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Dire – Esercito. Al CAPAR di Pisa cerimonia commemorazione 83° anniversario Battaglia El Alamein -2-

(DIRE) Roma, 24 ott. – La senatrice Rauti, nominata paracadutista ad honorem nel corso della cerimonia, rivolgendosi commossa alle truppe schierate, ha evidenziato: “In tutti i Paracadutisti che incontro, in esercitazione, in servizio in Patria nell’operazione strade sicure, nei Teatri Operativi colgo sempre lo stesso sguardo, sono gli occhi di chi è fiero, gli occhi di soldati orgogliosi del loro lavoro, consapevoli del loro ruolo; nessuno di voi è un numero di matricola perché siete una comunità di persone legate tra loro e legate alla Patria ed al Tricolore. La vostra professionalità serve oggi più che mai; l’Italia ha bisogno della vostra prontezza e della vostra preparazione, dei vostri cuori d’acciaio all’erta, della vostra azione fulminea e precisa anche in situazioni estreme”.
Nel suo intervento il Generale Masiello, che della specialità Paracadutisti è il decano, ha sottolineato: “El Alamein non è un semplice anniversario. Non è un rituale da vivere una volta l’anno: è un’eredità viva, un’eredità che orienta il nostro pensiero, le nostre scelte, le nostre azioni. Un filo che unisce le generazioni dei paracadutisti italiani: è senso di appartenenza, identità, memoria viva. È il sigillo della tradizione; il passaggio di testimone da chi ha dato tutto a chi oggi si prepara a dare tutto. È il sigillo del Noi sull’Io.
Ogni ordine dato, ogni decisione presa, deve avere un solo obiettivo: il soldato, il paracadutista! Se lo mettiamo al centro oggi, domani sarà pronto a tutto. Siamo a un bivio: cambiare o diventare irrilevanti. Cambiare non è un’opzione, è un dovere morale e operativo. Dobbiamo prepararci alla peggiore delle eventualità, sperando che non arrivi mai. E non basta dire: ‘noi non vogliamo la guerra’. I militari – lo ripeto ancora una volta – sono i primi a non volerla, perché sanno cosa significa. Però, purtroppo, quando la guerra arriva, non sempre ti chiede il permesso. Il futuro appartiene a chi sa trasformare la memoria in forza, la tradizione in energia, l’onore in azione. Perché nella Folgore, nell’Esercito, ciascuno è parte di un tutto. Quel tutto è ciò che dà significato al sacrificio, alla fede, all’onore, all’amore per la Patria. Il grido ‘Folgore!’ ispira, unisce, guida. E la solidarietà di atteggiamento morale e la fraternità del rischio ci fanno fratelli. Oggi questo spirito si rinnova.
Oggi la nostra grande famiglia si arricchisce di una nuova presenza. Benvenuta, Sottosegretario Rauti, fra i baschi amaranto”.(SEGUE)
(Com/Buc/ Dire)
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