Percorso:

ANSA – Rauti, parità completa quando avremo donna capo Forza armata ‘Ma dato del 7% confortante, criticità non solo italiana’

(ANSA) – ROMA, 07 MAR – “Premesso che non esiste un modello ideale di integrazione femminile in nessun Paese, neanche in quelli che hanno aperto alla componente femminile molto prima di noi, cioè del Duemila, mi sento in coscienza di dire che la realtà italiana rispetto all’integrazione femminile delle nostre Forze armate, ha raggiunto decisamente un buon livello percorso, è evidente che questo percorso potrà dirsi completato quando noi avremo almeno una donna a capo di una forza armata, questo sarà il traguardo”. Lo dice la sottosegretaria alla Difesa, Isabella Rauti, intervenendo al convegno ‘L’impegno della Difesa italiana per l’agenda ‘Donne, Pace, sicurezza’, evento organizzato in occasione della Giornata internazionale della Donna.
“Naturalmente – ha proseguito Rauti – il personale femminile delle Forze armate non può essere valutato, considerato come un blocco monolitico, perchè è anche a seconda dell’appartenenza che si presentano delle specificità differenti che vanno valutate come tali nelle elaborazione delle politiche di integrazione, un tema che è stato affrontato fin dagli inizi è per esempio quello del loro inserimento nelle componenti spiccatamente operative dove la forza fisica è qualità dirimente, per gli incarichi previsti le differenze nelle qualità fisiche si possono tradurre in delle diversificazioni nelle capacità di combattimento, questo vale anche per gli uomini. Un conto è questo aspetto, quando invece e talvolta è accaduto, sono le difficoltà logistiche a limitare l’impiego femminile si tratta di un’altra cosa su cui bisogna intervenire”.
“Attualmente – ha quindi fatto sapere Rauti – la presenza delle donne militari è in una media che ruota intorno al 7 per cento di tutto il personale, è una percentuale che dal punto di vista matematico indica una sottorappresentazione ma purtroppo questo è un problema globale. E’ però un dato confortante – ha aggiunto – perchè ha visto un incremento nel corso del tempo, è necessario impegnarsi per raggiungere una rappresentanza più equa, se noi guardiamo alla presenza femminile nell’ambito della Nato che è del 12 per cento, questo deve farci riflettere sul fatto che non c’è una criticità italiana ma una criticità che riguarda tutti”. (ANSA).
Y43-TEO
07-MAR-23 11:32 NNN

Questa voce è stata pubblicata in Lanci d'agenzia - Sottosegretario alla Difesa, Lanci di agenzia.