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AsinoRosso.it – INTERVISTA. Isabella Rauti (Fratelli d’Italia-An): In autunno ci sarà una nuova, grande Destra italiana

di Massimiliano Mazzanti

Sono due mesi intensi, questi di aprile e maggio, per Isabella Rauti, esponente di Fratelli d’Italia e Portavoce dell’associazione Prima l’Italia, divisa tra i tanti impegni di una campagna elettorale decisiva per la Destra italiana e la fatica che si è caricata sulle spalle di promuovere con decisione il processo di ri-aggregazione delle tante anime disperse della comunità un tempo raggruppata nel Msi-Dn e in buona parte in Alleanza nazionale. Figlia di Pino Rauti, Isabella ha la passione del canottaggio, uno sport che aiuta a sopportare gli sforzi intensi e prolungati e non sarà certo da meno l’impegno necessario a raggiungere un risultato che, fino a ora, non è stato centrato da nessuno dei tanti che ci hanno provato già.

Signora Rauti, si è addossata il compito di riunificare un mondo disperso, deluso e disincantato qual è quello della Destra italiana: perché pensa di riuscire laddove già in diversi hanno fallito?

Intanto perché non sono da sola in questo impegno, l’ultima conferenza Una destra per la terza Repubblica del 28 marzo scorso è stata promossa da ben dieci sigle. Poi, rispetto a due anni fa, oggi esiste una Destra solida, rappresentata in Parlamento e diffusa sul territorio: Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale. Ed è un punto di riferimento fondamentale che può dare una sponda solida al processo di ri-aggregazione della Destra italiana. Infine c’è un dato politico imprescindibile: con la crisi evidente di Forza Italia e la scomparsa del centrodestra a cui eravamo abituati, il bisogno di Destra in Italia è aumentato e si è diffuso sul territorio. Questa esigenza ha portato anche molti esponenti – magari divisi tra loro nel recente passato – a smussare i toni delle polemiche, anzi, ad abbandonarli tout court e a riscoprire l’importanza delle ragioni che spingono tutti a tornare insieme, per rafforzare un fronte identitario alternativo alle sinistre.

Quindi tutto procede per il meglio?

Siamo tutti consapevoli che non servono altre diaspore e disgregazioni ed il nostro progetto mira a restituire all’Italia una Destra politicamente ed elettoralmente consistente e a promuovere una politica capace di rispondere ai problemi economici e sociali drammatici che ci affliggono. La questione identitaria e la sovranità nazionale non sono un mero dato ideologico, ma una precisa base programmatica di riforme e innovazioni di cui l’Italia ha bisogno. Ed è anche una via per ridare alla politica quella dignità e quella dimensione etica di cui si sente il bisogno, per dare risposte all’antipolitica dell’astensionismo e del Movimento 5 stelle.

Il percorso che lei ha iniziato è partito bene. Quali sono le prossime tappe?

Il 18 aprile a Trieste c’è una manifestazione promossa dall’associazione Italiani di Trieste a cui parteciperò per continuare il dialogo avviato sulla piattaforma web ForumDestra.it da tanti gruppi e tante associazioni [l’intervista è stata realizzata il giorno 16 aprile, ndr]. Ma incalza la campagna elettorale ed Aprile e Maggio saranno dedicati a questo impegno , per ottenere i risultati migliori per Fd’I-An nelle elezioni regionali.

Il Centrodestra, in cui si colloca Fratelli d’Italia-An, sembra ancora, diciamo così, molto malato, come dimostra la vicenda pugliese. Lei come giudica questi fatti?

Credo che Giorgia Meloni abbia fatto benissimo a rifiutare una sorta di diktat ispirato da una concezione personalistica della politica che non ci appartiene e a cui Fratelli d’Italia non si può assoggettare. La candidatura di Adriana Poli Bortone aveva senso solo se serviva a riunificare tutto il centrodestra e spero che nelle prossime ore questo malinteso venga superato.

Diverse personalità di destra, presenti anche nella Fondazione An, sono ancora in Forza Italia o in altri partiti: pensa che possano costituire un ostacolo al processo di ri-aggregazione?

La sorte della Fondazione Alleanza Nazionale può essere decisa soltanto dall’assemblea dei soci e fondatori, saranno loro a decidere se la Fondazione dovrà mantenere un ruolo soltanto culturale e museale o se dovrà diventare un soggetto politico. Non amo le polemiche e ho il massimo rispetto per i percorsi personali di tutti, però pongo una domanda a coloro che hanno un passato di Destra: oggi si sentono a loro agio o fuori posto nei partiti in cui sono iscritti? Il Progetto del Popolo della Libertà è stato un tentativo importante nella politica italiana, ma oggi quel Partito non esiste più, è imploso su se stesso e bisogna avere il coraggio di andare oltre.

Certamente, dalle sue parole, traspare una buona dose di fiducia sull’esito di questa avventura

Non amo i facili ottimismi, ma sono sicura che riaggregare la Destra italiana dopo le tante diaspore non sia un’avventura ma un Progetto politico necessario ed utile per rafforzare il fronte identitario. Una Destra di idee, di contenuti e di entusiasmo militante, come quella che, tanto durante la Prima che durante la Seconda repubblica, riuscì a essere protagonista assoluta del dibattito e dell’iniziativa politica. In alleanza con la Lega o con altri? Una Destra non subalterna a nessuno, può dialogare con chiunque e costruire alleanze paritarie con tutte le forze alternative al Governo di sinistra e al progetto di potere di Matteo Renzi.

[Fonte: www.asinorosso.it]

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