Roma, 30 agosto. “Considero il passaggio del Tricolore nelle mani dei nostri atleti militari, un gesto simbolico e di grande valore patriottico, perché è lo stesso Tricolore che hanno giurato di difendere sempre, anche mettendo a rischio la propria vita. Invictus games vuol dire sport ma anche fratellanza, comunione, comunità tra chi ha subìto eventi traumatici che hanno lasciato segni e ferite che hanno cambiato per sempre la loro esistenza. L’aspetto sportivo degli Invictus Games si intreccia con il più profondo sentimento di solidarietà e di condivisione tra tutti i suoi partecipanti, che vengono chiamati competitors, cioè concorrenti e non atleti, per sottolineare lo spirito di inclusione che caratterizza i giochi”, lo ha detto oggi il sottosegretario alla Difesa, senatrice Isabella Rauti, alla cerimonia di consegna del Tricolore al team Italia della Difesa che sarà impegnato in Germania, a Düsseldorf, dal 9 al 16 settembre.
“I nostri atleti del Gruppo sportivo paralimpico militare sono un esempio di coraggio e determinazione; campioni nello sport e nella vita. Una vita fatta di impegno, sacrifici, serietà, costanza e dedizione, qualità che li contraddistinguono. Il motto di questa edizione dell’Invictus Games è “A Home for Respect” ossia “La dimora del Rispetto” ed è con questo spirito che la delegazione italiana affronterà i prossimi giochi”, ha sottolineato Rauti nel suo intervento, “Da rappresentante del governo Meloni, da sottosegretario alla Difesa con delega alla promozione e al coordinamento delle attività sportive militari ed alle politiche per la disabilità, auspico che l’Italia possa ospitare una delle prossime edizioni degli Invictus Games. L’iter della candidatura a Paese ospitante è lungo e complesso; nel 2025 i giochi, come già annunciato, si svolgeranno in Canada ma possiamo lavorare per il futuro”.
“L’Italia, è tra i pochissimi Paesi, se non l’unico, – ha evidenziato Rauti – che consente ai militari con gravi disabilità contratte in servizio di continuare a servire le Istituzioni, indossare l’uniforme nel Ruolo d’Onore ed essere sempre parte della grande famiglia delle Forze Armate, che non lascia indietro nessuno”.
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