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reportdifesa.it – Esercito Italiano: celebrato a Bari il 164° anniversario della sua costituzione. Una Forza Armata tecnologica ma che veda nel fattore umano il suo elemento fondamentale

BARI (dal nostro inviato). I nuovi sistemi d’arma sempre più tecnologici, capaci di affrontare e sventare tutte le minacce che potrebbero attentare alla sicurezza dello Stato, avranno sempre bisogno del valore e dell’addestramento di un militare.

Un algoritmo non potrà mai sostituire un soldati in qualsiasi Teatro Operativo si dovesse trovare.

L’Esercito Italiano, erede delle tradizioni del passato, oggi poggia su pilastri fondamentali quali appunto i nuovo sistemi d’arma, ma anche addestramento e formazione.

Il tutto nel pieno rispetto del Giuramento di fedeltà alla Repubblica e alle sue Istituzioni.

Per avere una Forza Armata sempre più efficiente non devono esistere “soldati part time” ma militari che, avendo indossato un’uniforme, hanno deciso scelto di fare una scelta di vita.

LA SITUAZIONE GEOPOLITICA E GEOSTRATEGICA

Nel celebrare, oggi, a Bari il 164° Anniversario di costituzione dell’Esercito Italiano, alla presenza del sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, del capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata, Carmine Masiello e di numerose autorità militari, civili e religiose è emersa chiaramente l’importanza di accelerare alcune scelte per rispondere

La cerimonia, tenutasi sul Lungomare Nazario Sauro, è stata preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro presso il Sacrario dei Caduti di Oltremare.

Stiamo vivendo un periodo storico molto intenso sia dal punto di vista geopolitico che militare.

La guerra in Ucraina è uno degli esempi che vengono sempre fatti. Ma c’è sempre il Medio Oriente sul tavolo delle operazioni. Ci sono alcuni Paesi dell’Africa.

Ma c’è anche l’Asia dove il “gioco degli scacchi della competizione” vede la Cina muovere le sue pedine tenendo in tensione i vari Paesi vicini, stringendo sempre più alleanze o riverdendo le vecchie nel pieno spirito di espansione economica.

Non esistono “guerre dimenticate” come spesso si dice e si fa notare.

Esistono aree geopolitiche e geostrategiche che spesso vengono dimenticate.

Fatto salvo, poi, che quando riesplode un conflitto (basti pensare a quello tra India e Pakistan) frotte di inviati di Tv, giornali e frotte di analisti riaprono i file delle proprie informazioni, dando di nuovo vita a commenti e/o analisi.

Una Forza Armata, come l’Esercito, questo non lo può fare né lo fa.

Anche perché qualora i suoi Reparti dovessero essere presenti in un Teatro Operativo sotto l’egida NATO, ONU, Unione Europea devono essere pronti ad agire in ogni condizione.

Nel suo messaggio il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricordato i valori della Forza Armata.

E il ministro della Difesa, Guido Crosetto ha evidenziato: “Oggi siamo chiamati a prendere atto che, in un contesto geopolitico estremamente drammatico, l’Esercito – e, quindi, l’intera Difesa italiana – sono diventati un baluardo insostituibile per proteggere la nostra libertà e i nostri valori e per far sì che questi valori, nell’ambito delle nostre alleanze internazionali e nel pieno rispetto dei valori costituzionali, servano a difendere, e a proteggere, civili inermi, popolazioni intere, il sacro diritto di ogni Stato ai suoi confini e libertà”.

I militari non fanno tutto questo perché sono “guerrafondai”, una delle accuse che arriva da un antimilitarismo oseremo dire “ignorante”, per essere eleganti.

I militari, di tutte le Forze Armate, come ha sottolineato il capo di SME, Generale Masiello “non vogliono per primi la guerra”. Troppi commilitoni hanno dovuto piangere e portare le loro bare avvolte le Tricolore. Afghanistan, Iraq, Libano per ricordare solo alcune aree dove i nostri contingenti hanno operato (nel Paese dei Cedri sono ancora presenti).

Purtroppo, dalla notte dei tempi (basta leggersi un libro di Storia) il mondo ha visto conflitti più o meno a forte intensità per contendersi un’isola, una parte di terra, risorse d’acqua, risorse minerarie e petrolifere.

Scontri che hanno provocato, e provocano, morti e distruzioni. Per questo è necessario un serio, forte adeguamento dello strumento militare.

E se una guerra, come quella tra russi e ucraini, ha evidenziato il massiccio uso di droni è chiaro che un Paese deve pensare a proteggersi per evitare, speriamo mai, di rispondere a questa minaccia.

Non trascurando altre situazioni come gli attacchi cyber. O la “guerra cognitiva” con la quale puoi indirizzare l’opinione pubblica (ma anche la classe politica).

