Percorso:

Interrogazione a risposta scritta – Atto n. 4-06470 – Al Ministro della salute

Atto n. 4-06470

Pubblicato il 19 gennaio 2022, nella seduta n. 397

FAZZOLARI , MALAN , PETRENGA , IANNONE , ZAFFINI , MAFFONI , DRAGO , RAUTI , CALANDRINI , LA PIETRA – Al Ministro della salute. -Premesso che:

sul sito dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), una comunicazione datata 12 marzo 2021 ha reso noto ai cittadini italiani che “AIFA ha autorizzato il vaccino Janssen di Johnson&Johnson per la prevenzione della malattia COVID-19 per i soggetti al di sopra dei 18 anni, come da indicazione EMA”;

nella stessa comunicazione e nel relativo comunicato stampa diffuso ai media, la commissione tecnico-scientifica dell’AIFA ha confermato la valutazione dell’EMA sul vaccino e ha fornito dati in merito alla sua efficacia; contestualmente, il direttore generale di AIFA ha sottolineato come il vaccino Janssen si sarebbe aggiunto agli altri tre allora autorizzati e avrebbe potuto essere “da metà aprile, una importante realtà”;

in seguito a tali disposizioni è quindi stato messo a disposizione dei cittadini il vaccino Janssen, con somministrazione a carico del servizio sanitario nazionale;

dopo un inizio stentato sotto la gestione commissariale di Arcuri, il Governo Draghi ha impresso una forte accelerazione alla campagna vaccinale tanto che, dati del 18 gennaio 2022, in Italia risultano somministrate oltre 121 milioni di dosi vaccinali, con un valore di 205.13 dosi ogni 100 abitanti che colloca l’Italia ben sopra la media UE, ferma a 176.82 dosi ogni 100 abitanti;

tra le dosi di vaccino somministrate, sempre alla data del 18 gennaio 2022, quelle del vaccino Janssen ammontano a 1.503.130, pari a circa l’81 per cento delle disponibilità;

con il persistere e l’evolversi della pandemia le autorità sanitarie hanno introdotto, nei mesi scorsi, la somministrazione della dose di richiamo, o dose “booster”, indipendentemente dall’aver ricevuto un vaccino a doppia dose o un vaccino monodose come appunto Janssen;

come da prassi, e come anche evidenziato dall’AIFA nel richiamato comunicato del 12 marzo 2021, in Italia le autorizzazioni vaccinali per la somministrazione della dose di richiamo vengono rilasciate a seguito della medesima autorizzazione rilasciata dall’EMA;

proprio dal sito EMA, nella pagina dedicata al vaccino Janssen, si apprende come esso sia stato autorizzato per la dose booster; si legge infatti che “una dose di richiamo può essere somministrata almeno 2 mesi dopo la prima dose del vaccino COVID-19 Janssen in persone di età pari o superiore a 18 anni. Una dose di richiamo può essere somministrata anche dopo due dosi di uno dei vaccini mRNA autorizzati nell’UE. La tempistica di una dose di richiamo dopo un vaccino con mRNA dipende da quando normalmente verrebbero somministrati i richiami per quel vaccino con mRNA”;

vista l’importanza che il Governo assegna alla campagna vaccinale e visto anche l’ampliamento delle fasce d’età per cui sono state autorizzate somministrazioni vaccinali, dopo la pronuncia dell’EMA sulla possibilità di utilizzare il vaccino Janssen per la dose di richiamo ci si sarebbe aspettati che una simile prassi fosse mutuata anche in Italia;

ad oggi, invece, nessuna autorizzazione è stata rilasciata in Italia per consentire l’utilizzo del vaccino Janssen come dose di richiamo, tanto che sul sito AIFA si legge che “per la dose di richiamo dovrebbe essere usato uno dei due vaccini a mRNA autorizzati in Italia. Questo anche qualora fosse stato eseguito il ciclo primario di vaccinazione con vaccino adenovirale (Vaxzevria o COVID-19 Vaccine Janssen)”;

ne deriva che oltre un milione e mezzo di italiani, immunizzati con vaccino Janssen, saranno costretti a sottoporsi alla dose di richiamo ricevendo un vaccino diverso da quello utilizzato per la vaccinazione primaria;

la difformità tra vaccini non risiede solamente nel nome della casa di produzione ma, dato ancor più sensibile, risiede nella tipologia di vaccino, non essendo il vaccino Janssen del tipo a mRNA come quelli autorizzati da AIFA per la dose di richiamo;

gli studi delle case farmaceutiche, come dalle stesse confermato ancora in fase di elaborazione (in specie nell’analisi dei dati che le campagne vaccinali nel mondo forniscono), sono ovviamente condotti da ognuna sui propri prodotti, dal che si evince che il mix vaccinale dovrebbe essere utilizzato con la massima prudenza e maggiormente nei casi di necessità;

le disponibilità del vaccino Janssen, dai numeri forniti dal Governo sulla base agli acquisti della UE, dicono che all’Italia, in relazione alla popolazione, spettano oltre 26 milioni di dosi di vaccino Janssen che, a fronte dell’utilizzo di solo 1.5 milioni di dosi, non fanno emergere alcuna carenza di disponibilità,

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per i quali non sia stato autorizzato, in Italia, il vaccino Janssen per la dose di richiamo, nonostante l’autorizzazione rilasciata dall’EMA per lo stesso;

se il Ministro in indirizzo non intenda predisporre accertamenti per la mancata autorizzazione del vaccino Janssen per la dose di richiamo e quali iniziative intenda adottare per metterlo a disposizione degli italiani, in particolare quelli che hanno ricevuto il medesimo vaccino per l’immunizzazione primaria;

se corrisponda al vero il dato riportato sul sito internet di un importante e diffuso organo di informazione (“lab24” de “Il Sole-24ore”), secondo cui le dosi disponibili di vaccino Janssen siano nel numero di 1.849.252 a fronte dei dati comunicati dal Governo che parlano di oltre 26 milioni di dosi.

[Fonte: www.senato.it]

Questa voce è stata pubblicata in Dip. FDI - Attività parlamentare, Interrogazioni con Tag: .