Percorso:

Carceri, Rauti (Pdl): risposte strutturali ma no amnistia

“La situazione delle carceri del Lazio è molto grave, se è vero che nei 14 Istituti di pena e detenzione esistenti nella nostra Regione sono circa 2000 i detenuti in esubero rispetto agli standard di capienza stabiliti per legge” è quanto dichiara la consigliera regionale del Lazio Isabella Rauti, a margine del Consiglio regionale straordinario di oggi.
“L’approccio al tema della detenzione non deve essere ideologico ma pragmatico; dobbiamo contribuire a creare i presupposti strutturali affinchè le condizioni dei detenuti siano compatibili con la funzione rieducativa della pena e con i diritti della Persona umana, principi sanciti dalla Legge, dal codice penale e dalla nostra stessa Carta costituzionale”.

“Non ritengo che l’amnistia possa essere una soluzione giusta al problema, perché è un classico provvedimento tampone, che risolve per poco tempo l’emergenza ma non scongiura affatto il rapido ritorno a situazioni di forte criticità. L’esempio del 2006 è ancora sotto gli occhi di tutti; dopo appena due anni le carceri erano nuovamente al collasso, e oggi ci troviamo ad affrontare lo stesso problema. Penso piuttosto che vadano trovate vie alternative, e per questo propongo di mettere subito mano a provvedimenti che possano realmente contribuire alla soluzione definitiva del sovraffollamento delle carceri: rivedere il regime della custodia cautelare in carcere; provvedere ad una depenalizzazione dei reati minori; trovare ulteriori forme alternative alla detenzione, anche nell’ottica della riabilitazione del condannato e del suo progressivo reinserimento nella società e nel mondo del lavoro; portare a compimento il piano di edilizia penitenziaria varato nel 2010”.
“Mi auguro che il Consiglio regionale del Lazio riesca oggi a determinarsi in maniera bi partisan; sarebbe grave che la politica si spaccasse su un argomento del genere, che tocca profondamente le coscienze di tutti. Personalmente ho firmato e condiviso la mozione presentata da alcuni colleghi di diverse forze politiche, perché si è posto l’accento proprio sulla necessità di un approccio  strutturale alla questione, lasciando fuori l’amnistia, che può essere oggetto di divisione e non di unione”.

“Continuerò comunque il mio impegno su un tema  che mi sta particolarmente a cuore, e sul quale ho presentato una proposta di legge che auspico possa presto essere oggetto di dibattito nelle commissioni competenti e in Aula: la creazione degli ICAM nella nostra regione, ovvero quegli Istituti di custodia attenuata per le madri detenute che possono essere una risposta importante sia sul versante della riduzione del numero delle detenute stesse presso gli Istituti di pena che nell’ottica di garantire ai loro figli un’infanzia normale”.

Roma, 22 settembre 2011

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