“In un contesto storico in cui le disgreganti azioni geopolitiche e di instabilità globale, mettono a repentaglio la pace e la sicurezza internazionale – ha spiegato il Generale Portolano, capo di SMD – ci sono le sfide che derivano probabilmente dalla necessità di essere pronti a fronteggiare le minacce dell’attuale contesto internazionale, uno scenario nel quale come ha avuto modo di affermare in altre occasioni le nuove minacce portate dalle tecnologie emergenti, si affiancano senza sostituirle a quelle tipiche dei conflitti tradizionali e in cui i principi classici dell’arte della guerra mantengono intatta la loro validità la superiorità informativa la sorpresa ma anche soprattutto la massa e la capacità di rigenerazione delle forze fanno ancora oggi la differenza”.

“Non si tratta – ha aggiunto – di essere pronti a fronteggiare esclusivamente la gestione di crisi localizzate, come si era sperato di poter fare alla fine della Guerra Fredda, ma si tratta di affrontare un mondo nuovamente segnato da potenziale rischio di conflitti estesi e prolungati, indipendentemente dalla nostra volontà di esservi coinvolti”.

Le Forze Armate devono difendere la sicurezza dei cittadini, dei confini, la nostra democrazia, le istituzioni democratiche.

E devono essere pronte a farlo intervenendo “ovunque il Paese abbia bisogno di loro – ha proseguito il capo di SMD – anche per continuare a rispondere a queste sfide l’Esercito sarà o meglio è già interessato da una revisione del suo modello organizzativo, così da renderlo più efficace e massimizzarne l’effettiva capacità operativa”.

Un Esercito moderno deve essere sempre più integrato con le altre Forze Armate.

Molto importanti sono le esercitazioni interforze che vengono fatte proprio per addestrare tutto il personale ad operare, in Patria e all’estero, in una visione Joint. Magari anche in stretta collaborazione con altri Paesi della NATO o della UE.

Malgrado le critiche, troppo spesso gratuite operate sui social e non, l’Esercito, come ha ribadito il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti è rispettato dai cittadini.

“Sanno – ha detto nel suo intervento – che è un presidio di difesa e di sicurezza e un baluardo di valori identitari e di tradizioni patriottiche”.

In oltre un secolo e mezzo di storia, la vita dell’Esercito si è intrecciata a quella della nostra Nazione.

Oggi “tutto il mondo conosce il nostro modello di partecipazione alle missioni internazionali di pace e di stabilizzazione – ha continuato Rauti. – Schieriamo i contingenti più numerosi ed i nostri soldati si distinguono per la professionalità ma anche per il tratto di umanità e generosità”.

Negli attuali scenari ibridi ed instabili, l’Esercito dimostra capacità di adattamento alle nuove sfide, con l’innovazione e l’impiego di tutti gli strumenti tecnologi emergenti.

“La componente terrestre delle Forze Armate –  ha sottolineato ancora il sottosegretario – ha la sua centralità ed una vocazione” e continua a “trasmettere valori; proseguire nell’ammodernamento tecnologico; ad offrire al personale formazione specialistica ed addestramento capacitivo”.

L’Esercito, ha proseguito il sottosegretario, “forma personale all’avanguardia ma nell’ottica di un nuovo umanesimo, in cui la tecnologia non può e non deve sostituire la persona”.

Rispondendo poi a una domanda di Report Difesa sul potenziamento della Riserva selezionata (visto che il sottosegretario ha indossato l’uniforme dell’Esercito in questa veste, tanto che ha ribadito nel suo discorso di sentirsi ancora un militare) ha risposto: “Stiamo lavorando per nuove forme di Riserva specialistica, di Riserva ausiliaria per rafforzare, con elementi esterni quelle che sono le forze in campo”.

Nel corso della cerimonia sono state consegnate 2 Croci d’Oro al Valore dell’Esercito, una allo Stendardo del 132° Reggimento Carri e una alla Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Humint e una Croce d’Argento al Valore dell’Esercito al 28° Reggimento “Pavia”.

Intanto, fino a domenica, in Piazza della Libertà, sempre a Bari sarà aperto dalla 9 alle 19 il Villaggio Esercito.

Qui i visitatori, grandi e piccoli, potranno cimentarsi in diverse attività legate al mondo militare fra cui il percorso di Military Fitness, l’arrampicata su parete di roccia artificiale, il simulatore di volo.

Potranno anche visitare una mostra statica di mezzi e di materiali tra cui il Laboratorio mobile CBRN (chimico, biologico, radiologico e nucleare) con il quadrupede robotizzato (ultimo dei sistemi in dotazione alla Forza Armata) gli aeromobili a pilotaggio remoto (droni), sistemi di targeting (armi contro drone).

Presenti anche auto e moto d’epoca, il VTLM Lince, la Blindo Centauro, il Freccia, l’Orso in versione ambulanza.

Ed ancora gli stand dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, i cinofili della Scuola di Grosseto.

Senza dimenticare un altro stand molto importante quello della Race for cure per la cura delle malattie oncologiche.

Luca Tatarelli

[Fonte: www.reportdifesa.it]

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