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Italpress – Donne: Rauti “senza la loro istruzione non può esserci sviluppo”

ROMA (ITALPRESS) – Due terzi degli abitanti del mondo che non sanno né leggere né scrivere sono di sesso femminile, così com’è di sesso femminile il 70% dei bambini che non vanno a scuola. Dati impressionanti, che la dicono lunga sulle disparità tra uomo e donna, e da cui è partita la terza conferenza internazionale “L’istruzione chiave dello sviluppo”, promossa dalla Fondazione Rita Levi-Montalcini. Quest’anno la conferenza si è concentrata prevalentemente sull’ istruzione femminile e in particolare sulle donne dell’Africa, rimarcando le speranze suscitate dall’assegnazione del Nobel per la Pace, appena quattro giorni fa, a due donne africane e ad una araba: la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleak, la sua connazionale Leymah Gbowee e l’attivista yemenita Tawakkul Karman. “L’educazione è fondamentale per superare le disparità tra uomo e donna – ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi -. E’ necessario investire sull’istruzione per evitare l’esclusione delle donne”. Ed è anche per questo che è dedicata a donne e bambini una buona parte dei 37 progetti promossi in Africa dalla fondazione nel 2010-2011. Ma non basta, perché le donne del Sud del mondo continuano a pagare una serie di ingiustizie sociali e culturali che non permettono di superare le diseguaglianze.
Eppure abbiamo visto l’importanza ricoperta dalle donne, insieme ai giovani e alle nuove tecnologie, nelle recenti rivoluzioni in Nord Africa – ha detto il consigliere della Regione Lazio Isabella Rauti -. Il nodo istruzione-sviluppo è quello da cui dipendono i destini del mondo. Senza donne istruite e formate non può esserci sviluppo e senza sviluppo non può esserci pace”. Una constatazione che era uno dei punti più importanti degli Obiettivi di sviluppo del millennio, firmati nel 2000 dai 191 stati membri dell’Onu. “Ci si prefiggeva – ha spiegato la Rauti – di raggiungere l’obiettivo dell’ istruzione primaria universale entro il 2015, ma è evidente che purtroppo non sarà così. In ogni caso esiste una rete globale che esercita pressioni sui governi per stimolare il cambiamento. Il rischio è che questa rete possa diventare di nicchia. A quel punto la sfida sarebbe persa”. Ma il problema dell’ istruzione primaria è strettamente collegato ad altri due drammi: quello della mortalità infantile e quello della morte per maternità, poiché, come spiega la Rauti, “se non aggrediamo questi problemi difficilmente avremo dei bambini a cui garantire un’istruzione di base”. Ed è proprio per limitare gli effetti di queste due piaghe che la Regione Lazio ha stanziato dei fondi per ristrutturare un ospedale pedriatico ad Herat, in Afghanistan: “Nonostante la carenza di risorse – ha detto Isabella Rauti -, la Regione Lazio è impegnata nella realizzazione di questo e di altri progetti. Mi auguro ora che la Regione possa trovare una forma di sostegno anche per i progetti della fondazione Rita Levi-Montalcini”.

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