

Atto n. 4-04924

Pubblicato il 24 febbraio 2021, nella seduta n. 299

URSO , CALANDRINI , DE BERTOLDI , IANNONE , LA PIETRA , MAFFONI , PETRENGA , RAUTI , GARNERO SANTANCHE’ , TOTARO , BARBARO , FAZZOLARI , NASTRI , RUSPANDINI , ZAFFINI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dello sviluppo economico e per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. -Premesso che:

le nuove tecnologie a banda larga rappresentano un fattore di progresso economico ed un elemento chiave della competitività di un Paese e costituiscono una priorità dei governi di tutto il mondo, poiché hanno un rilevante impatto sulla produttività, sull’innovazione e sulla qualificazione del territorio, producendo rilevanti effetti sul benessere sociale e sulla possibilità di sviluppo nazionale; le infrastrutture per le comunicazioni digitali hanno, infatti, una crescente importanza geopolitica ed economica ed è in corso una vera e propria guerra per il dominio delle comunicazioni ed il controllo dei cavi sottomarini a fibra ottica e, dunque, la posta in gioco strategica e di sovranità nazionale è sempre più alta;

il 99 per cento di tutto il traffico internazionale voce e dati di 7,7 miliardi di persone passa, infatti, per cavi lunghi migliaia di chilometri stesi sotto i fondali degli oceani; la proprietà di queste autostrade sottomarine è di chi le posa, mentre la gestione è nelle mani di chi le accende e ne fornisce i flussi di informazioni, ovvero le compagnie elettriche e telefoniche;

i cavi sottomarini sono prevalentemente di proprietà di consorzi di imprese di telecomunicazioni, che si associano fra loro per sostenere le spese; gli investimenti odierni sono guidati per lo più dalle grandi società del web come Google, Facebook, Microsoft e Amazon; tra queste in particolare Google, in partnership con la francese Orange, ha completato la dorsale transatlantica Dunant, che collega gli Stati Uniti alla Francia, fornendo il servizio anche agli altri Paesi europei; già nel maggio 2018 Microsoft, Facebook e Telxius (divisione internazionale di Telefonica) avevano steso il cavo Marea che unisce Washington con Bilbao mentre, nella seconda metà del 2021, sarà attivo anche il cavo EllaLink che unisce l’America latina con il Portogallo e con potenziali sbracci verso Paesi dell’Africa occidentale;

il cavo transatlantico più potente mai realizzato, con una velocità progettata di 368 terabit per secondo, sarà invece Amitié, realizzato da un consorzio composto sempre da Orange ma questa volta insieme a Facebook, Microsoft, all’irlandese Aqua Comms e Vodafone, e partirà dal Massachusetts con arrivo sempre in Francia, vicino a Bordeaux dopo circa 6.600 chilometri sul fondale marino; è previsto anche un cavo denominato 2Africa che circumnavigherà l’Africa, passando da Genova, per poi proseguire però verso Marsiglia e Barcellona, anche questo appartenente al consorzio tra Facebook, Vodafone, MTN Group, China Mobile, WIOCC, Orange, Telecom Egypt e Saudi Telecom, cui non partecipa nessun operatore italiano;

considerato che:

30 anni fa un’azienda italiana come Telecom era tra le prime cinque aziende mondiali di telecomunicazioni, prima che scellerate politiche di privatizzazioni, prive di visioni strategiche, ne distruggessero il patrimonio;

nella consapevolezza che la rivoluzione del digitale ha cambiato gli assetti del mondo, l’Unione europea sta destinando sempre maggiori risorse e lo stesso recovery fund prevede necessari interventi per la digitalizzazione del Paese con la copertura in fibra ottica in ambiti pubblici ritenuti prioritari (scuola, sanità, musei e pubblica amministrazione in generale) e lo sviluppo delle reti 5G in tutto il territorio nazionale;

l’Italia è, infatti, pericolosamente indietro tra i mercati europei delle telecomunicazioni, lenta nel ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, incapace di garantire l’accesso alla rete internet a tutta la popolazione, assicurandone la velocità adeguata, come peraltro dimostrato dai blackout che hanno interessato i recenti provvedimenti quali le richieste dei ristori per le attività colpite dalla crisi derivante dalla pandemia, accesso al cashback o la prenotazione dei vaccini;

