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La voce del patriota.it – Rauti, Difesa: “Venticinque anni di donne in uniforme: un modello italiano riconosciuto nel mondo”

«Quella che venticinque anni fa era una novità oggi è una realtà consolidata, pienamente operativa e riconosciuta in tutti i ruoli dell’organizzazione militare. Il modello italiano di arruolamento femminile del 2000 risulta tra i più avanzati al mondo e pienamente paritario. Ha introdotto nell’organizzazione militare un punto di vista di genere, la “gender perspective” ma anche fatto emergere nuovi temi legati alla maternità e alla genitorialità».

Così il Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti intervenendo al convegno “Donne e stellette: 25 anni di storia”, in corso oggi presso il Centro Alti Studi della Difesa (CASD).

Rauti, soffermandosi sul ruolo operativo delle donne militari, ha sottolineato come nei teatri internazionali delle missioni di pace l’apporto femminile sia «un valore aggiunto nel dialogo con le comunità femminili locali. Le donne in uniforme sono ambasciatrici e portatrici sul terreno dei principi della Risoluzione Onu 1325 “Donne, pace e sicurezza”, con quel modello tutto italiano di esserci e contribuire, di realizzare progetti di Cooperazione Civile-Militare (CIMIC) mirati anche all’empowerment femminile».

Sul piano organizzativo, il Sottosegretario – che ha delega alle alla ‘promozione delle politiche di Parità di genere e Pari opportunità’ e alla ‘Formazione’ del personale militare e civile – ha richiamato «gli strumenti presente nella Difesa per promuovere la cultura della parità: dal Comitato Unico di Garanzia (CUG) – parimenti alle altre Amministrazioni- al Codice di Condotta. E’ in questa ottica che formiamo i nostri Gender Advisor e dei Gender Focal Point, che supportano i comandanti nella pianificazione e nella condotta delle operazioni in Missione adottando una prospettiva di genere».

Rauti ha evidenziato inoltre anche i dati aggiornati sulla presenza del personale femminile militare: «Oggi nelle Forze Armate e nell’Arma dei Carabinieri sono in servizio oltre 22mila donne, circa l’8% del personale militare con un trend di crescita costante ». Tra i risultati già raggiunti, la senatrice ha ricordato che «tutte le Forze Armate contano ormai Ufficiali donna con il grado di Colonnello e nell’Arma dei Carabinieri sono già presenti Ufficiali donna nei gradi apicali, fino al grado di Generale».

«Penso con fiducia ed ottimismo al giorno in cui ci sarà un Capo di Stato Maggiore di Forza Armata donna , e apprezzo l’integrazione di genere raggiunta in questi 25 anni nelle Forze Armate con donne che hanno incarichi pari ai colleghi maschi: conduttori di carri, cannonieri, missilisti, piloti di aerei ed elicotteri, a bordo delle navi, a difesa dello spazio marittimo ed underwater».

Il sottosegretario ha infine richiamato il valore della parità di genere come principio giuridico e normativo consolidato che ispira e governa l’organizzazione delle Forze Armate: «Un valore aggiunto», ha concluso, «che si esprime nei principi di complementarità del personale maschile e femminile e della unicità di genere. Pari non è uguali, la diversità è sempre una risorsa e la presenza femminile è sempre una risorsa strategica».

[Fonte: www.lavocedelpatriota.it]

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