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HuffingtonPost.it – Le donne del G20: anche l’Italia al W20 di Buenos Aires

Il summit G20 è l’appuntamento annuale riservato ai 20 Paesi più influenti delle “economie sviluppate”, all’interno del quale vengono discussi argomenti cardine per l’equilibrio finanziario e la promozione delle imprese. A partire dal 2015, a coadiuvare l’impegno delle istituzioni è presente un vertice parallelo, chiamato Women20, che vede come protagoniste, appunto, le donne imprenditrici.
Missione fondamentale del W20 è l’eliminazione delle differenze di genere che sono ancora molto vive nel mercato del lavoro. Queste discriminazioni si manifestano sotto molte forme, prima tra tutte nell’ambito dell’istruzione, all’interno del quale vige ancora il pregiudizio secondo cui i percorsi strettamente tecnici e scientifici sarebbero maggiormente adatti agli studenti maschi.
Passando poi alla dimensione lavorativa, il W20 vuole invitare il G20 a soffermarsi su quanto sia difficile ottenere un prestito bancario per le donne che abbiano intenzione di avviare un’attività imprenditoriale. Anche il lato rurale dello sviluppo economico viene tenuto in considerazione, con una serie di proposte riservate che prevedono, tra le altre, maggiori investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione di donne di tutte le età impegnate in questo campo.
Seguendo la struttura organizzativa del G20, anche il W20 ospita rappresentanti dei Paesi inclusi nel vertice. Per quanto riguarda l’Italia, ad occupare il seggio nazionale il prossimo 1 ottobre a Buenos Aires ci sarà anche Maria Claudia Torlasco, presidente di Aidda (Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti d’Azienza). L’Associazione si occupa di portare consapevolezza dei propri diritti tra le donne che sono riuscite a raggiungere una posizione di rilievo all’interno di società o della Pubblica Amministrazione.
Per questo W20 Aidda ha preparato una serie di punti e di proposte concrete da portare al tavolo dei dibattiti, i quali sposano e ampliano quelli già messi in evidenza dal W20. L’accesso al credito, ad esempio, è contestualizzato alla situazione italiana, dove le donne hanno il 62,2% delle possibilità di veder respinta una richiesta di prestito (contro il 47% dei colleghi maschi), tutto ciò in contraddizione con uno studio effettuato nel 2013 da Banca Italia, nel quale viene evidenziato come le donne siano molto più puntuali nella restituzione della somma prestata.
Altro punto caro ad Aidda è il trattamento riservato alle future mamme, costrette a lasciare il lavoro per mesi anche contro il proprio volere. L’Associazione vorrebbe rendere il congedo di cinque mesi previsto una scelta della madre, nonché potenziare l’orario di apertura degli asili fino a coprire la fascia 7-19.
Uno dei punti più interessanti delle proposte di Aidda riguarda la presenza femminile nelle società partecipate o nella Pubblica Amministrazione. Nonostante esista già infatti in Italia una legge (la 120/2011, conosciuta come Golfo-Mosca) che fissa al 30% la quota minima di donne presenti nei CDA, essa non sta dando i frutti che ci si auspicava alla sua creazione.
Nei primi anni, infatti, la crescita è stata consistente, passando dal 6% del 2012 al 35% del 2017, per poi bloccarsi alla percentuale minima fissata dalla legge. Essendo la Golfo-Mosca destinata a perdere effetto nel 2020, trovare una soluzione è decisamente urgente. Non sembra infatti essere ancora stato superato quel gender gap che colpisce le posizioni di un certo potere, come ha dimostrato la scelta dei Ministri operata dal governo giallo-verde.
Un esecutivo del cambiamento che però non ha dimostrato di compierlo nell’aumento di presenze femminili tra quelle a capo dei dicasteri, le quali sono addirittura diminuite rispetto al passato (cinque contro, ad esempio, le otto del governo Renzi).
“Tra le proposte di Aidda c’è anche l’introduzione di agevolazioni economiche e fiscali per quelle imprese che, dopo attenti controlli, risultassero essere eccellenze delle pari opportunità, ricevendo così un “Bollino Rosa” che ne attesti il merito”. Le richieste non sono rivolte, quindi, soltanto alle aziende, ma anche al governo, con la speranza che arrivi un vero e proprio cambiamento sia nella prassi, sia nelle idee.
Il 20 settembre i punti proposti da Aidda vengono presentati in un panel al Senato della Repubblica, avviando il dibattito sul futuro delle donne imprenditrici che continuerà poi al tavolo del W20 di Buenos Aires.

[Fonte: www.huffingtonpost.it]

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