il controllo della società della rete unica, in ragione della sua importanza e strategicità, rappresenta una condizione imprescindibile per la sicurezza dello Stato, per la sicurezza dei cittadini e per l’esercizio stesso delle prerogative afferenti alla sovranità dello Stato, e deve pertanto essere saldamente mantenuto in mani italiane e sotto un controllo effettivo dello Stato;

il Governo ha ritenuto necessario costituire il Ministero per la transizione digitale che dovrà necessariamente affrontare le tematiche delle infrastrutture digitali quali presupposto per la digitalizzazione del Paese e della sua innovazione e riconversione produttiva;

considerato, infine, che:

la necessità di portare sempre nuovi e più potenti cavi a fibra ottica tra i vari continenti farà, inevitabilmente, del Mediterraneo l’hub ideale per i collegamenti tra Occidente e Oriente, tra nord e sud del pianeta, epicentro delle nuove dorsali marine che dovranno unire l’area euro-atlantica con l’Asia e l’Africa, consegnando all’Italia un ruolo strategico nel crocevia degli scambi dei dati e dei flussi di informazioni di e da tutto il mondo;

molti attori sono in campo per evitare che l’Italia diventi il passaggio naturale di queste dorsali marittime e terrestri: in particolare, da una parte la Francia, con il potenziale hub di Marsiglia e la Germania con quello di Francoforte, dall’altra la Spagna e il Portogallo, che si stanno candidando per divenire elemento di snodo tra le Americhe e l’Africa, fanno leva per realizzare accordi che di fatto escludono il passaggio dall’Italia compromettendone le enormi possibilità;

l’Italia, nonostante la sua posizione geofisica la renderebbe naturale cerniera di collegamento tra l’Est, il Medio Oriente, l’Africa e l’Europa, non esprime champion delle telecomunicazioni in grado di assolvere questo ruolo determinante nella “geopolitica del dato” e la principale azienda italiana del settore, TIM, non sembra, purtroppo, in condizione di finanziare adeguatamente la sua divisione internazionale Sparkle, la cui attività è fondamentale per la competitività del Paese e la tutela dei nostri interessi nazionali;

la società Interoute S.p.A., controllata italiana della Interoute communications, la multinazionale europea che possedeva il più esteso backbone in fibra ottica presente in Europa, ne ha seguito le sorti, essendo stata acquisita, nel 2018, dall’americana GTT communications senza che il Governo esercitasse il golden power; oggi la GTT communications, a seguito di gravi difficoltà finanziarie, sta a sua volta cedendo l’asset ex Interoute, e, dunque, sarebbe necessario utilizzare il golden power per riacquistarne il controllo, stante l’estrema rilevanza strategica di questa società,

si chiede di sapere:

quale sia l’impegno messo in campo per favorire la realizzazione di accordi bilaterali e multilaterali che abbiano come destinazione il nostro Paese come sarebbe naturale e più conveniente per chiunque poi utilizzi i cavi per la trasmissione di informazione e dati;

se, alla luce della strategicità dell’infrastruttura che gestisce il trasporto dati di lunga distanza, il Governo non intenda esercitare il golden power per riprendere il possesso della società italiana Interoute S.p.A., sottraendola all’operazione di vendita della società Interoute communications, la multinazionale europea ceduta all’americana GTT communications Inc;

se non si ritenga utile ai fini strategici che Cassa depositi e prestiti utilizzi i suoi strumenti per favorire l’acquisizione da parte di soggetti italiani di tutti gli asset europei di Interoute communication, al fine di creare, anche con la partecipazione di Sparkle, un vero champion mondiale delle telecomunicazioni a guida italiana nel contesto di una rete unica nazionale a controllo pubblico;

se si condivida la necessità di adoperarsi in ogni contesto per la realizzazione di un progetto nazionale che faccia tornare il nostro Paese protagonista sul piano tecnologico e industriale della nuova economia digitale globale.

[Fonte: www.senato.it]

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