Dalla base ‘Mario Zucchelli’ , la prima costruita sulla costa a Baia Terra Nova, fino alla base italo-francese Concordia sul plateau, compie 40 anni l’impegno della ricerca italiana in Antartide . “Sappiamo che l’Antartide è una sentinella del pianeta: quello che avviene in Antartide influenza tutto il resto del pianeta”, ha detto Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel convegno organizzato per celebrare i 40 anni del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), promosso e organizzato dalla Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide.
“L’Antartide non è solo un luogo geografico, ma una frontiera strategica che influisce sui futuri di tutti”, ha rilevato in apertura dei lavori Isabella Rauti, sottosegretaria del ministero della Difesa con delega all’ Ambiente Artico, sub-Artico e Antartide.
Per Panieri “l’Antartide ci dice come sta cambiando il nostro pianeta e ci informa su come il pianeta cambierà nel futuro” e “in questi 40 anni l’Italia ha dimostrato ancora una volta di essere scientificamente una nazione molto preparata, di avere ricercatrici e ricercatori di rilievo internazionale, non solo per il coordinamento scientifico ma anche nella capacità di supporto logistico per operare in un ambiente così estremo”.
Numerose le scoperte arrivate in questi anni grazie ai dati satellitari, alle missioni oceanografiche e alle ricerche condotte dai campi remoti, rese possibili dal Pnra finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca e gestito dal Cnr per il coordinamento scientifico, dall’Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.
[Fonte: www.laprovinciaunicatv.it]






























