Percorso:

315ª Seduta Pubblica – Dichiarazione di voto sulla mozione n. 281, relativa alla celebrazione del 150° anniversario della proclamazione di Roma Capitale

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, colleghi, Governo, Ministri, oggi discutiamo la mozione su Roma Capitale, che risale ad agosto 2020 e che è gemella di un’omologa mozione presentata alla Camera. Entrambe sono uno dei frutti e degli intenti trasversali, come è stato ricordato, del lavoro dell’Osservatorio parlamentare per Roma.
L’oggetto è la ricorrenza dei centocinquanta anni dalla proclamazione di Roma a Capitale. La data di riferimento è quella del 3 febbraio 1871, data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia della legge n. 33, appunto del 3 febbraio 1871, che trasferiva la capitale da Firenze a Roma. Il 3 febbraio scorso, complice la pandemia e le note ristrettezze, le celebrazioni sono state ridotte e la ricorrenza è passata quasi inosservata, ma abbiamo ancora tempo per recuperare. Il punto non è solo questo, come ricordava anche la collega De Petris. Non è solo una questione di celebrazioni, peraltro dovute, ma anche di sostanza e cercherò di spiegare perché.


Potrei impiegare interamente i dieci minuti a mia disposizione per elencare il quadro normativo. Non lo farò, però darò dei riferimenti che contestualizzano la vexata quaestio di Roma Capitale. Come non ricordare alle origini la legge per Roma Capitale n. 396 del 1990 di Craxi e Andreotti, con relativi stanziamenti, definanziati purtroppo nel 2012. Mi piace sottolineare che Roma Capitale entra nella Costituzione con la legge costituzionale n. 3 del 2001, che modifica il comma 3 dell’articolo 114 della nostra Costituzione con la definizione: «Roma è la Capitale della Repubblica». Seguono altri interventi legislativi nel 2009 e nel 2010 in attuazione del federalismo fiscale, il decreto legislativo del 2011 per funzioni e valorizzazioni e il già citato ridimensionamento del decreto legislativo del 2012 e poi, purtroppo, la mannaia della legge finanziaria 2015. Potrei continuare – ma non lo farò – perché sono praticamente più di trent’anni che parliamo di questo.
Torniamo, però, ad oggi. La data del 3 febbraio 2021, che segna i centocinquanta anni dalla proclamazione di Roma Capitale, non è stata adeguatamente celebrata finora. Questo è il senso propositivo e l’intento della mozione che Fratelli d’Italia ha sottoscritto alla Camera e al Senato e che quindi – anticipo – convintamente voterà. Lasciateci, però, sottolineare talune cose. Non è stata solo la pandemia a contribuire a questa distrazione istituzionale verso Roma e la ricorrenza in oggetto.
Infatti non si era predisposto il calendario degli eventi a partire dalla data del 20 Settembre 2020, cioè l’anniversario della Breccia di Porta Pia, fino al citato 3 febbraio, mentre il 50° anniversario dell’unione di Roma all’Italia nel secolo scorso fu ampiamente celebrato con iniziative istituzionali. Lo stesso dicasi per la ricorrenza dei cento anni dalla proclamazione di Roma Capitale, celebrata come completamento dell’unità d’Italia e come chiusura dell’epopea risorgimentale. Invece i centocinquant’anni sono stati trascurati. Mi piace ricordare un bel francobollo celebrativo di Poste italiane e qualche iniziativa quel giorno; però poca roba.
Ma qual è il vulnus, al di là del 3 febbraio scorso? Il vulnus è più profondo, cari colleghi, ed è l’attribuzione a Roma Capitale di poteri speciali, cui devono o dovrebbero corrispondere fondi speciali. Questa è peraltro la storica posizione di Fratelli d’Italia, che siamo contenti abbia visto anche la convergenza di altre forze politiche, come dimostra l’approvazione dell’ordine del giorno alla Camera a firma di Meloni e Rampelli nel febbraio scorso, ma anche l’assemblea capitolina del 24 febbraio scorso dedicata a maggiori fondi e poteri per Roma Capitale, con un consenso direi trasversale. Mi riferisco alla richiesta di poteri speciali per la città di Roma, come avviene per le altre capitali europee: Parigi, Berlino, ma anche Londra pre e post Brexit.
Allora qual è il punto, cari colleghi? Il punto è la piena attuazione della riforma in materia di poteri, risorse e funzioni di Roma Capitale. È evidente a tutti che non sono bastati gli importanti dispositivi introdotti nella Costituzione, né la legge ordinaria sui poteri e le competenze speciali, perché sono rimasti senza conseguenze concrete e perché la legge ordinaria è rimasta senza i decreti attuativi. C’è un passaggio interessante di previsione nella legge di bilancio 2021, che ci auguriamo venga attuato, mentre – e questo non lo notiamo solo noi, ma direi che è stato notato in termini multipartisan – c’è un insufficiente stanziamento nel recovery plan. Spiace dover ricordare – lo dico in questo caso senza polemica – che il 31 marzo scorso è stata bocciata la proposta di Fratelli d’Italia di destinare alla Capitale nel PNRR un miliardo all’anno per i prossimi sei anni, anche in vista del Giubileo che ricordo sarà nel 2025. Proponemmo anche di inserire nel PNRR dei poteri per Roma Capitale; purtroppo tale proposta è stata bocciata.
Vengo alle conclusioni. Al di là di questa mozione, che voteremo, Roma non è solo la Capitale della Repubblica italiana, ma è anche la capitale della Chiesa cattolica e della cristianità ed è anche la sede di organismi internazionali che rafforzano la vocazione internazionale di Roma. A Roma si concentra un immenso patrimonio artistico e monumentale; il centro storico di Roma è un sito dell’UNESCO. Rilanciare Roma Capitale, colleghi, significa rilanciare l’Italia intera, significa investire sul futuro della Nazione, perché il futuro della Nazione passa per le strade di Roma. Senza Roma non ci sarebbe stata l’Italia unita e libera che noi abbiamo conosciuto e che ci piace ricordare. È per questo che dobbiamo recuperare tutti (non è una questione di parte) l’orgoglio della romanità e anche della capitale di una Nazione. Per Fratelli d’Italia i poteri speciali di Roma Capitale non sono un problema della città di Roma, ma sono una questione di rango e di livello nazionale. Rilanciare Roma significa appunto puntare sul futuro dell’Italia, perché, cari colleghi, Roma è storia, è civiltà, deve essere orgoglio.
Roma Capitale, però, non deve soltanto essere evocata, ma deve ricevere strumenti e risorse che la mettano in condizione di affrontare le sfide che ci attendono e anche di primeggiare, come può o come potrebbe, tra le capitali europee.
Voglio anche aggiungere che Roma nell’immaginario collettivo mondiale è il centro della storia. Goethe ha scritto: «Roma è la capitale del mondo» e di Roma capitale del mondo, di Roma Capitale d’Italia, di Roma centro della storia non dobbiamo allora dimenticarcene noi che siamo qui.
La mozione in discussione è un passo, è uno stimolo, è anche una sollecitazione, non solo a celebrare il 150° anniversario della proclamazione di Roma Capitale, ma a non dimenticare che, se non rilanciamo Roma, penalizziamo l’Italia. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

Questa voce è stata pubblicata in Interventi in Aula Senato, Primo piano.