Percorso:

319ª Seduta Pubblica – Intervento in dichiarazione di voto sul DEF 2021 e lo Scostamento di Bilancio

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, il Documento di economia e finanza costituisce sempre il principale strumento di programmazione della finanza pubblica, ma il DEF 2020 rappresenta – possiamo dirlo – un unicum, perché delinea un quadro macroeconomico condizionato dagli effetti dell’emergenza pandemica e perché considera due ulteriori provvedimenti, ovvero il decreto-legge con misure di sostegno e di rilancio legato alla proposta di scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro, e l’adozione finale del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Alle risorse del DEF si aggiungono quelle previste dal programma Next generation EU e quelle del cosiddetto fondone di investimenti complementari per finanziare gli interventi programmati nella versione finale del PNRR, ma non coperti né dai prestiti né dalle sovvenzioni del recovery.

Il DEF contempla anche alcuni scenari di rischio, come una limitata efficacia dei vaccini rispetto alle varianti del Covid, con le ipotesi di conseguenti ulteriori misure di limitazione delle attività economiche e sociali, nonché un potenziale di rischio – aggiungiamo noi – che potrebbe essere quello di mancare l’obiettivo di vaccinare l’80 per cento della popolazione entro l’autunno. Il quadro programmatico prevede anche un progressivo incremento del PIL dall’anno in corso fino al 2024.

Questo elemento previsionale ci appare ottimistico, per non dire infondato, se consideriamo, ad esempio, la contrazione del PIL registrata nel primo trimestre del 2021 con un meno 1,2 per cento. Inoltre, le proiezioni del DEF sulla ricaduta occupazionale risultano così modeste da essere preoccupanti. Questo ci ricorda solo una cosa: che la ripresa si costruisce con le riaperture. E ci chiediamo, dunque, come pensa il Governo di conciliare la previsione della progressiva riduzione del rapporto debito-PIL previsto e l’incremento previsto del PIL con quelle mazzate economiche – scusate l’espressione – come quella di ieri, con il mantenimento alle ore 22 del coprifuoco e quelle riaperture finte, solo per bar e ristoranti che hanno gli spazi esterni.

In tal modo si condannano all’agonia economica, almeno fino al 1o giugno, tutte quelle attività del settore che non hanno spazi esterni e si rischia di distruggere definitivamente parte del nostro tessuto economico.

Torniamo al documento: sappiamo che le previste riduzioni del rapporto tra debito e PIL sarebbero credibili solo a fronte di tassi di crescita sostenuti e di una programmazione di interventi duraturi, esattamente quello che non c’è nel DEF. Scusate, ma tutto il resto non è un documento di programmazione, ma oserei dire che è un azzardo da tavolo da gioco. Nel 2020, infatti, il PIL ha registrato una caduta dell’8,9 per cento. Si tratta di una contrazione dell’attività economica senza precedenti storici in tempi di pace e questo amplifica la drammatica contraddizione, rilevata dal DEF, della crescita della pressione fiscale nel 2020 – lo sottolineo – che non doveva crescere, ma doveva rimanere stabile. Colleghi, la verità, come sanno bene tutti fuori di qui, è che nella pandemia sono calati i consumi, sono calati i redditi, ma sono aumentate le tasse. È questa la verità e quindi non capisco come le vostre previsioni di una diminuzione della pressione fiscale si avvereranno. Comunque: auguri!

La caduta dell’economia nel 2020 è dovuta alle misure restrittive, alla contrazione dei consumi privati, alla perdita di quasi un milione di posti di lavoro e all’impennata delle nuove povertà, che hanno colpito le famiglie italiane: un record negativo assoluto. È alle famiglie italiane che si dovrebbe pensare e invece sono escluse dal PNRR, mentre notiamo – lo diciamo con polemica – che il Governo sostiene, all’interno del DEF, che per aumentare il PIL abbiamo bisogno di un maggior flusso di immigrati, con un aumento di un terzo. Fratelli d’Italia pensa invece che il Governo dei migliori dovrebbe mettere al primo posto gli italiani, favorire la natalità e la demografia e dare più risorse alle famiglie, alle imprese, agli artigiani e ai lavoratori. (Applausi).

