(AGI) – Roma, 1 dic. – Quarant’anni di missioni scientifiche italiane in Antartide hanno consolidato un patrimonio di conoscenze che colloca il nostro Paese tra i leader mondiali negli studi sul continente bianco. Dalle ricostruzioni paleoclimatiche fino a 1,2 milioni di anni fa alle ricerche nei laghi subglaciali e nelle Dry Valleys, fino alle attivita’ oceanografiche della rompighiaccio Laura Bassi, il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) ha prodotto risultati che oggi definiscono il ruolo dell’Italia nella comunita’ scientifica internazionale. Questi risultati sono stati al centro dell”Antarctica Day’ celebrato al Consiglio Nazionale delle Ricerche. “La produzione scientifica italiana mantiene da anni una posizione di spicco a livello internazionale, nonostante risorse inferiori rispetto ai grandi Paesi polari”, ha dichiarato Silvano Onofri, presidente della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide. “Con circa 900 milioni di euro investiti in quarant’anni, l’Italia ha costruito una leadership che ha anche un evidente valore geopolitico”. La giornata ha ribadito il ruolo centrale del CNR nella realizzazione del PNRA. “Il CNR e’ stato la piattaforma abilitante del programma, garantendo innovazione, continuita’ e una visione sistemica della ricerca antartica”, ha spiegato Francesco Petracchini, direttore del Dipartimento Scienze del Sistema Terra del CNR. “L’Antartide e’ un laboratorio avanzato di diplomazia scientifica, dove la collaborazione non e’ un’opzione ma una condizione di lavoro”. Un contributo determinante alle attivita’ logistiche e operative arriva dalla Difesa, come ricordato dalla senatrice Isabella Rauti: “La Difesa e’ parte integrante della grande avventura bianca, assicurando sicurezza, supporto tecnico-operativo e capacita’ uniche. La pista di Boulder Clay e l’impiego di assetti dual use mostrano un approccio moderno che rafforza la credibilita’ internazionale del Paese”. Un’attenzione particolare e’ stata dedicata al ruolo delle collaborazioni internazionali. “SCAR riunisce 46 nazioni e coordina la ricerca antartica globale”, ha sottolineato Giovanni Macelloni, delegato SCAR del MUR. “Il prossimo grande appuntamento sara’ il Fifth International Polar Year del 2032-2033, uno sforzo scientifico e logistico senza precedenti”. Il valore del patrimonio scientifico e’ stato evidenziato anche dal Museo Nazionale dell’Antartide. “I nostri reperti – rocce, ghiacci, meteoriti, organismi – costituiscono una raccolta unica al mondo”, ha ricordato il presidente Carlo Alberto Ricci. “La nuova catalogazione del patrimonio multimediale coinvolge tutta la comunita’ scientifica e apre a progetti innovativi di valorizzazione”. Nel corso dell’evento, collegamenti in diretta dalle basi Concordia e Mario Zucchelli e dalla rompighiaccio Laura Bassi hanno mostrato le attivita’ in corso, mentre i rappresentanti di CNR, ENEA e OGS hanno delineato le linee strategiche per il futuro del PNRA. Le celebrazioni si sono concluse con l’inaugurazione della mostra “Antartide il Continente Bianco. 40 anni di ricerca italiana”, aperta al CNR dal 2 dicembre 2025 al 23 gennaio 2026.
(AGI)Sci/Pgi
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