Percorso:

4ª Seduta Pubblica, Senato della Repubblica – Approvazione della mozione di fiducia

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, Governo, colleghi, esprimo a nome di Fratelli d’Italia non solo i sentimenti di profonda emozione, ma anche l’orgoglio per la nascita del governo Meloni, insieme al senso di responsabilità per gli impegni assunti con il popolo italiano.

Chi è seduto accanto a me in questi banchi rappresenta, Presidente, una moltitudine di persone e di storie, decenni di battaglie, quando, come si diceva, la ragione aveva torto e quando la parte sbagliata era quella giusta. Lei, Presidente, e il suo Governo rappresentate una maggioranza nata finalmente nelle urne, scelta dal popolo e con un forte mandato, dopo anni di commissariamento e di Esecutivi creati nel laboratorio delle alchimie di Palazzo.

Sono certa, Presidente, che questo Governo vorrà difendere anche quegli italiani che non hanno votato per la coalizione di centrodestra. Sono convinta che questo Governo vorrà dare risposte anche a quel 36 per cento che ha deciso di non andare a votare per delusione, disincanto o sfiducia. Ne sono convinta, perché a questo Governo spetta anche il compito di ridurre la distanza tra popolo e politica, tra cittadini e istituzioni, tra società e Stato; spetta il compito di ricomporre quella trama smagliata per creare la coesione sociale che lei, Presidente, ha richiamato.

Voglio sottolineare anche io la svolta storica: il sessantottesimo Governo della Repubblica italiana ha un Presidente del Consiglio donna (Applausi); una donna che con la militanza quotidiana è passata da una sezione di partito a Palazzo Chigi; una donna che ha portato Fratelli d’Italia dall’1,96 per cento del 2013 al 26 per cento del 2022. (Applausi). Si può non essere dalla nostra parte, ma non si può negare l’evidenza di un fenomeno politico che dev’essere studiato e capito. Vi invito ad analizzare le ragioni sociali profonde di questo nostro successo e quelle della vostra sconfitta. Dovete chiedervi perché un operaio e le periferie oggi votano destra; poi ci giudicherete per i fatti e per gli atti di Governo. Avete perso non soltanto per le divisioni, per quel campo largo che è saltato, mentre c’era una legge elettorale che tra l’altro spingeva al bipolarismo. Avete perso, a nostro avviso, per una crisi di idee, di visione, di programma e per una propaganda sbagliata e faziosa che anche oggi in quest’Aula abbiamo dovuto riascoltare. (Applausi).

Credo che la sinistra – lo voglio dire con pacatezza – debba interrogarsi anche sul perché a livello internazionale sia stata sempre la destra ad esprimere, ad eccezione di Hillary Clinton, una leadership politica femminile, ed oggi in Italia la prima donna di destra Premier. Suggerisco qualche spunto di riflessione: colleghi, esistono una storia e una cultura femminili della destra italiana, un capitolo che solo il pregiudizio femminista e la persistenza di alcuni luoghi comuni sulla destra hanno avvolto in un cono d’ombra. Oggi questa storia vi si disvela. Capisco che per voi sia uno smacco epocale, ma a noi non sorprende che Giorgia Meloni diventi Presidente del Consiglio. Non è stata cooptata da un uomo, non ha giovato delle quote, non è stata favorita perché donna, non è stata ostacolata mai perché donna. (Applausi). Giorgia Meloni si è affermata perché è la più brava, e non brava come un uomo, ma brava come una donna, ed è stata la più brava di tutti. (Applausi). Da noi vale il merito, un valore che è un concetto chiave.

Proprio sul merito devo anch’io fare una considerazione, perché, subito dopo l’enunciazione dei titoli dei Ministeri, siamo passati alla demonizzazione lessicale. Critiche piovute per aver aggiunto al Ministero dell’istruzione anche la parola la parola “merito”. Ho paura di chi ha paura delle parole e non analizza i concetti. L’articolo 34 della Costituzione fa riferimento ai capaci e ai meritevoli per gli studi e l’istruzione. Vi chiedo cosa vi scandalizza. Il merito è un riconoscimento del valore e del sacrificio e dev’esserlo ovunque: onore al merito come ascensore sociale; onore al merito come presupposto di democrazia, esattamente come l’uguaglianza. Critiche superficiali, allora, ma le vogliamo comunque ascoltare.

