Terminati i lavori di restauro, nella mattina di sabato 6 settembre è stato riconsegnato alla città di Rovereto il Sacrario di Castel Dante, il monumento funebre che ospita oltre 20mila resti dei Caduti, noti e ignoti, della Grande Guerra di nazionalità italiana, austriaca, cecoslovacchi e ungheresi.
I lavori di restauro conservativo hanno visto il rifacimento del tetto, delle finestre e dei terrazzi del corpo centrale, il restauro delle artiglierie e delle trincee che circondano il sacrario, la messa in sicurezza del percorso lungo gli accessi, del belvedere e dei percorsi interni e la posa dei tabelloni informativi.
Presenti alla cerimonia, gli ambasciatori di Austria, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca, oltre alle rappresentanze delle forze armate, alla vicepresidente del consiglio provinciale Mariachiara Franzoia, ai numerosi sindaci e delegazioni dei Comuni della Vallagarina e delle Valli del Leno, al viceprefetto vicario di Trento Massimo Di Donato, alla procuratrice generale di Rovereto Orietta Canova, anche il Capo Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa, il generale Andrea Rispoli. Quest’ultimo ha sottolineato come il Sacrario di Castel Dante costituisca un simbolo della riconciliazione tra i popoli. Un concetto espresso anche dalla sindaca di Rovereto Giulia Robol: “Un momento celebrativo importante per la città – ha affermato la sindaca Robol – che restituisce il Sacrario monumentale di Castel Dante alla nostra comunità. Per la storia di Rovereto questo Sacrario è fratello della Campana dei Caduti e del Museo Storico della guerra. Un triangolo importante che ha determinato in questi 100 anni l’identità delle nostre comunità. La storia di questo luogo ci insegna che le guerre sono state la scelta per la risoluzione delle controversie, una scelta il cui prezzo umanitario in termini di vite è stato devastante. Questa scelta non può e non deve essere l’unica per il destino dell’umanità e oggi, ancora di più è necessario ribadire un messaggio di speranza affinché le ragioni della vita e della collaborazione tra popoli e culture prevalgano sull’idea della prevaricazione degli uni sugli altri”.
Alla cerimonia, ha partecipato anche l’assessore alle politiche per la casa, patrimonio, demanio e promozione della conoscenza dell’Autonomia Simone Marchiori: “In questo luogo – ha affermato l’assessore – 110 anni fa si è aperto un fronte che ha portato distruzione, morte e sofferenze in un territorio cerniera tra la Mitteleuropa e il Mediterraneo. Restituire onore a questo luogo è fondamentale per far capire che erigere muri e combattere non è la soluzione per risolvere i contrasti, come non lo è subire passivamente l’aggressione ingiustificata di uno stato come avviene in Ucraina”.
[Fonte: www.vitatrentina.it]