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askanews – Ddl Zan, Lega-FI-FdI con i ProVita: legge minaccia la libertà. Al Senato presentato un report preparato dalla Onlus

Roma, 9 giu. (askanews) – Le leggi e le iniziative culturali contro l’omotransfobia minacciano la libertà dei cittadini. E’ questo, in sintesi, il messaggio lanciato in una conferenza stampa che si è svolta al Senato, in sala Caduti di Nassiriya, in occasione della presentazione del “Report sulle violazioni delle libertà fondamentali causate dalle leggi sull’omotransfobia” elaborato dalla Onlus ProVita e Famiglia. Obiettivo della polemica il cosiddetto ddl Zan in discussione in commissione Giustizia a palazzo Madama: in rappresentanza del fronte parlamentare che si batte contro la sua approvazione, quanto meno nella versione approvata in prima lettura dalla Camera, sono intervenuti il senatore della Lega Simone Pillon e suoi colleghi di Forza Italia Lucio Malan e di Fratelli d’Italia Isabella Rauti. Il report presentato elenca centinaia di episodi accaduti nel mondo e in Italia che, secondo chi lo ha redatto, illustrano in concreto come “le accuse di ‘omofobia’ e di ‘transfobia’ sono spesso utilizzate come pretesto per attaccare le persone, comprimendo il diritto alla libertà di pensiero e di religione, o per negare altri diritti, ad esempio nell’ambito del lavoro e dell’iniziativa economica privata”. Dopo i promotori dell’iniziativa ha preso la parola Pillon, che ha dato vita a un vero e proprio show, elencando decine di possibili definizioni delle differenti identità di genere di cui si discute a livello globale. “Vorrei si sentissero benvenuti ai nostri lavori – ha iniziato – i signori e le signore agender, androgini, androgine, bigender, cis o cise, cisgender, cis femmina, cis maschio, le signore da femmina a maschio, i signori gender non conforme, i signori gender questioning, gender variant, gender queer, intersessuali, trans da maschio a femmina, di nessun genere, di genere neutro o non binario, altro, pangender, signori trans maschi senza l’asterisco e signori trans femmina senza asterisco” e così via per diversi minuti. Conclusione: “Non posso proseguire con la lettura di questo elenco perché ci vorrebbe tutto il pomeriggio e perché non c’è un elenco definitivo, tanto è vero che i movimenti Lgbtqia hanno dovuto aggiungere un segno più… I nostri ragazzi che si iscrivono a Facebook possono scegliere fra gran parte di queste identità, ora penso che se tornassimo al buon senso, faremmo un’opera meritoria”. Per Malan “ogni persona è diversa dalle altre e bisogna accettare questa realtà, questo si dovrebbe insegnare nelle scuole. Ognuno ha la sua specificità di essere umano e gli esseri umani sono maschi e femmine”. A giudizio del senatore azzurro i sostenitori del ddl Zan “vogliono l’intimidazione, attraverso il rischio del carcere e a volte il carcere proprio, di chi non accetta l’imposizione di questa ideologia”. Fra le altre cose, ha aggiunto, “questa legge riguarda proprio coloro che non sono interessati perché tocca la realtà di tutti: porta alla costituzione di una sorta di polizia politica in tutte le aziende. Chiunque riterrà di poter rivendicare qualcosa, se lo assocerà alla propria identità di genere avrà delle tutele speciali a scapito di tutti gli altri”. “Sicuramente – ha osservato Rauti dal canto suo – non ci sono vuoti legislativi da colmare e non emerge con sufficiente chiarezza la portata minacciosa rispetto alla libertà di pensiero e di espressione che il ddl Zan contiene. Il perimetro del reato lascia una discrezionalità amplissima al giudicante e oggi non sappiamo cosa potrebbe essere sanzionabile, probabilmente anche le cose che diciamo qui oggi”. “Mi soffermo – ha detto ancora l’esponente di FdI – sull’aspetto specifico dell’identità di genere. Questo aspetto non solo va nelle aule giudiziarie dei tribunali dove il ddl vuole condurre tutti quelli che non si allineano. Soprattutto va nei luoghi dell’istruzione e se ne infischia della libertà educativa dei genitori”. In definitiva, “la legge vuole punire con nuovi reati chi non si allinea a questo gigantesco pensiero unico, è un grimaldello per far passare ovunque l’ideologia gender”. Bar 20210609T145451Z

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