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ilgiornaledivicenza.it – Gli Alpini in pellegrinaggio sull’Ortigara in nome della pace

Presente anche il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti insieme a migliaia di penne nere accanto alla Colonna Mozza

Il silenzio austero delle vette ha accolto domenica 13 luglio, ancora una volta, il pellegrinaggio nazionale sul Monte Ortigara, appuntamento annuale di profonda valenza storica e civile, organizzato dalle sezioni Ana di Asiago, Marostica e Verona.

Un rito collettivo che si rinnova nel cuore dell’altopiano, là dove la memoria si fa paesaggio e la storia riaffiora tra le rocce e i cippi. Il fine settimana della commemorazione è iniziato sabato ad Asiago, con l’apertura affidata al raduno della sezione Monte Ortigara e la sfilata fino al Sacrario del Leiten. Ma è stata la giornata di ieri a segnare il momento più intenso e partecipato. All’alba, il labaro dell’Associazione nazionale Alpini e i vessilli delle sezioni hanno lasciato Asiago per iniziare l’ascesa verso quota 2105 metri, là dove sorge la Colonna Mozza, simbolo di un sacrificio collettivo che ancora oggi richiama migliaia di persone.

La formazione dello schieramento ha avuto luogo alle 10 con la resa degli onori al Labaro nazionale. Mezz’ora più tardi, la celebrazione della messa ha unito in preghiera alpini, autorità e giovani. A officiare il rito sono stati don Rino Massella, alpino e guida spirituale delle penne nere, insieme a don Roberto Balzan, parroco di Enego, e padre Milan Pregelj. Particolarmente significativa è stata la presenza dei giovani, oltre quaranta ragazzi del campo scuola nazionale Ana in corso a Enego e i 130 allievi del Corso Solarolo III. Giunti alla Colonna Mozza dopo un’intera settimana di cammino attraverso le montagne del Vicentino, questi giovani hanno vissuto l’Ortigara come ultima e più simbolica tappa di un viaggio iniziato martedì al Ponte di Bassano. A guidarli, il comandante delle Truppe Alpine, il gen. Michele Risi, che solo una settimana fa a L’Aquila aveva consegnato loro il cappello alpino al termine di dodici intense settimane di addestramento.

Alla cerimonia ha preso parte anche il sottosegretario alla Difesa, senatrice Isabella Rauti. Nel suo intervento, la senatrice ha sottolineato come la memoria non debba essere intesa come qualcosa di statico, confinato nel passato, ma al contrario dinamica, viva, capace di tradursi in militanza civile, servizio, solidarietà e volontariato. «Questo – ha aggiunto – è il modello esemplare degli Alpini, in congedo e in armi, sempre in prima linea nelle situazioni di emergenza e nell’aiuto quotidiano a chi ha bisogno, esempio concreto di una memoria che diventa azione».

Il suo intervento, insieme a quelli delle altre autorità presenti, ha preceduto la deposizione di una corona alla Colonna Mozza e al cippo austroungarico, in un gesto simbolico di riconciliazione e rispetto per tutte le vite spezzate sul fronte dell’Ortigara. La Fanfara dei congedati della Brigata alpina Cadore ha accompagnato l’intera cerimonia, sottolineando con le note l’emozione condivisa dai partecipanti. In contemporanea, sul Monte Lozze, per quanti erano impossibilitati a salire fino ai cippi, si è svolta un’ulteriore celebrazione della messa alla quale ha partecipato il Coro dei congedati della stessa Brigata alpina Cadore. Il pellegrinaggio sul Monte Ortigara non è soltanto una manifestazione commemorativa. È un rito che, attraverso la fatica dell’ascesa, il silenzio dei luoghi e la presenza delle nuove generazioni, riafferma ogni anno l’impegno degli alpini a custodire la memoria, a coltivare il valore della pace e a tramandare alle future generazioni il significato profondo del sacrificio di chi, su quelle vette, ha dato tutto.

[Fonte: ilgiornaledivicenza.it]

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