Percorso:

I. Rauti, Prefazione in A. Ferrara, M. Leitner, E. Zermiani “Race & Grace. Quando il volante è rosa”, 2012;

“… Nessuna rivoluzione deve escluderla… Ecco perché, invece di disprezzarla, bisogna rivolgersi a lei…”, con queste parole, nel Manifesto della Donna futurista, Valentine de Saint-Point rispondeva a Filippo Tommaso Marinetti, affermando – oltre ogni forma di femminismo – che nessuna rivoluzione può essere fatta senza la donna. Futurismo, come metafora di movimento e di velocità; quindi, di macchina. E la macchina, come metafora di libertà; ed il suo avvento comune è stato, per tutti, una grande rivoluzione sociale, culturale, di costume e di mentalità! E, per le donne, una rivoluzione doppia, in grado di rompere l’isolamento, di spezzare le barriere di genere e di aprire orizzonti di libertà. Insomma, una rivoluzione femminile ha attraversato l’era dell’automobile e la macchina ha accompagnato l’era dell’emancipazione delle donne.
Ed il simbolo pittorico della donna moderna è il famoso autoritratto, del 1932, di Tamara De Lempicka, alla guida della sua Bugatti verde; icona della donna emancipata ed indipendente, come ricorda anche il New York Times, che la definiva ancora nel 1978 “La dea dagli occhi di acciaio nell’era dell’automobile”.
E, l’era dell’automobile per le donne italiane era cominciata nel 1907, in Val Susa, quando Ernestina Prola, prima fra tutte, conseguì la patente di guida; iniziava così, la storia di una gratificazione sociale femminile che la guida ha sempre rappresentato – e che arriva fino ai giorni nostri – mentre, per l’acquisizione e l’esercizio di un diritto politico fondamentale come quello di votare ed essere elette, le italiane dovranno aspettare il 1946, quasi un quarantennio!
Il volume “RACE & GRACE . Quando il volante è rosa“ indaga e ricostruisce il rapporto tra le donne e l’automobile evitando approcci scontati e generici; le riflessioni , infatti, vengono contestualizzate con il ricordo delle eroine al volante e, soprattutto, con l’evoluzione storica della parità e, poi, delle pari opportunità e dell’acquisizione femminile dei diritti fondamentali. La ricostruzione, che contiene anche riferimenti attualissimi sulle questioni di genere, in ambito nazionale ed Europeo, dedica una parte all’evidenza statistica sull’incidentalità femminile e, più in generale, sui comportamenti delle donne al volante.
Con il riferimento a Dati, Studi e Ricerche, la pubblicazione sfida uno e più luoghi comuni, a cominciare da quello diffusissimo, stereotipato e comunque demodè che recita: “Donne al volante… pericolo costante!”. In uno studio dell’ANIA, Fondazione per la sicurezza stradale, pubblicato ad aprile 2011, dedicato a “Le donne e l’incidentalità stradale”, si rileva che: “ le donne sono più prudenti sulla strada e, dunque, meno pericolose degli uomini”, nel senso che gli incidenti provocati sono meno gravi. Nel medesimo Studio si evidenzia, inoltre, che “le donne hanno una migliore predisposizione alla guida con ottima capacità decisionale e minore aggressività, da cui deriva un minore numero di incidenti ed un comportamento di guida più rispettoso del Codice della strada”. In ogni caso, ed anche se le condotte – avverte lo Studio – delle donne alla guida si stanno modificando, entro dicembre 2012 le Assicurazioni dovranno adeguare le polizze, ricomponendo l’attuale differenziazione di genere, in attuazione della Direttiva 204\113\CE che proibisce qualsiasi discriminazione in base al sesso per l’accesso a beni e servizi ed alla loro fornitura.
Le pagine seguenti fanno giustizia di molti pregiudizi nei confronti delle donne al volante e, quindi, svolgono una operazione di verità. Infatti, il pregiudizio è un cattivo giudizio preventivo; un giudizio falso perchè viene elaborato prima della conoscenza. E la costruzione individuale e la riproduzione collettiva dei pregiudizi culturali e mentali, alimentano l’utilizzo di cornici o paradigmi rassicuranti nella lettura di una realtà o di una diversità che non ci sforziamo di comprendere in profondità.
Sono convinta che la diffusione di “RACE & GRACE” contribuisca, con il suo specifico di settore, ad aumentare la consapevolezza femminile e favorisca il radicamento sociale e sostanziale delle parità; nella convinzione che le donne sono… motore di cambiamento e protagoniste delle trasformazioni più profonde.
Mi piace pensare che il Volume possa idealmente unire Ernestina Prola a tutte quelle donne alle quali ancora oggi è fatto divieto di guidare; come , ad esempio, le saudite che stanno conducendo una battaglia per ottenere il diritto alla patente così come il diritto di voto, almeno amministrativo. La loro Campagna Women2drive – lanciata nei mesi scorsi – per il diritto alla guida non ha soltanto un valore simbolico ma anche sostanziale: essere libere di spostarsi è partecipare alla vita lavorativa e sociale, in termini di effettiva parità. E’ prendere la vita in mano. Come un volante.

Isabella Rauti

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