Il sottosegretario ha evidenziato la necessità “di evolvere il quadro normativo nazionale verso un’architettura istituzionale più rispondente alle minacce. In questo senso vanno le proposte presentate al Parlamento, per attribuire alle Forze Armate la possibilità di intervenire nel cyberspazio anche in tempo di pace e al di fuori di scenari di guerra tradizionale, per proteggere istituzioni, infrastrutture critiche e cittadini. E che prevedono l’arrivo dei “soldati hacker”, vere e proprie squadre miste composte da soldati e tecnici specializzati”.
“La spesa militare è necessaria”, ha ribadito la senatrice RAUTI, “perché investire in difesa significa investire in sicurezza. Il nostro Paese ha chiesto in prestito 15 miliardi dai finanziamenti diretti del fondo europeo SAFE, da investire in personale, sistemi d’arma, logistica e reti informatiche. Il raggiungimento del 5% del Pil per spese militari, obiettivo condiviso con gli Alleati, sarà spalmato in dieci anni e riguarderà per il 3.5% le spese di difesa e per l’1.5% le spese di sicurezza che comprendono: la protezione delle infrastrutture critiche, la protezione delle reti, la promozione dell’innovazione tecnologica, investimenti per la cybersecurity, spese per il rafforzamento della base industriale di difesa dell’Alleanza atlantica”.
(ITALPRESS).
sat/com
14-Ott-25 15:59
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