“L’Artico, la Difesa e il Sistema Paese nelle nuove sfide della competizione globale”. Si è svolta oggi la prima conferenza nazionale sui temi del Grande Nord, un’occasione di dialogo e confronto per tracciare un quadro d’insieme dell’impegno italiano per la regione artica sotto i vari aspetti: scientifico, militare, economico, geopolitico e securitario. Ad aprire i lavori è stato il sottosegretario di Stato alla Difesa, Isabella Rauti, che ha sottolineato come “l’Italia guarda all’Artico e lo considera come la frontiera delle frontiere. Questo ci obbliga ad assumere un impegno e una responsabilità perché l’Artico è potenzialità e opportunità, è cruciale per l’autonomia strategica, ma è anche un concentrato di rischi globali per la sicurezza”. “La nostra sfida- ha aggiunto- è quella di proteggerlo, contribuendo a mantenerlo pacifico e sicuro, un’area di dialogo internazionale senza monopoli da parte dei grandi player globali”.
Tra gli interventi anche quello del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la quale ha ribadito come “nell’Artico si giocherà il futuro” e per questo bisogna “garantire l’uso civile della ricerca”. «Abbiamo un progetto che stiamo sviluppando da anni in ambito polare e vogliamo alimentare questa collaborazione per formare nuove professionalità e fare della cooperazione, della sicurezza e della ricerca il percorso per affrontare il futuro geopolitico”, ha aggiunto sottolineando come “la novità di oggi è che nel comitato scientifico per l’Artico è stato inserito il Ministero della Difesa, proprio per dare una rappresentazione plastica della collaborazione che deve esistere tra ricerca e Difesa”.
A sottolineare la centralità dell’Artico nella geopolitica globale è stato poi il sottosegretario di stato alla Difesa, Giorgio Silli, che nel corso del primo panel ha illustrato la strategia nazionale. L’Artico- ha spiegato- non è più una frontiera remota ma un crocevia in cui si intrecciano sicurezza, ambiente, scienza, energia e innovazione. Lo scioglimento dei ghiacciai, le nuove rotte marittime e la corsa alle risorse minerarie stanno ridisegnando la geopolitica e “non possiamo restare spettatori. L’Italia deve essere protagonista con una strategia coerente e lungimirante”. Per questo il Paese è impegnato nell’aggiornamento della strategia nazionale per l’Artico, che sostituirà il documento del 2015. “È un lavoro collegiale- ha proseguito Silli- frutto della collaborazione tra ministeri, enti di ricerca e istituzioni”. Mentre il Consigliere Agostino Pinna, inviato speciale dell’Italia per l’Artico, ha illustrato la complessa architettura internazionale della regione. «L’artico è un vicino lontano che si sta avvicinando- ha detto- Oggi la sfida è mantenere un Artico a bassa tensione e alta cooperazione, in un contesto internazionale sempre più teso”.
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato, ha infine parlato delle strategie della Nato per l’Artico evidenziando come “oggi cresce la consapevolezza delle sfide che si giocano nell’Alto Nord”. “Si dice spesso che sia uno spazio silenzioso, credo che dovremmo forzarci di ascoltarlo con maggiore attenzione perché l’Artico parla una lingua antica e silenziosa”. “Oggi nell’Artico- ha spiegato- si ascolta il trasfondo del cambiamento, dell’ambizione e della competizione geopolitica. Lo scioglimento dei ghiacci e i progressi tecnologici hanno consentito di aprire nuove rotte che accorciano drasticamente le distanze tra Asia, Europa e Nord America. Le vaste risorse di petrolio, gas e minerali sono certamente opportunità, ma si profilano anche nuovi rischi, competizione, confronto e militarizzazione”. Per questo “la sicurezza è sicuramente indivisibile, ma le minacce sono interconnesse”.
[Fonte: www.iltempo.it]






























