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secolo-trentino.com – Rovereto, riapre il Sacrario militare di Castel Dante: Rauti, “così onoriamo chi ha combattuto per la Patria”

Un restauro per onorare la memoria dei Caduti ed evitare il ripetersi di tragici eventi. Dopo un biennio di lavori conservativi, questa mattina il Sacrario militare di Castel Dante è stato riconsegnato alla città di Rovereto. Monumento funebre che custodisce oltre 20mila resti di soldati noti e ignoti della Grande Guerra – italiani, austriaci, cecoslovacchi e ungheresi – torna ad accogliere cittadini e visitatori.

Alla cerimonia erano presenti rappresentanze diplomatiche di Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, alte cariche civili e militari, i sindaci della Vallagarina e delle Valli del Leno, la vicepresidente del consiglio provinciale Mariachiara Franzoia, il viceprefetto vicario di Trento Massimo Di Donato, la procuratrice generale di Rovereto Orietta Canova e il generale Andrea Rispoli, Capo Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della Difesa.

Il sottosegretario di Stato alla Difesa, senatrice Isabella Rauti, intervenuta su delega del Ministro Guido Crosetto, ha dichiarato: «Rinnoviamo il nostro impegno morale di onorare chi ha combattuto per la Patria; chi ha contribuito con il suo sacrificio a lastricare il lungo percorso dell’identità nazionale».

Definendo Castel Dante «simbolo di Rovereto, Città della Pace», Rauti ha aggiunto: «Ci ricorda che abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti dei Caduti di tutte le Guerre ed il dovere istituzionale e civico di tutelare la memoria storica come viva e dinamica. E la ‘cultura della Difesa’ è anche questo: custodire i valori fondativi della Nazione, condividerli e trasmetterli».

Ha poi evidenziato: «Nel Sacrario Militare riposano insieme le spoglie di oltre 20.000 soldati italiani, cecoslovacchi e austro-ungarici; sepolture che sottolineano il concetto di fratellanza fra popoli che si sono combattuti ed invocano la pace, esprimendo una memoria condivisa europea ed un’idea di riconciliazione».

E ha concluso: «Il Sacrario Militare di Castel Dante e la Campana dedicata a tutti i Caduti ricordano l’importanza di non dimenticare e del valore assoluto della pace, che non deve essere mai data per scontata ma costruita e difesa ogni giorno con impegno e coraggio».

Accanto a lei, l’assessore provinciale all’Autonomia Simone Marchiori ha invitato a riflettere sulle lezioni della storia: «In questo luogo, 110 anni fa, si è aperto un fronte che ha portato distruzione, morte e sofferenze in un territorio cerniera tra la Mitteleuropa e il Mediterraneo. Restituire onore a questo luogo è fondamentale per far capire che erigere muri e combattere non è la soluzione per risolvere i contrasti, come non lo è subire passivamente l’aggressione ingiustificata di uno Stato, come avviene in Ucraina».

E ha concluso: «Questo restauro effettuato in un luogo che racchiude diverse memorie della nostra terra rappresenta un segnale verso il futuro, un monito per non dimenticare ripercorrendo le gesta di chi qui riposa, di chi ha sacrificato la propria vita per un’inutile strage, e per sostenere chi continua a combattere per la pace ed evitare che si ripresentino tragedie come la Grande Guerra».

La sindaca di Rovereto, Giulia Robol, ha posto l’accento sul legame tra i luoghi della memoria cittadina: «Un momento celebrativo importante per la città che restituisce il Sacrario monumentale di Castel Dante alla nostra comunità. Per la storia di Rovereto questo Sacrario è fratello della Campana dei Caduti e del Museo Storico della Guerra. Un triangolo importante che ha determinato in questi 100 anni l’identità delle nostre comunità».

E ha rilanciato un messaggio di speranza: «La storia di questo luogo ci insegna che le guerre sono state la scelta per la risoluzione delle controversie, una scelta il cui prezzo umanitario in termini di vite è stato devastante. Questa scelta non può e non deve essere l’unica per il destino dell’umanità e oggi, ancora di più, è necessario ribadire un messaggio di speranza affinché le ragioni della vita e della collaborazione tra popoli e culture prevalgano sull’idea della prevaricazione degli uni sugli altri».

Gli interventi di restauro, curati dal Ministero della Difesa e dalla Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma di Trento, hanno interessato tetto, finestre e terrazzi del corpo centrale, le artiglierie e le trincee, oltre alla messa in sicurezza dei percorsi, del belvedere e degli accessi, con la posa di nuovi tabelloni informativi.

Dopo due anni di restauro, il luogo simbolo della memoria bellica torna ad accogliere cittadini e visitatori

Il Sacrario militare di Castel Dante a Rovereto è stato riconsegnato alla città dopo un biennio di restauro conservativo. Monumento funebre che ospita oltre 20.000 resti dei Caduti della Grande Guerra – italiani, austriaci, cecoslovacchi e ungheresi – torna ad accogliere cittadini e visitatori.

Alla cerimonia di riapertura del Sacrario militare era presente la senatrice Isabella Rauti, sottosegretario di Stato alla Difesa, che ha parlato di “impegno morale di onorare chi ha combattuto per la Patria; chi ha contribuito con il suo sacrificio a lastricare il lungo percorso dell’identità nazionale.” Ha ricordato come Castel Dante e la Campana dei Caduti rappresentino un invito costante a “non dimenticare” e a costruire ogni giorno la pace “con impegno e coraggio”.

L’assessore all’Autonomia Simone Marchiori ha invitato a riflettere sulle lezioni della storia, ricordando come la Grande Guerra abbia portato distruzione e sofferenze e sottolineando che erigere muri e combattere non è mai la soluzione, così come non lo è subire passivamente l’aggressione di uno Stato.

La sindaca di Rovereto Giulia Robol ha posto l’accento sul legame tra Sacrario, Campana dei Caduti e Museo Storico della Guerra, definendolo “un triangolo importante che ha determinato in questi 100 anni l’identità delle nostre comunità” e rilanciando un messaggio di speranza “affinché le ragioni della vita e della collaborazione tra popoli prevalgano sull’idea della prevaricazione.”

I lavori, curati dal Ministero della Difesa e dalla Soprintendenza dei beni culturali della Provincia autonoma di Trento, hanno riguardato il tetto, le finestre e i terrazzi del corpo centrale, il restauro delle artiglierie e delle trincee, la messa in sicurezza dei percorsi e l’installazione di nuovi tabelloni informativi.

Alla cerimonia hanno preso parte rappresentanze diplomatiche di Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, alte cariche civili e militari e i sindaci della Vallagarina, a testimonianza del significato europeo e universale di questo luogo di memoria e di pace.

[Fonte: secolo-trentino.com]

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