Percorso:

Mozione – Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00259 – Scuole paritarie

Atto n. 1-00259

Pubblicato il 21 luglio 2020, nella seduta n. 242
Esame concluso nella seduta n. 242 dell’Assemblea (21/07/2020)

IANNONE , CIRIANI , BALBONI , CALANDRINI , DE BERTOLDI , FAZZOLARI , GARNERO SANTANCHE’ , LA PIETRA , LA RUSSA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RAUTI , RUSPANDINI , TOTARO , URSO , ZAFFINI

Il Senato,

premesso che:

le scuole paritarie e degli enti locali, come stabilito dalla legge 10 marzo 2000 n. 62, recante «Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione», rappresentano, insieme e accanto alle scuole statali, una fondamentale componente costitutiva del «sistema nazionale d’istruzione»;

il principio della «libertà di educazione» promanante dall’articolo 33 della Costituzione, che ha posto in capo a enti e privati il diritto di istituire, sul territorio nazionale, scuole e istituti di educazione, in combinato disposto con i principi di sussidiarietà orizzontale e pluralismo istituzionale, nonché al parametro della virtuosa collaborazione tra iniziativa statale e privata, ha infatti determinato la configurazione di un «sistema scolastico integrato» caratterizzato da un giusto contemperamento tra l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati e lo svolgimento di attività di interesse generale;

a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti, e con particolare riguardo all’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, la legge qualifica e definisce le scuole paritarie come quelle istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, a partire dalla scuola dell’infanzia, cui è assicurata piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico e che presentano, quali requisiti caratteristici, la corrispondenza agli ordinamenti generali dell’istruzione, la coerenza con la domanda formativa delle famiglie e la sussistenza di requisiti qualitativi e di efficacia, valutabile, quest’ultima, secondo parametri espressamente previsti dalla medesima legge che disciplina questo essenziale comparto complementare e sussidiario dell’erogazione di servizi di educazione e formazione nel nostro Paese;

secondo un recente report elaborato dall’Ufficio Gestione patrimonio informativo e statistica del Ministero dell’istruzione (Focus «Principali dati della scuola – Avvio anno scolastico 2019/2020»), nell’anno scolastico 2018/2019 le scuole paritarie erano 12.564 e gli studenti frequentanti 866.805;

in questo contesto, in particolare, la scuola dell’infanzia rappresenta il settore educativo in cui si concentra il maggior numero di studenti delle scuole paritarie: 524.031 bambini, distribuiti in 8.957 scuole, mentre 1.385 sono le scuole primarie, 622 le scuole di primo grado e 1.600 le scuole paritarie di secondo grado;

oltre alla funzione sociale che questo segmento del sistema nazionale d’istruzione rappresenta, in termini di articolazione, orientamento e possibilità di scelta, da parte di famiglie e cittadini, tra opzioni didattiche e formative, alternative e diversificate, sia pur nella loro armonia e compatibilità con i principi costituzionali e nel quadro della normativa nazionale, assumono particolare rilevanza, specie nel contesto attuale di grave crisi economica, i volumi di attività registrati sul piano occupazionale: il sistema delle scuole paritarie occupa infatti 90.000 docenti e 70.000 dipendenti tecnici amministrativi, assicurando l’allocazione attiva di un considerevole bacino di professionalità riconducibile al settore dell’educazione e formazione;

considerato che:

il settore scolastico è stato tra i primi ad essere pesantemente investiti dalla crisi determinata dall’emergenza epidemiologica da COVID-19: a decorrere dallo scorso 23 febbraio tutte le scuole e università di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna venivano chiuse;

dall’8 marzo in poi, con diversi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, la sospensione delle attività didattiche veniva gradualmente e progressivamente estesa a vaste aree del territorio nazionale, partendo da ulteriori 14 province del nord Italia (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell’8 marzo), sino a disporre, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 9 marzo 2020, la sospensione delle attività didattiche a tutto il territorio nazionale;

l’impatto di tale sospensione per le scuole paritarie, ed in particolare per la tenuta del sistema e la continuità delle attività del comparto è stato dirompente: la riduzione di disponibilità finanziaria determinata dalla sospensione del versamento, da parte dei fruitori, delle rette scolastiche o delle compartecipazioni previste, in ragione dell’interruzione dei servizi venutasi a creare in seguito alle misure adottate, ha determinato l’emersione di fortissime difficoltà specie in termini di equilibrio nella gestione finanziaria che di impossibilità, in molti casi, a far fronte alle spese vive di gestione (quali i canoni di locazione delle strutture e i costi amministrativi comunque sostenuti, nonostante la sospensione delle attività didattiche);

la persistenza della grave situazione ha portato negli scorsi mesi numerose associazioni rappresentative di queste strutture scolastiche, oltre a gestori e analisti delle politiche scolastiche, a lanciare un preoccupato grido d’allarme, evidenziando le stime e le proiezioni sull’anno scolastico venturo dalle quali emergeva con chiarezza come il 30 per cento delle scuole paritarie, in assenza di interventi e chiari segnali di supporto, risultasse esposto al rischio concreto e attuale di chiusura;

tali istanze del mondo associativo e scolastico hanno faticosamente e comunque solo tardivamente trovato spazio nei diversi provvedimenti normativi adottati dal Governo nelle more della gestione dell’emergenza sanitaria e della conseguente crisi economica, specie nella prima fase, nella quale pur risultava evidente ed era già chiaramente delineato il perimetro e l’entità del rischio concreto per tali strutture;

