Percorso:

ANSA – ‘Basta guerra sulle donne’, a Roma corteo Non una di meno ‘No al patriarcato’. Cori e scritte contro Meloni, è polemica

(di Gabriele Santoro)
(ANSA) – ROMA, 26 NOV – Fanno rumore le chiavi di casa agitate in aria perché “la violenza è spesso domestica” e fa rumore il ‘grido muto’ delle attiviste sedute in silenzio sui sampietrini per ricordare le tante di loro che hanno subito molestie, crudeltà e troppe volte non ce l’hanno fatta. È scesa in piazza questo pomeriggio a Roma la marea rosa di Non una di meno, per dire ‘Basta guerra sui nostri corpi’. In 80mila secondo gli organizzatori hanno partecipato a un evento che con la mente guarda oltre i confini del paese: ‘Jin Jiyan Azadi’, ‘Donna vita libertà’, hanno scandito in coro, ripetendo lo slogan curdo adottato dalle proteste per la morte di Mahsa Amini in Iran. Ma è anche un segnale per il governo Meloni che, come si legge nel comunicato degli organizzatori, “attacca l’aborto e l’autodeterminazione riaffermando il diktat Dio Patria e Famiglia”.
Una presa di posizione che, nel fondo del corteo, ha preso toni molto accesi, con un grande striscione “Fascista Meloni noi donne ti farem la guerra” e “Ti mangiamo il cuore”, una scritta su un muro con lo stesso messaggio e cori contro la premier: “Governo Meloni preparati a tremare, siamo libere di lottare” ma anche “Meloni fascista sei la prima della lista”. Le attiviste di quel gruppo hanno riportato di essere state identificate dalla polizia che avrebbe anche cercato di strappare loro lo striscione di mano: “Ma noi lo rivendichiamo”. ‘Meloni vattene’ recita un altro striscione, firmato Sinistra Classe Rivoluzione, contro ‘la presidente, che è molto più di una questione linguistica’ come afferma, polemico, un altro cartello. Un altro ancora, delle studentesse, definisce ‘nemico delle donne’ anche l’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
Solidarietà alla premier dal mondo politico e da rappresentati del governo. “Meloni fascista, sei la prima della lista”, non è e non sarà mai una critica politica, ma è una grave minaccia per la quale chiediamo la ferma condanna di tutte le forze politiche a cominciare da quelle donne di sinistra”, afferma Daniela Santanchè, ministro del Turismo mentre per il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, “quanto accaduto è preoccupante perché alimenta clima di odio e si aggiunge ad una lista di intimidazioni, minacce e volgarità contro il Presidente del Consiglio”. La presidente dei senatori di FI Licia Ronzulli afferma che “alla manifestazione contro la violenza” sono arrivate “minacce di morte, donne che odiano le donne”.
La manifestazione – foulard rosa e brillantini sul viso di molte – si è aperta con una esibizione di teatro-danza, ma anche con la performance dei giovani iraniani che con l’aiuto dei manifestanti hanno sciolto le corde che li imprigionavano. “C’è un attacco generalizzato a tutte noi, una violenza sistemica e istituzionale – spiega una attivista – purtroppo non possiamo dire di aver raggiunto l’autodeterminazione”. Chiedono infatti “libertà” le donne in piazza, la libertà “di rientrare a casa di sera da sole” perché “le strade sicure le fanno le donne che le attraversano”, la libertà di abortire (‘la vita inizia dopo il caffè’ dice ironicamente un cartello), la libertà sessuale, con i sex toys levati al cielo tra i fumogeni rosa e blu e lo slogan ‘Voi pro vita – noi pro vibra’. Sfilano i camion e le bandiere per le vie di Roma (alla partenza si vede l’assessora comunale Claudia Pratelli), ci sono le Donne in rete, i movimenti studenteschi Osa, Cambiare Rotta, Ragazze de borgata, i Collettivi di fabbrica Gkn, tutti nel nome della ‘rivolta ecotransfemminista’. E l’obiettivo, tirando le somme, è uno: il patriarcato, il cui “figlio sano, non malato” è “lo stupratore”, e che è “l’unico carico residuale che conosciamo” hanno gridato dal camion di testa, con la mente alle donne migranti sulle navi del Mediterraneo. Perché “una su tre di noi secondo le statistiche ha subito molestie” e nessuna va dimenticata: ‘Se toccherà a me domani – si legge su un altro cartello – voglio essere l’ultima’. L’azione finale della manifestazione è a piazza San Giovanni: riunite in circolo, con delle luci, al centro il simbolo transfemminista, il ‘calderone’ e il canto della ‘streghitudine’: “Rivolta è la parola che ci unisce. Gridiamo basta alla paura, libertà è la nostra cura”. (ANSA).
J5J-MAF
26-NOV-22 19:38 NNN

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