L’AQUILA – È stata la rinnovata piazza del Duomo all’Aquila a fare da cornice, sabato 5 luglio, alla cerimonia di consegna del cappello alpino a 130 giovani militari dell’Esercito, nuove leve delle Truppe Alpine. Un evento solenne e carico di emozione, al termine del quale i ragazzi del corso “Solarolo III” hanno ricevuto la penna nera, simbolo del Corpo di soldati di montagna più famoso al mondo.
Alla cerimonia hanno partecipato il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito generale Carmine Masiello e il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero. Gli allievi, provenienti da tutte le regioni d’Italia, hanno completato undici settimane di intenso addestramento al Centro Addestramento Alpino di Aosta, dove hanno affrontato marce, ascensioni, corsi di sci, alpinismo e tecniche di combattimento in montagna.
Il percorso formativo ha avuto la sua tappa conclusiva in Abruzzo, terra simbolo di montagna e solidarietà, con l’ascensione al Gran Sasso (2.912 metri) e la marcia di 21 chilometri verso il santuario di San Gabriele, sulle orme delle penne nere abruzzesi che un tempo percorrevano lo stesso tragitto prima di partire per il fronte. Non è mancato un momento di riflessione e memoria con la visita al Comune di Fossa, ricostruito dagli Alpini in congedo dopo il terremoto del 2009.
I giovani militari, oggi formati all’insegna di addestramento, innovazione e valori, rappresentano un’Italia unita: il gruppo più numeroso proviene dal Piemonte, seguito da Sicilia e Lombardia, ma non mancano giovani di Abruzzo, Veneto, Campania, Puglia, Lazio, Friuli, Liguria, Marche, Emilia, Molise e Alto Adige. A spingerli verso la scelta alpina è il fascino della montagna, l’operatività dei reggimenti alpini e l’esempio dell’Associazione Nazionale Alpini, che con la Protezione Civile e il volontariato mantiene vivo lo spirito di solidarietà delle penne nere.
Il momento più emozionante è stato quello della consegna del cappello: 130 giovani allineati di fronte ad altrettanti “Veci”, gli alpini veterani, che – al rullo del tamburo – hanno posato il cappello con la penna nera sul capo dei nuovi militari, alla presenza di familiari e amici arrivati da ogni parte d’Italia. Un passaggio di testimone carico di significato, che in molti casi si è consumato in famiglia, con il cappello tramandato di padre in figlio, come tradizione alpina vuole.
[Fonte: www.reteabruzzo.com]