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AirPress – Una generazione di ingegneri “Tempest”

Nel dicembre del 2020, l’Italia ha sottoscritto, con il Regno Unito e la Svezia, il trilaterale “Memorandum of Understanding”, per la cooperazione ad un nuovo sistema aereo da combattimento (Future Combat Air System Cooperation MoU) ; l’accordo prevede, quindi, la partecipazione del nostro Paese allo sviluppo del nuovo sistema d’arma : “Tempest”. Un Programma che risulta prioritario per l’industria nazionale della Difesa ma anche determinante negli equilibri militari internazionali. In sintesi, sono stabilite fasi di studio, valutazione, analisi, progetto preliminare sviluppo, nonché di sperimentazione dei primi esemplari di un sistema di aerei da combattimento di 6a generazione: Future Combat Air System (FCAS).
Il “Memorandum” in questione disciplina i principi generali per una collaborazione paritaria tra i tre Paesi e riguarda tutte le attività di ricerca, di sviluppo e il “joint concepting” necessari ai Governi per operare la scelta dell’acquisizione di un sistema aereo avanzato in sostituzione dell’Eurofighter.

Le Commissioni parlamentari di competenza hanno già licenziato l’Atto di Governo (n.327), “Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 36/2021”, relativo allo sviluppo di una architettura complessa e interoperabile basata su un “Sistema di sistemi” di combattimento aereo di sesta generazione – Future Combat Air System (FCAS). Un architettura complessa, un sistema interoperabile di sistemi, in quanto integrato e in cooperazione con velivoli a pilotaggio remoto, satelliti ed altri assetti militari, che rappresenta l’evoluzione tecnologica del Programma Eurofighter – Typhoon. L’entrata in servizio dei nuovi velivoli di sesta generazione, infatti, la cosiddetta transizione “Typhoon to Tempest” è destinata a sostituire in futuro la flotta degli Eurofighter.
Il progetto prevede – come riporta la Nota tecnica dello Stato Maggiore della Difesa – che tutti gli elementi del sistema siano collegati da una rete “intelligente”, basata su un’architettura cloud dedicata (Combat cloud), intelligenza artificiale (AI) e potenti datalink di nuova generazione. E, ancora, il sistema è “incentrato su un velivolo da combattimento a bassa osservabilità (core platform), integrato in una rete di sistemi aerei e spaziali, anche non pilotati e/o autonomi, in grado di supportare operazioni multi-dominio”.
Tale complessa ed articolata architettura comporterà importanti ritorni industriali e ricadute occupazionali per il nostro Paese; il Progetto coinvolgerà, infatti, le grandi imprese per la difesa e l’aerospazio, quali Leonardo, MBDA, Elettronica e Avio. Inoltre, per le potenzialità contenute nel Programma , verranno coinvolti anche altri attori importanti, piccole e medie imprese, impegnati nell’ambito delle tecnologie emergenti e fortemente innovative e chi opera in settori come l’avionica, la sensoristica, le comunicazioni e l’intelligenza artificiale. Ma le ricadute non si fermano qui, la trasversalità del Programma – infatti – comporta interazioni importanti con il Ministero dello Sviluppo Economico, con Istituti Universitari e Centri per la ricerca tecnologica avanzata e non dovrebbero mancare nuovi stimoli occupazionali in un campo di altissima specializzazione, teso a sviluppare le competenze nazionali nella produzione del nuovo Sistema . Si ipotizza la formazione di una nuova “generazione di ingegneri TEMPEST”, che capitalizzando la preziosa eredità tecnologica – maturata con le esperienze fatte negli ambiti Tornado, Eurofighter, F35 – diventi protagonista delle tecnologie aeronautiche più sofisticate e nella costruzione dei futuri velivoli. L’industria italiana, che si è distinta per le competenze acquisite ed esercitate nella realizzazione dei velivoli di 5a generazione, saprà valorizzare ed accrescere il know-how tecnologico nazionale e ritagliarsi un ruolo di rilievo nella realizzazione dei caccia di sesta generazione.

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