Percorso:

Esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, per valutare i profili di illegittimità in relazione alle Pubblicitá on line di servizi di maternità surrogata

Tramite i miei legali ho presentato, in qualità di Senatore della Repubblica e di Responsabile nazionale del Dipartimento di Fratelli d’Italia “Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili” un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, per valutare i profili di illegittimità in relazione alle Pubblicità on line di servizi di maternità surrogata.
Nei mesi scorsi, infatti sono comparsi numerosi post, pubblicati nei social Facebook ma anche su siti web, reiterati ed insistenti, con annunci a pagamento finalizzati a pubblicizzare l’offerta del ricorso all’utero affitto ed alla maternità surrogata, con le indicazioni delle relative cliniche operative in Stati esteri, nei quali tale pratica è consentita.
L’esposto di querela/denuncia richiama il principio per il quale nell’ordinamento italiano, l’utero in affitto e la maternità surrogata – ovvero quanto sponsorizzato sulla piattaforma di Facebook e nei vari siti web – costituisce reato penale (Legge n 40/2004).
I responsabili territoriali, al livello regionale e provinciale, del Dipartimento FDI hanno svolto per mesi un lavoro di monitoraggio sui social media delle inserzioni, facendo anche le opportune segnalazioni previste da Facebook ma nulla è cambiato e, sulla base di questo lavoro di controllo costante e di censimento digitale di cui li ringrazio, è stato possibile stilare un elenco puntuale delle pubblicità e delle offerte, dossier che costituisce parte integrante dell’esposto.
Solo a titolo esemplificativo, cito uno dei casi tra quelli indicati nell’Esposto; sul sito della clinica BioTexCom, Feskov, ma non solo, si legge dell’offerta di “un pacchetto tutto compreso che può costare dai 39mila euro se è “standard”, fino a 65mila se è “Vip”, con tanto di caratteristiche selettive della donna gestante.
E’ inconcepibile ed inaccettabile che tali pubblicità compaiano impunemente sulle pagine italiane dei siti web e dei social.
Il nostro ordinamento non consente la pratica della maternità surrogata ed il ricorso all’utero in affitto; tali pubblicità rappresentano quindi una palese violazione nonché, entrando nel merito e nell’opinione, la surrogazione di maternità è abominevole, si basa sullo sfruttamento del corpo femminile e delle condizioni di povertà; e come afferma anche la sentenza (n.272/2017) della Consulta, offende la dignità della donna, introduce nuove discriminazioni nelle relazioni umane e di genere, e comporta il commercio di bambini su ordinazione, oggetto di mercato e di compravendita.
Attraverso intermediazioni commerciali, una donna, estranea alla coppia genitoriale etero o omosessuale, provvede alla gestazione ed al parto, si impegna alla rinuncia di ogni diritto nei confronti del nascituro e cede il bambino in cambio di un compenso. Questo commercio è lesivo dei diritti del bambino, della dignità della donna gestante, ma anche dell’istituto dell’adozione e delle norme previste dalla Legge per la tutela dei minori, con le quali la surrogazione di maternità si pone oggettivamente in conflitto.
Fratelli d’Italia è da sempre schierata contro la pratica della maternità surrogata e il Presidente Giorgia Meloni è la prima firmataria del disegno di legge per rendere perseguibile questa pratica anche se usufruita all’estero, considerata come reato universale.

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