Percorso:

312ª Seduta Pubblica – Discussione della mozione n. 317, Ciriani ed altri, sul cashback

Resoconto stenografico in corso di seduta

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione della mozione 1-00317, presentata dal senatore Ciriani e da altri senatori, con procedimento abbreviato ai sensi dell’articolo 157, comma 3, del Regolamento, sul cashback.

Ha facoltà di parlare la senatrice Rauti per illustrarla.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, finalmente, in un’Aula deserta, arriva la mozione, presentata il 26 gennaio scorso, sottoscritta e fortemente voluta anche dai colleghi di Lega e Forza Italia, per un totale che ha superato un quinto dei membri presenti in Senato, il che avrebbe dovuto dare a questa mozione il diritto alla procedura abbreviata, ovvero la discussione entro trenta giorni. Ciò non è avvenuto; non è stato rispettato il Regolamento del Senato. Soprattutto ricordo almeno quattro Conferenze dei capigruppo in cui Fratelli d’Italia ha chiesto la calendarizzazione della mozione, ma la richiesta è stata puntualmente respinta. Ecco perché dico che oggi finalmente arriva in Aula.

Veniamo al merito, perché ho pochi minuti e spero di convincere anche i riottosi – devo dire sorprendentemente riottosi – che la suddetta mozione non solo è una proposta fattibile; è di buon senso, utile, necessaria e aggiungerei che è attesa da chi è fuori di qui. La contestualizzo velocemente.

La legge di bilancio del 2020 ha previsto di incentivare l’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronico, il Piano Italia cashless, ovvero un rimborso in denaro per le spese effettuate con tali strumenti. All’interno del piano la misura più popolare è proprio quella del cashback, ovvero del rimborso del 10 per cento su transazioni effettuate con moneta elettronica con un massimale di 150 euro. Per il cashback il Governo ha stanziato circa 5 miliardi per annualità 2021-2022 da erogare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e qui viene uno dei punti.

Intanto, la misura non ha ottenuto gli effetti sperati, ma soprattutto il cashback non risponde alla finalità dichiarata, ovvero quella di rappresentare uno strumento di lotta all’evasione fiscale: è come minacciare con una pistola ad acqua. Premesso che noi non condividiamo la posizione di coloro che hanno voluto mettere un tetto al contante, voglio ricordare che persino la Banca centrale europea ha evidenziato l’importanza del ruolo del contante per alcuni gruppi sociali; ovvero il cashback, secondo la BCE, non terrebbe nella debita considerazione che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali, che per varie, legittime ragioni preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento. Questo lo dice la BCE, non lo diciamo noi.

Vengo agli impegni del Governo. La mozione impegna il Governo a sospendere il piano cashback e a destinare i 5 miliardi di euro stanziati per sostenere le categorie in crisi. Questo è il punto ed è anche molto semplice. Voglio affermare con chiarezza che oggi questa Assemblea, con il suo voto, favorevole, contrario o di astensione, si assume delle responsabilità. Ci si assume la responsabilità se sostenere concretamente le categorie e le attività chiuse per Covid-19, aggiungendo 5 miliardi a quegli insufficienti e mortificanti 11 miliardi dei ristori (briciole, rispetto ai danni); ci si assume la responsabilità di non aver dato una roadmap per la riapertura; ci si assume la responsabilità del fallimento di alcune imprese, costrette ancora a pagare costi fissi come affitti e bollette. Insomma, ci si assume una responsabilità molto precisa e importante.

In conclusione, visto che purtroppo il tempo a mia disposizione è finito, uso, anzi abuso di una storica metafora, perché è sempre lì che si arriva, da secoli e fino alle manifestazioni che ci sono state ieri pomeriggio: il popolo ha fame, ma non ha più pane. Chi oggi vota contro la mozione si assume la responsabilità di rispondere: non vi lamentate, avete la riffa, la lotteria degli scontrini e lo spreco vergognoso del cashback, che qualcuno ha deciso di non dare a chi lo merita, a chi soffre, a chi sta per chiudere, a chi fa dei sacrifici, a chi non ha più pane. Pur condannando le violenze di alcune manifestazioni, non si può non condividere l’esasperazione e provare solidarietà verso chi è stato chiuso per decreto, non è stato indennizzato e non sa cosa mettere in tavola per i figli ogni giorno. Mettetevi una mano sulla coscienza quando voterete oggi. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

 

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