Percorso:

Interrogazione a risposta scritta – Atto n. 4-07141 – Al Ministro dell’interno

Atto n. 4-07141

Pubblicato il 14 giugno 2022, nella seduta n. 439

FAZZOLARI, ZAFFINI, BARBARO, PETRENGA Giovanna, RAUTI Isabella, GARNERO SANTANCHÈ Daniela, LA PIETRA – Al Ministro dell’interno. -Premesso che:

il 2 giugno 2022, nella cittadina di Peschiera del Garda (Verona) ha avuto luogo un evento dal titolo “L’Africa a Peschiera”;

organizzato grazie al passaparola su “Tik Tok”, uno dei social network più diffusi tra i giovani, l’evento ha visto la partecipazione di molti ragazzi, in prevalenza di origine africana (maghrebina in particolare), in buona parte immigrati di seconda generazione;

la situazione è sembrata fin da subito difficilmente gestibile, per la numerosità dei partecipanti al raduno e per le parole d’ordine che sui social network erano rimbalzate come una specie di guida per i partecipanti, frasi come “andiamo a riconquistare Peschiera”, “questo è territorio nostro”, oppure “l’Africa deve venire qui”; per finire con il chiaro invito rilanciato con le parole “Facciamo la guerra, comanda l’Africa”;

il clima si è da subito incendiato, tra furti, risse e danneggiamenti, per poi diventare totalmente ingestibile con il susseguirsi degli arrivi di partecipanti a quello che può essere definito un vero e proprio rave da strada;

nel clima di terrore generatosi, ben descritto dai turisti, dai residenti e dai commercianti di Peschiera del Garda, i quali hanno parlato di vere e proprie scene di guerriglia, è risultato indispensabile l’intervento dei reparti antisommossa che, nel pomeriggio, sono intervenuti per cercare di ripristinare una situazione ormai fuori controllo;

le numerose violenze perpetrate a danno di persone, automobili, esercizi commerciali, stabilimenti balneari e quant’altro, puntualmente riprese e diffuse sui social network dagli stessi autori come stellette da appuntare sulla divisa, sono state la premessa per i gravissimi episodi che si sono poi verificati alla stazione e sui treni che dalla stessa località transitavano, carichi di persone che avevano trascorso la giornata nei pressi di Peschiera;

in particolare, su un treno regionale diretto a Milano, sei ragazze italiane, tutte minorenni, sono state oggetto di violenza da parte di gruppi di giovani di origine africana, che le hanno ripetutamente molestate verbalmente e fisicamente, palpeggiandole nelle parti intime per diverso tempo, impedendo loro di divincolarsi dalla stretta che il branco criminale aveva organizzato;

la dinamica dell’episodio è tristemente analoga a quella andata in scena a Milano la notte di Capodanno, quando diverse ragazze furono oggetto di violenze sessuali poste in essere proprio da gruppi criminali di immigrati o italiani di origine araba o nordafricana, che agirono con modalità tipiche del “Taharrush gamea”, termine arabo che indica forme di molestia collettiva e di aggressione nei confronti delle donne fino alla violenza sessuale: stessa dinamica, stesse azioni premeditate e coordinate, stessa composizione dei gruppi criminali, che agiscono non solo per perpetrare violenze, ma anche e soprattutto per rivendicare e affermare un modello di società estraneo alla nostra cultura; un modello di società, tipico del fondamentalismo islamico, che non riconosce alle donne la parità dei diritti rispetto agli uomini;

considerato che:

da quanto emerso sui media, i sindaci di Peschiera del Garda e di Castelnuovo del Garda avevano allertato il Ministero dell’interno e il prefetto già il 30 maggio, tre giorni prima del raduno, proprio ipotizzando possibili problemi di ordine pubblico, vista l’eco della manifestazione e le intenzioni non propriamente turistiche dei possibili partecipanti;

a un’interrogazione a prima firma dell’interrogante dello scorso 11 gennaio (4-06431) sulle violenze di Capodanno a Milano, il Ministero dell’interno, per voce del Sottosegretario di Stato Molteni, ha risposto in data 4 febbraio confermando che le violenze poste in atto fossero riconducibili proprio al “Taharrush gamea”, di fatto riconducendole a un unico disegno criminale e legandole a una generale impostazione culturale di chi se ne rese protagonista;

la manifestazione si è caratterizzata per una surreale matrice di rivendicazione etnica, come d’altra parte il titolo dell’evento e le parole d’ordine dello stesso lasciavano ampiamente presagire, e i ripetuti insulti alle donne bianche in spiaggia, nei locali o sui treni (“su questo treno non salgono i bianchi” si sono sentite ripetere molte ragazze) sono stati solamente la conferma di quanto in realtà ampiamente prevedibile;

nonostante ciò e nonostante il gravissimo precedente di Milano, nulla risulta essere stato fatto per prevenire le violenze che poi si sono drammaticamente materializzate,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga di inquadrare gli accadimenti di Peschiera del Garda all’interno del contesto del “Taharrush gamea”, così come gli episodi di Milano o del Capodanno di sei anni fa a Colonia e in diverse altre città europee;

per quale motivo siano stati ignorati o, nella migliore delle ipotesi, sottovalutati gli allarmi lanciati dai sindaci dei Comuni sul cui territorio si sono concentrati i partecipanti all’evento “L’Africa a Peschiera”, con le gravi conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti e che hanno messo a serio repentaglio l’incolumità delle ragazze vittime di violenza sessuale sul treno e delle altre persone coinvolte loro malgrado nelle violenze perpetrate dalle bande di immigrati;

se non intenda, anche alla luce delle devastazioni di questa manifestazione e di quelle dei rave party illegali sempre più spesso organizzati sul territorio italiano, monitorare l’organizzazione di eventi di questo tipo al fine di impedirne l’effettiva realizzazione, o almeno di garantire che il loro svolgimento non contravvenga le leggi dello Stato e non danneggi beni sia pubblici che privati;

quali misure urgenti intenda adottare per scongiurare il rischio che simili violenze si ripetano e per proteggere la popolazione, soprattutto femminile, da rapine, abusi, molestie e violenza sessuale in occasione di manifestazioni di piazza e contesti affollati.

[Fonte: www.senato.it]

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