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repubblica.it – Meloni irritata dagli alleati: “Via gli impresentabili o sui sottosegretari decido io”

La trincea di Forza Italia, ala ronzulliana, a difesa del posto da sottosegretario per il calabrese Giuseppe Mangialavori ha irritato non poco Giorgia Meloni. La premier ieri ha scorso il rullo delle agenzie, con una batteria di dichiarazioni azzurre tutte dello stesso tenore: Mangialavori non si tocca. A quel punto ha deciso: Mangialavori nella squadra di sottogoverno non ci sarà. Non solo perché il deputato forzista è citato, pur non indagato, in un’inchiesta di ‘ndrangheta, ma anche perché Meloni ha visto nella levata di scudi del partito di Berlusconi la riproposizione dello «schema Ronzulli». Cioè il tentativo di imporre un nome non gradito, a tutti i costi. E se il niet è valso per un ministero, figuriamoci per una poltrona di sottogoverno.

La presidente del Consiglio vuole chiudere oggi la pratica. Anche se dalla Lega a FI le chiedono di prendere tempo. Ma c’è la finanziaria da imbastire in tempi record e la macchina dei ministeri deve essere pronta, ragionano a Chigi. Dunque al Cdm di oggi il varo dei sottosegretari ci sarà. La premier aspetta per stamattina l’ultima lista di FI e Lega. E l’ultima parola, ha fatto capire, spetterà a lei. Continua a chiedere, Meloni, che le donne siano circa la metà, ma si accontenterà che siano un terzo. Di meno, non vuole. Sarebbe uno smacco, dato che le ministre sono solo 6 (su 24 dicasteri).

Forza Italia, rinunciando a Mangialavori, dovrebbe ottenere 3 vice-ministri: Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, Valentino Valentini al Mise, Paolo Barelli agli Interni. Gli altri nomi azzurri sono Alberto Barachini all’Editoria, Matteo Perego alla Difesa, Matilde Siracusano al Sud, Deborah Bergamini ai Rapporti col Parlamento, forse Sandra Savino al Mef se Francesco Battistoni, vicino a Tajani, non la spuntasse sull’Agricoltura. E a proposito: il pezzo di partito vicino a Ronzulli continua a contestare il vicepremier e coordinatore azzurro, accusato di trattare per sé. Mangialavori dal canto suo sembra ancora sperarci. In una comunicazione a Repubblica, che ha sollevato il caso, il suo avvocato Alessandro Modaferri sostiene che si configuri «una gravissima lesione alla reputazione e al decoro, già tramutata in un gravissimo danno considerato che è attualmente in ballo per un posto in ruoli governativi». Tuttavia, il deputato declina ogni intervista. L’avvocato si limita poi a confermare che «tutto l’impianto diffamatorio non ha mai avuto alcun riscontro» e «non è sfociato in procedimenti giudiziari». Mangialavori non è indagato, ma solo citato negli atti: come scritto da Repubblica. Restano le domande, politiche. Che forse si è posta anche la premier.

In casa Lega, capito che Mangialavori è saltato, Matteo Salvini avrebbe rinunciato ad Armando Siri, ottenendo però la conferma di Edoardo Rixi alle Infrastrutture. Sono dati per sicuri Nicola Molteni agli Interni, Claudio Durigon al Lavoro, Lucia Borgonzoni alla Cultura, Federico Freni al Mef, Vannia Gava all’Ambiente. In lizza anche Giuseppina Castiello per il Sud, Andrea Ostellari alla Giustizia, Paolo Arrigoni all’Energia, Mario Lolini o Vincenzo Pepe. Uno tra Massimo Bitonci e Alberto Bagnai potrebbe avere una delega a Palazzo Chigi.

FdI si prepara a compensare le poche donne indicate da azzurri e leghisti. Dovrebbero essere 5-6. Maria Teresa Bellucci al Sociale, Isabella Rauti alla Difesa (altrimenti c’è Salvatore Deidda), Augusta Montaruli all’Università, Paola Frassinetti all’Istruzione, Wanda Ferro al Viminale, anche se preferirebbe l’Antimafia, in quel caso avrebbe chance Emanuele Prisco. Sicuri Giovanbattista Fazzolari all’Attuazione del programma e Alessio Butti all’Innovazione. Meloni dovrebbe chiedere due sottosegretari all’Economia (uno è Maurizio Leo) e due agli Esteri: Edmondo Cirielli e Giulio Terzi di Sant’Agata. Marcello Gemmato è in pole alla Sanità, Galeazzo Bignami alle Imprese, Andrea Delmastro alla Giustizia dove siede già il ministro FdI Carlo Nordio, Patrizio La Pietra all’Agricoltura.

[Fonte: www.repubblica.it]

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