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quotidiano.net – La senatrice Isabella Rauti diventa paracadutista ad honorem

La senatrice e sottosegretario alla Difesa è diventata paracadutista ad honorem nel fuori programma andato in onda alla Festa della Brigata Folgore che ha ricordato, tra le altre cose, l’83 esimo anniversario della battaglia di El Alamein, nell’ottobre 1943 sulle dune del deserto

Non se l’aspettava e ha fatto fatica a trattenere l’emozione quando il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello le ha appoggiato sul capo il basco amaranto e le ha consegnato il diploma incorniciato. La senatrice e sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti è diventata paracadutista ad honorem nel fuori programma andato in onda alla Festa della Brigata Folgore che ha ricordato, tra le altre cose, l’83 esimo anniversario della battaglia di El Alamein, nell’ottobre 1943 sulle dune del deserto.

Reparti schierati nel piazzale della caserma Gamerra di Pisa e pioggia di applausi stavolta senza il tradizionale lancio di precisione dei parà a causa di un forte vento in quota.

Nell’ottobre del 1942 i paracadutisti italiani schierati a “El Alamein”, insieme alle Divisioni “Ariete”, “Littorio”, “Pavia”, “Brescia”, “Bologna”, “Trento” e “Trieste”, lungo un fronte di 15 chilometri, con un rapporto di forze impari, seppero resistere oltre l’immaginabile agli attacchi avversari, respingendo i tentativi di sfondamento e infliggendo al nemico gravi perdite, tanto che alla resa fu loro tributato l’onore delle armi.

La resistenza dei paracadutisti italiani, che registrarono nella battaglia oltre 1.100 tra morti, feriti e dispersi, costrinse i comandi inglesi a sospendere ogni ulteriore iniziativa su quel fronte. Ecco perché questa battaglia è l’icona della Brigata che ne conserva gli ideali e i valori.

La Medaglia d’Oro al Valor Militare, Tenente Colonnello Alberto Bechi Luserna sintetizzò la battaglia di El Alamein con parole riportate sui libri di storia e cucite idealmente sulla divisa di ogni parà: “Fra sabbie non più deserte sono qui di presidio per l’eternità i ragazzi della Folgore, fior fiore di un popolo e di un esercito in armi. Caduti per un’idea, senza rimpianti, onorati dal ricordo dello stesso nemico”.

Sul piazzale del Centro addestramento paracadutisti, assieme ai Reparti della “Folgore”, sono state schierate rappresentanze della Brigata “Ariete”, unica unità ancora in vita tra quelle che combatterono al fianco della Divisione “Folgore”, rappresentanze del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania”, del Comando Forze Speciali dell’Esercito e della 46° Brigata Aerea di Pisa.

La senatrice Rauti ha salutato i reparti schierati. “In tutti i paracadutisti che incontro, in esercitazione, in servizio in Patria nell’operazione Strade sicure, nei teatri operativi colgo sempre lo stesso sguardo, sono gli occhi di chi è fiero, gli occhi di soldati orgogliosi del loro lavoro, consapevoli del loro ruolo; nessuno di voi è un numero di matricola perché siete una comunità di persone legate tra loro e legate alla Patria ed al Tricolore. La vostra professionalità serve oggi più che mai; l’Italia ha bisogno della vostra prontezza e della vostra preparazione, dei vostri cuori d’acciaio all’erta, della vostra azione fulminea e precisa anche in situazioni estreme”.

Il Generale Masiello, decano dei paracadutisti e grande motivatore: “El Alamein non è un semplice anniversario. Non è un rituale da vivere una volta l’anno: è un’eredità viva, un’eredità che orienta il nostro pensiero, le nostre scelte, le nostre azioni. Un filo che unisce le generazioni dei paracadutisti italiani: è senso di appartenenza, identità, memoria viva. È il sigillo della tradizione; il passaggio di testimone da chi ha dato tutto a chi oggi si prepara a dare tutto. È il sigillo del Noi sull’Io. Ogni ordine dato, ogni decisione presa, deve avere un solo obiettivo: il soldato, il paracadutista! Se lo mettiamo al centro oggi, domani sarà pronto a tutto. Siamo a un bivio: cambiare o diventare irrilevanti. Cambiare non è un’opzione, è un dovere morale e operativo. Dobbiamo prepararci alla peggiore delle eventualità, sperando che non arrivi mai. I militari sono i primi a non volere la guerra, perché sanno cosa significa. Però, purtroppo, quando la guerra arriva, non sempre ti chiede il permesso. E oggi la nostra grande famiglia si arricchisce di una nuova presenza. Benvenuta, sottosegretario Rauti, fra i baschi amaranto”.

E come sempre ha sottolineato che il mestiere delle armi, soprattutto perchi fa parte della Brigata Folgore, non è per tutti. Chi non se la sente può fare un passo indietro.

[Fonte: www.quotidiano.net]

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