Il DEF, con lo scostamento di bilancio proposto dal Governo, ci appare, come ha detto stamani il relatore di minoranza Calandrini, vago, timido, incolore, vuoto, nella migliore delle ipotesi una dichiarazione di buone intenzioni. Vogliamo dire che è una scommessa sul debito buono? Il tempo delle scommesse però è finito! Quello che serve è una crescita solida, una visione organica e delle riforme reali, che nel DEF non ci sono, mentre di quelle accennate, come la riforma fiscale e della pubblica amministrazione, non conosciamo né linee, né contenuti, così come non si conoscono – ed è grave – i contenuti del PNRR, che il Gruppo Fratelli d’Italia aveva chiesto di allegare al DEF, così come avevamo chiesto che ci fosse del tempo per discutere in Parlamento. Questo tempo, però, non ci sarà: il piano andrà direttamente a Bruxelles e nessuno conosce i dettagli, esattamente come, in questo DEF, non c’è il PNR. Mi viene in mente – non voglio citare il gioco delle tre carte, perché ho troppo rispetto dell’Assemblea – la metafora delle matrioske, perché questo DEF fa riferimento a documenti e provvedimenti, proprio come le matrioske, che sono una dentro l’altra. In realtà però non ci sono, perché si affida e rimanda allo scostamento, al decreto-legge sostegni-bis, al recovery plan, tutte cose di cui mancano le tabelle più importanti e i piani definitivi per gli investimenti. Per questo dicevamo che si tratta di una scommessa.

Il Gruppo Fratelli d’Italia ha presentato una propria proposta di risoluzione al DEF e, per i motivi che ho detto, voterà convintamente contro quella di maggioranza. Sullo scostamento il Gruppo Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di risoluzione che mi spiace non sia piaciuta al Governo, perché conteneva e contiene molte proposte per un debito buono e misure concrete – forse è per questo che non le avete volute – con aiuti alle imprese. Solo per senso di responsabilità, patriottica e nazionale, voteremo a favore dello scostamento.

Ricordiamo che è stato grazie al voto favorevole delle opposizioni che sono stati approvati i precedenti scostamenti. Una cosa deve essere chiara: noi non votiamo per il Governo ma per l’Italia e non dovete chiedere un voto al buio senza spiegare come spendere questo ulteriore indebitamento! Né possiamo accettare di scaricare ulteriori debiti su figli e nipoti, continuando a spendere male o sperperando in bonus, mancette e marchette che non favoriscono la ripresa della Nazione, come è accaduto con il Governo precedente che ha varato bonus improduttivi e microinterventi tra i più disparati per un totale di 170 miliardi, frutto di scostamenti spesi in mille rivoli per cui oggi nessuna categoria può dire di essere stata davvero ristorata rispetto ai danni subiti.

Avviandomi alla conclusione, la somma degli scostamenti fatti fin qui non è solo un’estensione del debito pubblico per rispondere alla crisi pandemica – lo sappiamo – ma, con la gestione sbagliata della spesa, rappresenta un eccesso di debito pubblico, perché anche nel fare debito serve serietà, distinguendo quello necessario da quello voluttuario. Per capirci – non vi arrabbiate – monopattini e biciclette sono voluttuari. Per questo Fratelli d’Italia continua a chiedere che tutte le risorse, ogni centesimo del prossimo scostamento vada unicamente al nostro tessuto produttivo, che non si buttino via i soldi in riffe di Stato come il cashback! Piuttosto chiediamo indennizzi per le categorie colpite, interventi puntuali sulla cassa integrazione, che deve essere pagata mensilmente e non con mesi di ritardo, e di questo ovviamente nessuno parla qui.

In conclusione, siamo in tempo di pace (la guerra è al Covid ma siamo in tempo di pace), però il pensiero va alla ricostruzione post-bellica, quando il Governo decise con il prestito chi avrebbe ricostruito l’Italia. Si disse che sarebbero stati gli operai. Oggi c’è una società diversa, ma c’è comunque un’Italia da ricostruire. Quello che purtroppo non si riesce a vedere – e spiace – in questa grande maggioranza eterogenea, composita, con idee incompatibili, è… (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Grazie, senatrice, le regole valgono per tutti. Sono scaduti i dieci minuti, però può depositare agli atti il suo intervento affinché venga pubblicato in Allegato al Resoconto della seduta.

[Fonte: www.senato.it]

Questa voce è stata pubblicata in Interventi in Aula Senato, Primo piano.