specularmente, nell’ottica della massima e più leale collaborazione che sin dall’inizio dell’emergenza ha caratterizzato l’atteggiamento del Gruppo parlamentare «Fratelli d’Italia», rispetto all’interesse nazionale ad una gestione adeguata della crisi, erano già stati identificati e proposti, mediante numerose proposte emendative, sistematicamente bocciate, i possibili percorsi risolutivi e le vie percorribili per assicurare un sostegno adeguato anche a questo comparto fondamentale, per l’erogazione di servizi essenziali per i cittadini;

al riguardo, giova ricordare come del tutto carente in tal senso risultasse, ad esempio, il decreto-legge cosiddetto «Cura Italia» del 17 marzo 2020, n. 18, che nulla prevedeva rispetto a tali istanze, nonostante fosse già noto l’impatto dirompente della crisi per le scuole paritarie e nonostante sin da allora, sia formalmente nelle commissioni e nelle aule parlamentari, sia nel dibattito politico pubblico, il Gruppo «Fratelli d’Italia», ad ogni occasione utile, avesse avanzato proposte concrete e puntuali, quali l’istituzione di un fondo a sostengo delle scuole paritarie o la previsione di un credito d’imposta nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione per il periodo di sospensione dell’attività;

nonostante ciò la previsione di misure di sostengo economico all’istruzione paritaria è confluita negli atti di Governo solamente con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34;

l’articolo 233 del testo del decreto varato dal Governo prevedeva uno stanziamento pari a 150 milioni di euro, per le scuole primarie e secondarie paritarie, a titolo di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette da parte dei fruitori, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza in seguito alle misure adottate per contrastare la diffusione del COVID-19;

solamente in sede di conversione del decreto-legge un emendamento, peraltro non condiviso da tutte le forze di maggioranza, ne ha previsto l’incremento ad euro 300 milioni, a riprova dell’assenza tra le varie forze di Governo di una visione comune su questo tema essenziale, presupposto imprescindibile per un indirizzo politico chiaro che sia in grado di mettere al riparo dagli effetti dirompenti della crisi un comparto cruciale sia per le famiglie che per tutti i lavoratori impiegati in questo settore;

nonostante lo stanziamento disposto dal «decreto rilancio» a maggio, poi raddoppiato in sede di conversione, ad oggi le scuole paritarie non hanno ancora ricevuto alcun tipo di sostegno economico e la persistenza di questa situazione sta determinando un progressivo e inesorabile incremento del numero di scuole che via via stanno chiudendo: secondo il sito web «noisiamoinvisibili» sono ben 71 le scuole paritarie che hanno chiuso a decorrere dalla fine di aprile sino ad oggi, coinvolgendo ben 3.192 studenti e con un aggravio di costi aggiuntivi a carico dello Stato, per il ricollocamento degli stessi e l’erogazione di corrispondenti volumi di servizi, pari ad euro 27.132.000;

il rischio della persistenza di questa grave situazione di carenza finanziaria, a risorse stanziate, ma nell’impossibilità di procedere alle erogazioni, è quello di arrivare troppo tardi, travolgendo in modo inesorabile organizzazione e funzionamento di realtà scolastiche ed educative che, in assenza delle risorse di spettanza, non saranno comunque pronte ad assicurare l’offerta didattica e formativa all’avvio dell’anno scolastico, costringendo famiglie e studenti a trasferimenti e riallocazioni verso altre strutture;

le modifiche strutturali necessarie a garantire l’erogazione di servizi scolastici ed educativi in sicurezza, alla luce delle nuove circostanze e del necessario adeguamento strutturale e di metodo che investiranno la didattica e il settore scolastico ed educativo in modo dirompente, restano inoltre allo stato attuale precluse o comunque di difficile accessibilità per le scuole paritarie: è importante dunque che anche su questo aspetto siano poste le condizioni per una equiparazione tra gli istituti di ogni ordine e grado, statali o parificati, in ordine alle possibilità di adeguamento strutturale in un contesto di sicurezza per tutti gli studenti senza distinzioni di sorta,

impegna il Governo:

1) ad adottare tutte le iniziative necessarie ad assicurare anche alle scuole paritarie una ordinata e sicura ripresa dell’anno scolastico, garantendo un andamento gestionale e amministrativo coerente con le dinamiche generali del sistema scolastico integrato nazionale;

2) ad assicurare, rispetto alle difficoltà di carattere finanziario ed economico connesse alla sospensione delle attività didattiche, la continuità amministrativa e didattica delle scuole paritarie, anche mediante adeguate verifiche periodiche sui fabbisogni finanziari in relazione all’andamento futuro dell’emergenza epidemiologica e della eventuale ipotesi di nuove sospensioni o contrazioni di attività;

3) a tutelare il bacino di professionisti occupati nel comparto delle scuole paritarie, mediante ogni iniziativa atta a preservare i volumi e i livelli qualitativi e quantitativi di attività educativa, didattica e amministrativa prestata all’interno degli istituti;

4) ad assicurare un’adeguata tempistica nell’erogazione delle risorse stanziate, garantendo a famiglie e studenti, in modo omogeneo sul territorio nazionale, uniformità e parità di accesso e consentire alle scuole paritarie, all’inizio dell’anno scolastico a settembre, di essere nelle condizioni di garantire una regolare ripresa delle attività didattiche e dei servizi educativi di competenza.

[Fonte: www.senato.it]

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