Critiche anche infondate per aver aggiunto nel Governo Meloni al Ministero dell’agricoltura il concetto della sovranità alimentare, come peraltro già accaduto in Francia senza scandalo. C’è chi ha gridato addirittura alla deriva autarchica, facendo finta di non capire – e quindi lo chiariamo – che si tratta invece della difesa delle nostre eccellenze e dei nostri prodotti di origine protetta (Applausi), i prodotti DOP, quelli che l’Europa ci chiede anche di etichettare. La sovranità alimentare la invocano tutti i movimenti agricoli e contadini a livello internazionale e la difendono anche i presidi slow food di Carlin Petrini, che credo sia al di sopra di ogni sospetto autarchico, mi pare di ricordare.

La critica più feroce – ed è stata richiamata anche nell’ultimo intervento – è stata all’aggiunta della parola “natalità” nel Governo Meloni, insieme alla famiglia e alle pari opportunità. Ho addirittura sentito dire dalla sinistra che il Governo Meloni vuole le donne a casa a fare figli: una follia.

Allora, vi voglio spiegare che cosa significa per noi questo. Io penso – e voi, se volete essere intellettualmente onesti, come la politica richiede, non potete non capirlo – che le pari opportunità, integrate alle politiche per la natalità, siano la unica vera garanzia per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro. (Applausi).

Noi vogliamo smantellare le penalità e gli ostacoli al lavoro femminile e anche rispondere all’emergenza demografica. Servono sostegni pubblici alle libere – lo sottolineo – scelte di maternità e paternità. Il resto, colleghi, passatemi l’espressione, è “fuffa”! Da anni la Francia, per le politiche per la natalità, si impegna e impegna oltre il 2 per cento del PIL. È aumentato il numero dei figli ed è aumentato anche il numero di donne impiegate, che sono entrate nel mondo del lavoro.

Allora io vi chiedo: che cos’è questo? È oscurantismo? No, non è oscurantismo. È pragmatismo. Si chiama voglia di futuro e si chiama anche questione culturale, oltre che questione di PIL ed oltre che questione anche di sistema pensionistico che non regge.

Allora, dal nostro Pontefice, che richiama questo punto, fino alle statistiche dell’Istat, che ci dicono che non c’è futuro, se continuiamo con questo trend, finalmente l’Italia, con il Governo Meloni, si libera della tecnocrazia e forma un Governo politico. Le dichiarazioni del Presidente sono state un’articolazione del programma della coalizione di centrodestra e della prossima azione di Governo. C’è finalmente un’agenda Italia. C’è una agenda Meloni, con obiettivi di legislatura a medio e anche lungo termine, oltre quello di affrontare le emergenze.

Presidente Meloni, lei anche oggi ha ricordato quali sono le emergenze nella sua bellissima replica: in particolare, il carovita, il caro bollette, il caro energia, la necessità di porre non solo un freno, ma un tetto al prezzo del gas, per colpire la speculazione. Ha anche chiarito le posizioni sul PNRR, di cui dobbiamo recuperare i ritardi del Governo precedente per 54 decreti attuativi non ancora pubblicati. Quindi, non prendiamo su questo lezioni da nessuno!

Vado a concludere, presidente Meloni, dicendo che lei, già dai primi giorni, ha impresso una cifra diversa, anche nel cerimoniale e nel modo di porsi. Ha introdotto, insomma, un cambio di passo, una rivoluzione gentile nella forma. Io mi auguro e le auguro una rivoluzione conservatrice nella sostanza.

Mi ha emozionato, come credo abbia emozionato tutto l’immaginario femminile, il suo omaggio di ieri a 16 donne che hanno fatto la storia italiana: patriote d’Italia, a noi tanto care, donne reali, di carne e di sangue, che hanno lasciato qualcosa dopo di loro. Oggi, quella scala, signor Presidente, è più alta. È un simbolo per le nostre figlie e nipoti.

È vero, i cittadini le hanno affidato la Nazione nel pieno di una tempesta. Come però diceva Seneca: non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare; ma chi sa dove andare conduce la nave in porto. Lei condurrà la nave italiana in porto. La rotta è tracciata. Ha la nostra piena fiducia. Buon lavoro, signor Presidente. Buon lavoro al Governo Meloni. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

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