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romaitalialab.it – In prima linea contro i disturbi alimentari

Anoressia e bulimia in aumento. La sfida delle istituzioni

Negli ultimi decenni del secolo scorso i disturbi del comportamento alimentare (DCA) hanno avuto un incremento di incidenza nella popolazione, tale da indurre gli esperti del settore a parlare di emergenza e malattia sociale; una malattia che riguarda oggi in Italia circa 2 milioni di persone con un’età compresa prevalentemente tra i 12 e i 25 anni, con una nuova tendenza che coinvolge anche le donne over 35, e con il triste record di prima causa di morte tra le patologie psichiatriche. I disturbi del comportamento alimentare colpiscono in modo particolare le giovanissime, ispirate da immagini pericolose – come quelle di famose modelle o attrici anoressiche – e probabilmente anche da un rapporto sofferto con la famiglia e con gli altri, ma prima di tutto con se stesse e con la propria individualità.
Chi “scivola” in queste patologie e perde l’autostima, la percezione di sé e del mondo circostante, si sente e vuole sentirsi abbandonato a un destino di malattia, anche se molto spesso non accetta neppure di essere considerato o considerarsi un malato. Le profonde trasformazioni socio-culturali nel mondo occidentale sembrano aver determinato l’incremento esponenziale degli ultimi decenni. Alcuni esperti hanno ipotizzato, infatti, che i disturbi dell’alimentazione siano da considerarsi malattie che esprimono il disagio femminile fortemente condizionato dal contesto culturale. La patologia alimentare per i suoi legami con l’immagine fisica, con l’ossessiva attenzione all’apparenza, può rappresentare il riflesso della distorsione dell’immagine femminile troppo spesso diffusa dai new media.
Oltre 300mila siti internet forniscono pessimi consigli pratici per il perseguimento ossessivo-compulsivo della perdita di peso, un “manuale fai da te” per il raggiungimento della “perfezione fisica”, con forte rischio di emulazione per i giovanissimi, tale da provocare un allarme sociale. I DCA, un tema sommerso ma profondamente attuale che continua a coinvolgere trasversalmente sempre più giovani. E’ di pochi giorni fa l’ulteriore allarme anoressia da parte di una da parte di una famosa ballerina della Scala che in un’intervista ha avuto il coraggio di affrontare il problema dei disturbi alimentari, che coinvolge molte giovanissime impegnate nell’agonismo, soprattutto nella danza denunciando che 1 ballerina su 5 alla Scala è anoressica o soffre di disturbi alimentari.
L’aspetto quantitativo e qualitativo di questo fenomeno sociale è allarmante e il ritardo delle Istituzioni nell’attuazione di provvedimenti idonei, concreti e strutturali deve essere tempestivamente colmato. La complessità del fenomeno e del percorso di cura del malato richiede interventi interdisciplinari ed integrati; interventi che prevedano non solo informazione e prima accoglienza ambulatoriale, ma anche e soprattutto sostegno e assistenza di secondo e di terzo livello e strutture residenziali di accoglienza adeguate, in cui collaborino sistematicamente figure professionali diverse (internisti, nutrizionisti, psichiatri, psicologi clinici, dietisti).
Alcuni passi avanti sono stati intrapresi negli ultimi due anni a livello nazionale e regionale: la proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati per l’istituzione del ‘reato di istigazione alla anoressia e alla bulimia’, la proposta di legge n. 164 (Miele–Rauti e altri) presentata in Consiglio regionale del Lazio che interviene sugli aspetti di prevenzione, diagnosi e cura dell’anoressia, della bulimia e degli altri DCA, in questi giorni all’attenzione delle Commissioni regionali Sanità e Bilancio e l’iniziativa del Ministero della Gioventù e dell’Istituto Superiore di Sanità con l’attivazione di un numero verde (800.180.969) che offre counseling ed indirizza i pazienti verso Centri specializzati, possono senza dubbio rappresentare un segnale di attenzione al fenomeno e senso di responsabilità da parte delle Istituzioni. Ma non basta. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale del Lazio ha ampiamente dibattuto la Mozione n.78 (Irmici-Rauti e altri) per la dotazione della città di Roma e della Regione Lazio di una struttura residenziale pubblica per i DCA, che si occupi di cura, assistenza e accompagno delle persone affette da queste patologie.
Mi auguro che il Consiglio regionale approvi all’unanimità la mozione perché è necessario che la Regione Lazio si doti al più presto di una struttura residenziale di accoglienza, idonea per affrontare queste patologie; un passaggio importante ma solo l’inizio di un percorso che dovrà vedere la Regione Lazio impegnata in prima linea nella battaglia per la prevenzione, l’assistenza e la cura dei DCA.

[Fonte: www.romaitalialab.it]

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