Percorso:

308ª Seduta Pubblica – Intervento in dichiarazione di voto sulla misura dell’assegno unico

Resoconto stenografico in corso di seduta

RAUTI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAUTI (FdI). Signor Presidente, finalmente arriva in Aula oggi la misura dell’assegno unico, approvato all’unanimità alla Camera il 21 luglio scorso, ben otto mesi fa. Purtroppo si è perso del tempo e siamo in ritardo nell’approvare una riforma che dovrà entrare in vigore dal prossimo 1° luglio e che, stando ai primi passi del Family act, all’interno del quale è contenuto l’assegno unico, doveva essere effettiva – voglio ricordarlo – dal 1° gennaio di quest’anno.

Voglio anche dire – lo abbiamo sostenuto sin dall’inizio – che la strada non avrebbe dovuto essere quella di un disegno di legge delega, i cui tempi sono sempre incerti e lunghi. Aggiungo anche che siamo in una stagione di ricorso sempre più frequente a disegni di legge delega, che sostanzialmente rappresentano un’ipoteca da parte del Governo sull’attività legislativa, cioè una progressiva marginalizzazione dei compiti del Parlamento, spostando il baricentro della produzione legislativa, appunto, dal Parlamento all’Esecutivo.

Ma veniamo ad alcuni aspetti di metodo e di merito: nel metodo, per completare l’iter è necessario varare i decreti attuativi, che poi devono passare per le Commissioni competenti, e speriamo bene nei tempi. Saranno poi i decreti legislativi a garantire l’adeguata copertura finanziaria che oggi non c’è. I tempi quindi sono strettissimi: meno di cento giorni per l’entrata in vigore della riforma.

Se la data è certa, quello che non è certo, invece, è la cifra dell’assegno, come è stato già detto. Sono state fatte varie simulazioni e riviste al rialzo; quindi abbiamo delle previsioni e mi auguro che non siano promesse che rischiano di essere campate per aria. Soprattutto guardo con preoccupazione a dichiarazioni quali quelle di ieri in cui si quantifica 250 euro mensili a figlio: magari fosse! Ma non è così. La coperta è corta per coprire le esigenze di tutti e della platea che giustamente è stata allargata.

Sempre nelle questioni di metodo, ma anche di merito, rientra il fatto che non si conoscono gli importi che – voglio dirlo – verranno modulati secondo l’ISEE. È proprio questo uno dei punti critici che Fratelli d’Italia ha evidenziato già alla Camera, anche in Commissione, e poi al Senato.

Voglio anche fare un esempio più concreto facendo anche io una previsione. I figli minorenni sono circa 10 milioni; per corrispondere a tutti 250 euro al mese servirebbero almeno 30 miliardi complessivi, quindi almeno altri 10 miliardi in più dei 20 che abbiamo, e questa proiezione è fatta senza contare le maggiorazioni per i figli disabili, quelle previste dal secondo figlio, quelle per le famiglie numerose o per le madri giovani. Insomma, abbiamo solo calcoli previsionali e non abbiamo calcoli al netto per tutti i destinatari. In tutto ciò abbiamo 20 miliardi, 6 nella legge di bilancio 2021, stanziati dal 2022, e 3 miliardi per il secondo semestre 2021, quelli che ci servono subito. Ai 6 miliardi si dovrebbero aggiungere altri 14-15 miliardi che arriverebbero dall’abrogazione sostanzialmente – lo dico in una parola sola – di tutte le misure oggi in vigore, circa sette voci diverse tra assegni, bonus e detrazioni.

La quota dell’assegno sarà mai davvero 250 euro? Direi di no. Direi che bisogna essere sinceri. Sarebbe più realistico stimare che essa oscillerà tra i 100 e i 200 euro, che l’importo scenderà in base ai criteri di reddito e che alla fine sarà l’ISEE, appunto, secondo una visione che introduce anche talune discriminazioni, a determinare la platea effettiva degli aventi diritto.

Siamo tutti preoccupati del fatto che alla fine una misura unica finisca per penalizzare quelle famiglie rispetto a quanto percepiscono oggi in base ai sistemi correnti. So – l’abbiamo votata – che c’è una clausola di salvaguardia che dovrebbe tutelare dal rischio di perdere qualcosa, però, attenzione. La stessa clausola di salvaguardia – la ringrazio, Ministro perché ci ascolta – ci dice che c’è bisogno, ma lei lo sa meglio di tutti, di reperire altre risorse, altrimenti non si potrà tenere fede all’impegno. Ci preoccupa – ci torno – il problema degli scalini legati all’ISEE.

Colleghi, noi abbiamo anche proposto, con la collega Drago, un emendamento, che poi abbiamo accettato di trasformare in ordine del giorno, quindi oggi regna una sorta di unanimità (per fortuna) su questo tema, però sapete che la questione dell’ISEE e della sua revisione è dirimente; la revisione della variabile in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare è una questione di fondo, lo dobbiamo sottolineare.

È bene passare da tante misure a una misura unica, che però non è una misura universale, come anche altri colleghi hanno detto: è un riordino positivo che semplifica; e però torniamo indietro.

Vi ricordate che l’assegno unico doveva viaggiare insieme a una riforma fiscale che non c’è stata e di cui in realtà continuiamo a sottolineare la necessità e l’urgenza?

Allora, signor Ministro, rappresentanti del Governo, Presidente, l’assegno unico è necessario anche per Fratelli d’Italia, però non è sufficiente. È indispensabile, ma non può essere l’unico strumento per le politiche familiari e per investire sulla genitorialità e sulla natalità. È un aiuto strutturale, questo sì, ma è lontano dal concetto di assegno universale davvero per tutti, di uguale importo, e lontano dal quoziente familiare che è presente invece in altri Paesi europei.

Noi pensiamo anche che per invertire questo trend negativo, anzi questo crollo demografico, certificato dall’Istat sia necessario attivare progetti per sostenere la famiglia e la natalità. Per contrastare questo trend bisogna immediatamente inserire nel recovery plan e nel recovery fund tutti gli elementi che favoriscano anche l’occupazione femminile e l’aumento degli asili nido. Il PNRR prevede due miliardi in più; va bene, ma questo aumenterà il numero dei posti, arriveremo forse a 40, ma non arriveremo mai a quel 60 per cento di copertura di cui abbiamo bisogno. Fratelli d’Italia ha proposto anche su questo punto un pacchetto di riforme che vede anche l’apertura degli asili nido più a lungo, l’apertura estiva e delle forme di gratuità.

Il nostro è un appello e voi potete farlo; serve inserire nel recovery fund anche altre misure quali i congedi parentali, come ha detto anche il Ministro, e altre misure che favoriscano l’occupazione femminile, il welfare di prossimità e i servizi, come peraltro Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto nel suo programma, nelle sue proposte di legge e in tutti gli emendamenti ai disegni di legge del Governo.

Siamo in piena emergenza demografica. Ho una serie di dati che non vi sto qui a snocciolare perché il tempo è finito, ma siamo oltre l’inverno demografico, siamo all’emergenza demografica. Voteremo a favore del provvedimento al nostro esame, Ministro, come abbiamo fatto già alla Camera dei deputati, perché la natalità e la famiglia sono al centro del nostro programma e anche del nostro DNA, della visione della vita e del mondo. È un debito buono, lo accettiamo, ma siamo critici e perplessi sugli aspetti che ho accennato. Ci raccomandiamo pertanto che la montagna non partorisca il topolino del mini assegno e neanche una cambiale e che si sostenga davvero la gioia di essere continuati. (Applausi).

[Fonte: www.senato.it]

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