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AirPress – Nuovi mezzi per le forze terrestri

Con il recente atto del governo numero 346 – che rientra nell’ambito del Programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento – si compie un ulteriore passo in avanti nell’ambito della Difesa.
Si tratta dell’acquisizione di 347 veicoli così suddivisi: 197 veicoli tattici medi multiruolo di seconda generazione, più noti con il loro acronimo “Vtmm 2”, 6×6 in versione posto comando (Pc) e di 150 mezzi nelle versioni specialistiche (come ambulanze, veicoli per lo sminamento e la rilevazione di oggetti esplosivi) per le unità dell’Esercito italiano.
L’esigenza nasce dalla necessità di arricchire le forze terrestri con mezzi di nuovissima generazione, basati su caratteristiche specifiche quali la versatilità, la flessibilità, la protezione e la capacità di dispiegamento celere.
Inoltre, con la seconda generazione 6×6 si tratta anche di capitalizzare lo sviluppo prototipico di Vtmm 2 posto comando 4×4, realizzati nell’ambito del programma “Forza Nec”; i Vtmm 2 6×6, in versione posto comando, garantiscono una maggiore capacità di comando e controllo tattico delle unità, elementi fondamentali e indispensabili per la sicurezza del personale.
I Vtmm 2 rappresentano un’eccellenza tecnologica e possono essere impiegati nei diversi teatri operativi delle nostre missioni militari internazionali, proprio per la loro capacità di schierarsi con una forza proiettabile e adeguata ai compiti da svolgere nella variegata gamma delle missioni e in contesti di mobilità e con un elevato livello di protezione; anche rispetto alle esigenze di difesa da una delle minacce più pericolose e frequenti nei conflitti ibridi e asimmetrici, quella degli ordigni esplosivi improvvisati (Ied).
L’avvio del programma è fissato per l’anno in corso e la sua conclusione è prevista per il 2034; il costo totale stimato è di circa due miliardi e 179 milioni di euro di cui la prima tranche di 348 milioni di euro riguarda l’intervento finalizzato allo sviluppo delle piattaforme in configurazione posto comando 6×6, con l’implementazione di alcune capacità operative fondamentali, riassunte nella “formula” C4-Istar, ovvero di comando e controllo, comunicazioni, computer, informazioni, sorveglianza, acquisizione obiettivi e ricognizioni per la protezione delle Forze. Nel primo impegno finanziario rientra anche l’acquisizione di 45 veicoli completi, comprensivi del supporto logistico decennale, ovvero formazione del personale, manutenzione e attrezzature di officina necessarie alla messa a punto dei veicoli. I restanti 1.831 milioni verranno stanziati attraverso successivi provvedimenti e serviranno a completare il programma per come è stato già delineato.
Sono evidenti le ricadute positive della realizzazione del programma anche sul piano occupazionale e dell’industria della Difesa; i settori maggiormente interessati saranno quelli della meccanica e dell’elettronica e, in particolare, le aziende primariamente coinvolte sono la Iveco Defence, per quanto riguarda il design dei veicoli, e la Leonardo in relazione agli apparati di comando e controllo e di comunicazione. L’indotto economico e occupazionale con la produzione degli autotelai e degli scafi e tutte le attività connesse, interesseranno prevalentemente le aree geografiche di Piacenza, Bolzano e Vittorio Veneto ma anche il Piemonte, la Lombardia, il Lazio e l’Abruzzo. Accanto al coinvolgimento delle grandi imprese dell’industria della Difesa, è previsto che la catena produttiva riguarderà anche le piccole e medie imprese dei settori interessati. Con la realizzazione del programma, l’Esercito viene dotato di piattaforme adatte all’interoperabilità nell’ambito delle “grandi unità” digitalizzate, caratterizzate da sofisticati livelli di protezione del personale impiegato.

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